Paesaggio & identità: educare a conoscere, per condividere e valorizzare

di GIORGIO CHELIDONIO

Riflessioni e ricordi a partire da Una scuola felice” di Luciana Bertinato

Ho avuto l’opportunità di partecipare in diverse occasioni alle esperienze educative pluridecennali che hanno portato Luciana Bertinato a pubblicare (con le Edizioni Franco Angeli) il libro «Una scuola felice» [LINK 1]. Proprio questo aggettivo, che nella conflittualità del nostro tempo può stupire, ha segnato la mia condivisione del metodo didattico della maestra Luciana ma anche di alcune esperienze fatte con altre classi della Scuola Primaria di Soave. La mia memoria ne visualizza tre episodi particolarmente significativi:
● per avviare l’esplorazione della storia del paesaggio locale, avevo suggerito che ogni alunno portasse 2 oggetti «raccolti lungo il percorso casa/scuola», di cui 1 noto (per sua natura e storia) e l’altro sconosciuto, proprio per stimolare i confronti con le micro-tessere del paesaggio. Nella seconda categoria prevalsero i “sassi”: ognuno fu analizzato per forma e colore fino a poterne dare una storia (ciottolo, frammento di roccia o di antico manufatto) riordinandoli come crono-storia del paesaggio soavese, dalle dolomie del lontano massiccio del Carega [LINK 2] alle rocce eoceniche cioè coeve ai fossili di Bolca [LINK 3] della collina circostante. Il “mosaico ambientale” così visualizzato fu poi riportato sulla «linea del tempo» disegnata in classe ed esposta lungo le pareti dell’aula;
● in un’altra uscita didattica, arrivati sul castello [LINK 4] a lato di Porta San Giorgio, abbiamo confrontato la recente e crescente omogeneità viticola del paesaggio verso Ovest e SW con la varietà delle sue formazioni rocciose, suggerita dai codici-colore della carta geologica: stavamo abbracciando gli ultimi 90 milioni di anni di geo-storia [LINK 5] cioè dal tempo in cui si era avviato il sollevamento alpino a quello del grande Adige postglaciale le cui sabbie sono sepolte sotto la pianura fra l’autostrada e la frazione di Castelletto [LINK 6];
● nell’itinerario esplorativo, che nel 2006 [LINK 7] fu pubblicato in forma di “album delle figurine”, ci eravamo fermati davanti a Palazzo Cavalli per capirne la diversità architettonica: un alunno, colpito dalla particolarità delle sue finestre in stile gotico-veneziano, disse che gli sembrava un “tempio indiano”. Un altro aggiunse che gli ricordava la facciata del Palazzo Ducale a Venezia. Emergeva così non solo l’età (1411) del Palazzo Cavalli [LINK 8] coevo alla dedizione di Soave alla Serenissima, ma anche l’evoluzione dei rapporti con le culture del Mediterraneo orientale.
Insomma, nelle osservazioni più volte fatte con gli alunni soavesi degli ultimi due decenni è emersa con forza l’idea che la complessità geo-storica del paesaggio locale vada compresa e condivisa fin dalla scuola primaria: in tal modo il conoscere diventa amare e può esprimersi nel condividere e valorizzare la complessità dell’identità locale, premessa necessaria per poterla offrire agli ospiti di tutto il mondo.
Concludo invitando a leggere il libro della maestra Luciana, per riflettere sull’universalità di questo percorso educativo che può trasformare l’obbligo scolastico in una “scuola felice”.

LINKS

  1. https://www.francoangeli.it/Ricerca/Scheda_Libro.aspx?ID=24469&Tipo=Libro&vedi=ebook&titolo=Una+scuola+felice%2E+Diario+di+un+esperienza+educativa+possibile
  2. https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_del_Carega
  3. https://it.wikipedia.org/wiki/Fossili_di_Bolca
  4. https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Scaligero_(Soave)
  5. il paesaggio osservabile dalla rocca su cui sorge il Castello di Soave spazia dai 90-70 milioni di anni della Scaglia Rossa (affiorante sotto Monte Nanfre, sulla dorsale di Colognola), ai 50 milioni di anni circa dei calcari eocenici (qui affioranti fino a Monte Tondo) e ai 25-20 milioni di anni dei basalti del monte Casteggion di Colognola e quelli di Monte Foscarino, che si estendono verso Est e Nord Est fino a Castelcerino e Brognoligo). Le relative formazioni geologiche sono contabili ai seguenti siti: https://it.wikipedia.org/wiki/Miocene + https://it.wikipedia.org/wiki/Luteziano + https://it.wikipedia.org/wiki/Maastrichtiano
  6. Il territorio di questa frazione del Comune di Soave è basato su un banco di sabbie atesine esteso per quasi un chilometro quadrato: posto a 32 metri sul livello del mare, va lentamente degradando verso Villabella di San Bonifacio. L’area fu gravemente danneggiata dalla grande inondazione dell’Adige del 1882, fenomeno che lasciò intuire le proporzioni avute dal fiume nella sua fase postglaciale quando la sua riva sinistra era almeno a un paio di chilometri entro le valli laterali (Val Pantena, Squaranto, Illasi etc.).
  7. www.comunesoave.it/doc/tuttamiaelacitta.ppt
  8.  http://www.soaveturismo.it/portfolio/palazzo-cavalli/

Giorgio Chelidonio

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