Palestina. Analisi del genocidio

L’ultimo Rapporto delle Nazioni Unite racconta i progressi di Israele nella sua Campagna Genocida a Gaza. Israele è intenzionato, si legge, a espellere i palestinesi, ricolonizzare Gaza e sferrare un attacco decisivo contro la Cisgiordania.

di Chris Hedges (*)

Un Rapporto delle Nazioni Unite, pubblicato lunedì, espone in dettaglio agghiacciante i progressi compiuti da Israele a Gaza nel tentativo di sradicare “l’esistenza stessa del popolo palestinese in Palestina”. Questo Progetto Genocida, avverte minacciosamente il Rapporto, “sta ora metastatizzando in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est”. 

La Nakba o “Catastrofe”, che nel 1948 vide le milizie sioniste cacciare 750.000 palestinesi dalle loro case, compiere più di 70 massacri e sequestrare il 78% della Palestina Storica, è tornata ancora più grande. È il prossimo e, forse, ultimo capitolo di “uno spostamento forzato e una sostituzione dei palestinesi a lungo termine, intenzionale, sistematica e organizzata dallo Stato”.

Francesca Albanese, la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, che ha pubblicato il Rapporto intitolato: “Genocidio Come Cancellazione Coloniale”, fa un appello urgente alla comunità internazionale affinché imponga un embargo totale sulle armi e sanzioni a Israele finché il Genocidio dei palestinesi non verrà fermato. Chiede a Israele di accettare un cessate il fuoco permanente. Chiede che Israele, come richiesto dal Diritto Internazionale e dalle Risoluzioni delle Nazioni Unite, ritiri i suoi militari e i suoi coloni da Gaza e dalla Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est.

Come minimo, Israele, senza controlli, dovrebbe essere formalmente riconosciuto come uno Stato di Apartheid e un violatore seriale del Diritto Internazionale, afferma Albanese. L’ONU dovrebbe riattivare la Commissione Speciale contro l’Apartheid per affrontare la situazione in Palestina e l’appartenenza di Israele all’ONU dovrebbe essere sospesa. In assenza di questi interventi, l’obiettivo di Israele, avverte Albanese, probabilmente si realizzerà.

“Questo Genocidio in corso è senza dubbio la conseguenza dello status eccezionale e dell’impunità prolungata che è stata concessa a Israele”, scrive. “Israele ha violato sistematicamente e flagrantemente il Diritto Internazionale, comprese le Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza e gli ordini della Corte Internazionale di Giustizia. Ciò ha rafforzato l’arroganza di Israele e la sua sfida al Diritto Internazionale. Come ha avvertito il Procuratore della Corte Penale Internazionale, “se non dimostriamo la nostra volontà di applicare la legge in modo equo, se viene vista come applicata in modo selettivo, creeremo le condizioni del suo completo fallimento. Questo è il vero rischio che corriamo in questo momento pericoloso”.

Il Rapporto dell’ONU arriva nel mezzo a un blocco israeliano del Nord di Gaza, dove oltre 400.000 palestinesi stanno subendo un assedio di fame e continui attacchi aerei nel tentativo di spopolare il Nord. Le forze israeliane hanno ucciso 1.250 palestinesi nell’assalto, lanciato il 5 ottobre, ha detto una fonte medica ad Al Jazeera. I rapporti dalla parte settentrionale di Gaza sono difficili da ottenere poiché i servizi Internet e telefonici sono stati tagliati e i pochi giornalisti sul campo continuano a essere uccisi. Gli attacchi terrestri e aerei di Israele sono concentrati su Jabaliya, Beit Lahiya e Beit Hanoun. Le unità di Protezione Civile affermano che gli è stato impedito dalle forze israeliane di raggiungere i siti dei recenti attacchi e i loro equipaggi sono stati attaccati.

Israele ha ordinato ai palestinesi di fuggire in “zone sicure” designate, ma una volta in queste “zone sicure” sono stati attaccati e hanno ricevuto l’ordine di spostarsi in nuove “zone sicure”.
“Gli sfollati sono stati sistematicamente inseguiti e presi di mira nei rifugi, comprese le scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’Impiego dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), il 70% delle quali è stato ripetutamente attaccato da Israele”.
A maggio, l’invasione israeliana di Rafah ha causato lo sfollamento di quasi un milione di palestinesi, spinti nella parte meridionale di Gaza a causa degli ordini di evacuazione israeliani, in “deserti inabitabili di macerie, liquami e corpi in decomposizione”, nota Albanese.
Ad agosto, il 90% della popolazione di Gaza di 2,3 milioni di palestinesi era sfollata “in condizioni terribili”, secondo l’ONU.

I mesi di “incessante spostamento di esseri umani stremati da un’area pericolosa all’altra, in fuga da bombe e proiettili, con minime possibilità di fuga, tra perdite, paura e dolore e con scarso accesso a rifugi, acqua pulita, cibo e assistenza sanitaria, hanno inflitto danni incalcolabili, soprattutto ai bambini”, si legge nel Rapporto. “Il movimento dei palestinesi sfollati assomiglia alle Marce Della Morte dei Genocidi passati e alla Nakba. Lo sfollamento forzato recide il legame con la terra, indebolendo la sovranità alimentare e l’appartenenza culturale e innescando ulteriori sfollamenti. I legami comunitari sono spezzati, il tessuto sociale è fatto a pezzi e le riserve di Resilienza sono esaurite. Lo spostamento forzato sistematico contribuisce alla “distruzione dello spirito, della volontà di vivere e della vita stessa”.

Il continuo spostamento da una parte all’altra di Gaza, molti palestinesi sono stati sfollati nove o dieci volte, è accompagnato da appelli da parte dei funzionari israeliani a “ricolonizzare Gaza” e incoraggiare il “trasferimento volontario di tutti i cittadini di Gaza” in altri Paesi.
Israele ha ucciso almeno 43.163 persone a Gaza e ne ha ferite 101.510 in incursioni e bombardamenti dal 7 ottobre 2023. Si stima che 1.139 persone siano state uccise, alcune dalle forze israeliane, durante l’incursione di combattenti palestinesi armati in Israele e più di 200 sono state prese in ostaggio. In Libano, almeno 2.787 persone sono state uccise e 12.772 ferite dall’inizio dell’assalto israeliano a Gaza, con 77 uccisi negli attacchi in tutto il Paese solo martedì.

Il Rapporto ha trovato prove che Israele ha compiuto “più di 93 Massacri”.
Gli investigatori delle Nazioni Unite ammettono che il numero dei morti a Gaza è probabilmente una sottostima enorme, dato che almeno 10.000 persone, tra cui 4.000 bambini, sono scomparse, probabilmente sepolte sotto le macerie, dove “le voci di coloro che sono intrappolati e stanno morendo sono spesso udibili”. Altri palestinesi, un “numero incerto”, sono stati catturati dalle forze israeliane e “scomparsi”.

Israele ha ripetutamente attaccato siti di distribuzione di aiuti, accampamenti di tende, ospedali, scuole e mercati “attraverso l’uso indiscriminato di fuoco aereo e cecchini”. Il Rapporto nota che “almeno 13.000 bambini, tra cui più di 700 neonati, sono stati uccisi, molti colpiti alla testa e al petto”, mentre circa “22.500 palestinesi hanno riportato ferite che li hanno resi fisicamente menomati”. 

“La frequenza inquietante e l’insensibilità dell’uccisione di persone chiaramente civili sono ‘emblematiche della natura sistematica’ di un intento distruttivo”, si legge nel Rapporto. “Hind Rajab, sei anni, uccisa con 355 proiettili dopo aver implorato aiuto per ore; il massacro mortale da parte dei cani di Muhammed Bhar, affetto dalla sindrome di Down; l’esecuzione di Atta Ibrahim Al-Muqaid, un uomo anziano e sordo, nella sua casa, in seguito vantato dal suo assassino e da altri soldati sui social media; i bambini prematuri deliberatamente lasciati morire di morte lenta e decomporsi nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Al-Nasr; l’uomo anziano, Bashir Hajji, ucciso durante il tragitto verso Gaza meridionale dopo essere apparso in una fotografia propagandistica di un ‘corridoio sicuro’; Abu al-Ola, l’ostaggio ammanettato ucciso da un cecchino dopo essere stato mandato all’Ospedale Nasser con ordini di evacuazione. Quando la polvere si diraderà su Gaza, la vera portata dell’orrore vissuto dai palestinesi sarà nota”.

Il Genocidio ha trasformato il paesaggio in una landa desolata e tossica.

“Quasi 40 milioni di tonnellate di detriti, tra cui ordigni inesplosi e resti umani, contaminano l’ecosistema”, continua il Rapporto. “Più di 140 siti di smaltimento rifiuti temporanei e 340.000 tonnellate di rifiuti, acque reflue non trattate e tracimazioni fognarie contribuiscono alla diffusione di malattie come l’epatite A, infezioni respiratorie, dissenteria e malattie della pelle. Come promesso dai leader israeliani, Gaza è stata resa inadatta alla vita umana”.

In un ulteriore affondo, lunedì il Parlamento israeliano ha approvato una legge per vietare all’UNRWA, un’ancora di salvezza per i palestinesi di Gaza, di operare sul territorio israeliano e nelle aree sotto il controllo di Israele. Il divieto quasi certamente assicura il crollo della distribuzione degli aiuti, già paralizzata, a Gaza.

Al 20 ottobre, 233 operatori dell’UNRWA sono stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre 2023, rendendolo il conflitto più mortale per gli operatori delle Nazioni Unite.

Israele ha ampliato la sua “zona cuscinetto” lungo il perimetro di Gaza al 16% del territorio, nel processo di radere al suolo case, condomini e fattorie. Ha spinto oltre l’84% dei 2,3 milioni di persone a Gaza in “una ‘zona umanitaria’ in contrazione e insicura che copre il 12,6% di un territorio ora riconfigurato in preparazione all’annessione”. Le immagini satellitari indicano che l’esercito israeliano ha costruito strade e basi militari in oltre il 26% di Gaza, “suggerendo l’obiettivo di una presenza permanente”. 

Il blocco dei prodotti alimentari è accompagnato dalla distruzione di impianti di trattamento delle acque, sistemi fognari, serbatoi, convogli di aiuti, strutture sanitarie e punti di distribuzione alimentare: folle di persone disperate in attesa di cibo “sono state Massacrate” dai soldati israeliani.

Israele ha praticamente cancellato strutture e servizi medici a Gaza. Ha danneggiato 32 dei 36 ospedali, con 20 ospedali e 70 dei 119 centri sanitari primari inabili. Ad agosto aveva attaccato strutture sanitarie 492 volte. Israele ha assediato l’Ospedale Al-Shifa per la seconda volta a marzo e aprile, uccidendo più di 400 persone e arrestandone 300, tra cui medici, pazienti, sfollati e dipendenti pubblici. Ha effettuato un’evacuazione forzata di tutti i 650 pazienti dell’Ospedale Al-Aqsa tranne 100.

“Ad agosto”, si legge nel Rapporto, “i permessi di ingresso per le organizzazioni umanitarie sono quasi dimezzati. L’accesso all’acqua è stato limitato a un quarto dei livelli precedenti al 7 ottobre. Circa il 93% delle economie agricole, forestali e ittiche è stato distrutto; il 95% dei palestinesi affronta alti livelli di insicurezza alimentare acuta e privazione per i decenni a venire”.

“Negli ultimi mesi, all’83% degli aiuti alimentari è stato impedito di entrare a Gaza e la polizia civile di Rafah è stata ripetutamente presa di mira, compromettendo la distribuzione”, si legge nel Rapporto. “Almeno 34 decessi per malnutrizione sono stati registrati fino al 14 settembre 2024”.

Queste misure “indicano l’intenzione di distruggere la popolazione di Gaza attraverso la fame”.

I palestinesi detenuti dall’Esercito di Occupazione “sono stati sistematicamente abusati in una rete di campi di tortura israeliani. Migliaia di persone sono scomparse, molte dopo essere state detenute in condizioni spaventose, spesso legate a letti, bendate e private di cure mediche, sottoposte a condizioni antigieniche, fame, torture, gravi percosse, elettrocuzione e aggressioni sessuali da parte di militari e cani soldato. Almeno 48 detenuti sono morti in custodia”.

Il Rapporto cita il ruolo dei media israeliani nell’”Incitamento” al Genocidio “aiutando a promuovere un clima di odio incontrollato”.

Il Rapporto critica i media israeliani per aver dato spazio ai “Sostenitori del Genocidio” e aver nascosto “i fatti al pubblico israeliano”. Allo stesso tempo, l’esercito israeliano ha ucciso oltre 130 giornalisti palestinesi.

I palestinesi sono equiparati agli Amaleciti, i nemici biblici degli israeliti, così come ai Nazisti, per giustificare il loro Sterminio.

Il Rapporto di Francesca Albanese, in una sezione intitolata “Rischio di Genocidio in Cisgiordania, Inclusa Gerusalemme Est”, nota che Israele ha accelerato i suoi attacchi letali, le detenzioni e i sequestri di terreni in Cisgiordania.

“La Condotta Genocida a Gaza ha creato un precedente inquietante per la Cisgiordania”, osserva.

Nel maggio 2024, il governo della Cisgiordania è stato “ufficialmente trasferito dalle autorità militari a quelle civili, un’ulteriore annessione giuridica, e posta sotto il controllo di Bezalel Smotrich, un politico impegnato nel progetto di Eretz Yisrael (Terra di Israele)”, si legge nel Rapporto. “È stata quindi approvata la più grande appropriazione di terreni in 30 anni”. 

Smotrich, il Ministro delle Finanze, afferma che ci sono “due milioni di Nazisti” in Cisgiordania. Ha minacciato di trasformare parti della Cisgiordania in “città in rovina come nella Striscia di Gaza” e ha affermato che far morire di fame l’intera popolazione di Gaza era “giustificato e morale”, anche se fossero morte due milioni di persone. Anche il Ministro degli Esteri Israel Katz ha chiesto che la Cisgiordania riceva lo stesso trattamento di Gaza.

Migliaia di palestinesi nelle città di Jenin, Nablus, Qalqilya, Tubas e Tulkarem in Cisgiordania vivono per giorni sotto coprifuoco, il che rende difficile l’accesso a cibo e acqua. Come a Gaza, l’esercito israeliano, durante la sua Operazione Campi Estivi, ha “preso di mira le ambulanze, bloccato gli ingressi degli ospedali e assediato l’Ospedale di Jenin. I bulldozer hanno distrutto strade, rete elettrica e infrastrutture sanitarie pubbliche”. 

Droni e aerei da guerra effettuano attacchi aerei. I posti di blocco, e i blocchi stradali israeliani rendono i viaggi difficili o impossibili. Israele ha sospeso i trasferimenti finanziari all’Autorità Nazionale Palestinese, che nominalmente governa la Cisgiordania in collaborazione con Israele. Ha revocato 148.000 permessi di lavoro per coloro che avevano un impiego in Israele.

“Il Prodotto Interno Lordo (PIL) della Cisgiordania è diminuito del 22,7%, quasi il 30% delle aziende ha chiuso e sono stati persi 292.000 posti di lavoro”, si legge nel Rapporto. Oltre 692 palestinesi, “10 volte la media annuale di 69 vittime dei 14 anni precedenti”, sono stati uccisi e più di 5.000 sono rimasti feriti. Dei 169 bambini palestinesi uccisi, “quasi l’80% è stato colpito alla testa o al petto”.

Da agosto, nel Campo Profughi di Jenin “circa 180 abitazioni sono state rase al suolo e 3.800 strutture danneggiate, distruggendo o danneggiando la rete elettrica, i servizi pubblici e le strutture, sfollando migliaia di famiglie e causando disordini diffusi. Più di 181.000 palestinesi sono stati colpiti, più e più volte”.

Il rapporto respinge l’affermazione secondo cui Israele sta portando avanti l’assalto a Gaza e in Cisgiordania per “difendersi”, “sradicare Hamas” o “riportare a casa gli ostaggi”, accusando queste affermazioni di “camuffamento”, un modo per “invisibilizzare il Crimine”. L’Intento Genocida, come sottolinea il Giudice Dalveer Bhandari della Corte Internazionale di Giustizia, “può coesistere con altri secondi fini”.

Piuttosto, l’incursione in Israele da parte di Hamas e altri combattenti della Resistenza il 7 ottobre. “ha fornito l’impulso per avanzare verso l’obiettivo di un ‘Grande Israele’”.

“Nel contesto in cui Israele ignora la direttiva della Corte Internazionale di Giustizia per porre fine all’Occupazione illegale, l’obiettivo di sradicare la Resistenza contraddice i diritti all’autodeterminazione e di Resistere a un Regime Oppressivo, protetti dal Diritto Internazionale Consuetudinario”, si legge nel Rapporto. “Inoltre, descrive l’intera popolazione come impegnata nella Resistenza e quindi eliminabile. Continuando a sopprimere il diritto all’autodeterminazione, Israele sta replicando casi storici in cui l’autodifesa, la controinsurrezione o l’antiterrorismo sono stati utilizzati per giustificare la distruzione di un gruppo, portando al Genocidio”. 

Nota che Israele, anziché rispettare gli Accordi di Oslo del 1993, che avrebbero dovuto portare a una Soluzione a Due Stati, ha aumentato le sue colonie in Cisgiordania da 128 a 358 e il numero di coloni ebrei “è cresciuto da 256.400 a 714.600”. Israele ha approvato la Legge sullo Stato-Nazione del 2018 che afferma la sovranità ebraica esclusiva su “Eretz Yisrael” (Terra di Israele) e definisce “l’insediamento ebraico” su Terra Palestinese Occupata una “priorità nazionale”. Coltiva “una Dottrina politica che inquadra le affermazioni palestinesi di autodeterminazione come una minaccia alla sicurezza di Israele” e la usa “per legittimare l’Occupazione Permanente”. 

“L’attuale intenzione di distruggere il popolo in quanto tale non potrebbe essere più evidente dalla condotta israeliana se vista nella sua totalità”, afferma il Rapporto.

Un “documento concettuale” trapelato del Ministero dell’Intelligence israeliano nell’ottobre 2023 delinea il Piano per espellere l’intera popolazione di Gaza in Egitto e ricolonizzare Gaza. È un Piano che Israele sembra seguire.

Francesca Albanese scrive che Israele sta replicando gli schemi dei Genocidi del passato. Crea attraverso la sua retorica un’”atmosfera vendicativa” che condiziona i soldati a essere “carnefici volontari”. Afferma di agire per legittima difesa mentre prende di mira una popolazione civile. Sta cancellando l’infrastruttura che sostiene la vita, un processo di “Genocidio per logoramento”. Usa la fame come arma. Sta tentando di nascondere i suoi Crimini uccidendo giornalisti palestinesi e dipendenti delle Nazioni Unite e bloccando le agenzie e i media internazionali da Gaza.

Abbiamo già visto il Genocidio. Abbiamo anche visto la complicità o il silenzio di nazioni che hanno il potere di intervenire. La storia non si ripete, ma troppo spesso si ripresenta.

(*) Tratto da https://chrishedges.substack.com. Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org.
Immagine: Bibi on Board – by Mr. Fish.
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’Ufficio per il Medio Oriente e dell’Ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.
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alexik

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