Parole (affrettate) e fatti (sauditi)
La rubrica settimanale (con brevi testi e fotomontaggi) di Chief Joseph: 193esimo appuntamento
Il 13 aprile nel porto di Genova è approdata una nave saudita carica di armi ed esplosivi provenienti dagli Usa e diretta in Arabia e Emirati Arabi. La legge italiana vieta il transito di armi dirette a Paesi impegnati in guerre “sporche” come è il massacro del popolo yemenita. Il governo Conte-2 aveva revocato il permesso per vendere armi ai sauditi, ma il governo Draghi lo ha ripristinato. (FONTE: «Il Fatto Quotidiano», 14 aprile)
Roberto Saviano ha twittato la foto di un bambino ucraino orrendamente mutilato e ha commentato: «Non cercare alibi alla guerra di Putin è il dovere di chi traccia memoria di questo conflitto che si accanisce sui corpi dei civili. Rispettare questo dolore significa non farsi cassa di risonanza della propaganda di Mosca». Però quel bimbo fu orrendamente mutilato, nel 2015 in Donbass, da una granata delle milizie ucraine. Andò peggio al fratellino, che rimase ucciso.
L’AUTORE
Chief Joseph – o se preferite Capo Giuseppe – è stato una guida (militare e spirituale) dei Nasi Forati, un popolo nativo americano. Si chiamava in realtà Hinmaton Yalaktit, che in lingua niimiipuutímt significa Tuono che rotola dalla montagna. Da tempo riceviamo molti contributi alla “bottega” firmati Chief Joseph. Sono fotomontaggi per dialoghi immaginari (spesso volutamente anacronistici) a commentare una notizia o un breve testo. Ci piacciono per l’estrema sintesi e la contrapposizione fra mondi diversi. Così la “bottega” ha chiesto a Chief Joseph di prendersi uno spazio fisso (come hanno da tempo le vignette di Energu) e lui ha accettato: faremo il mercoledì mattina. [db]