Pena di morte: cattive notizie da Usa, Sri Lanka e Filippine
Il nuovo numero del Foglio di collegamento del Comitato Paul Rougeau
Andrea Camilleri, socio onorario del Comitato Paul Rougeau
TRUMP RESUSCITA LA PENA DI MORTE A LIVELLO FEDERALE
Con sole tre esecuzioni portate a termine nell’ultimo mezzo secolo, la pena di morte a livello federale negli Usa era considerata di fatto estinta. Ci pensa ora Donald Trump a resuscitarla.
L’Attorney General (ministro della Giustizia) degli Stati Uniti, William Pelham Barr, il 25 luglio ha annunciato la ripresa delle esecuzioni a livello federale rendendo noto che sono state fissate le date di esecuzione di 5 condannati.
“Il Congresso ha espressamente autorizzato la pena di morte con la legge approvata dai rappresentanti del popolo in tutti e due i rami del Congresso e firmata dal Presidente” ha dichiarato Barr. “Sotto le amministrazioni dei due partiti [Democratico e Repubblicano] il Dipartimento di Giustizia ha chiesto la pena di morte per i peggiori criminali, tra cui questi cinque omicidi, ciascuno dei quali fu condannato da una giuria di suoi pari dopo un procedimento esaustivo e giusto. Il Dipartimento di Giustizia attua lo stato di diritto – noi lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie di eseguire le sentenze emesse dal nostro sistema di giustizia.”
La notizia ha suscito grande scalpore in tutto il mondo dal momento che a livello federale – con sole 3 esecuzioni portate a termine dopo il ripristino della pena di morte federale avvenuto nel 1988 (nota 1) – la pena capitale era considerata estinta.
Essendo evidente che l’iniziativa forcaiola origina dal presidente Donald Trump, lo sdegno del mondo civile è diretto in primo luogo nei riguardi di costui.
Nel calendario delle prossime esecuzioni federali vediamo che dovranno essere messi a morte nella prigione federale di Terre Haute nell’Indiana: Daniel Lewis Lee, il 9 dicembre; Lezmond Mitchell, l’11 dicembre; Wesley Purkey, il 13 dicembre; Alfred Bourgeois, il 13 gennaio 2020; Dusten Honken, il 15 gennaio 2020.
Tali condannati sono accusati di crimini terribili consumati ai danni di bambini, ma non saranno gli unici ad essere messi a morte prossimamente. Il Dipartimento di Giustizia ha preannunciato la fissazione delle date di esecuzione per altri fra i 62 ospiti del braccio della morte federale (nei bracci della morte statali si trovano attualmente 2.743 condannati).
È stato reso noto che per uccidere i condannati verrà usato un solo farmaco che si ritiene di facile reperimento: il pentobarbital.
(1) Si tratta delle esecuzioni di Timothy McVeigh, messo a morte l’11 giugno 2001 – vedi numero 87 – di Juan Raul Garza, messo a morte il 19 giugno 2001, e di Louis Jones, messo a morte il 18 marzo del 2003 (vedi numero 106). Queste 3 esecuzioni sono state le uniche ad essere portate a termine dopo il 15 marzo 1963 quando Victor Feguer, colpevole del rapimento e dell’uccisione di un ostaggio, un reato federale, fu impiccato nello Iowa. Feguer riteneva a buon diritto di essere l’ultimo nella storia degli USA ad essere ‘giustiziato’ in ambito federale. “Confido veramente di essere l’ultimo ad andare” disse prima di essere incappucciato.
IL PRESIDENTE DELLO SRI LANKA OTTERRÀ LA PENA DI MORTE ?
La determinazione del presidente dello Sri Lanka, che vuole ripristinare la pena di morte in un Paese che non la usa da quarant’anni, è pari a quella del Parlamento che si oppone al ripristino.
Maithripala Sirisena, presidente dello Sri Lanka, vuole a tutti i costi resuscitare la pena di morte nel suo Paese, non più usata dal 1976. E anzi, dato per scontato di riuscirci, ha bandito un concorso per l’assunzione dei boia tra i maschi di età compresa tra i 18 e i 45 anni dotati di “un eccellente carattere morale” e di “forza mentale”: fra 100 candidati ne sono stati scelti 2. Il 26 giugno aveva già fissato le date per l’impiccagione di 4 condannati per spaccio di droga, senza rivelare le date delle esecuzioni né i nomi dei detenuti da impiccare.
L’iniziativa di Sirisena ha trovato una inaspettata forte resistenza nel Parlamento dello Sri Lanka che ha deciso di sospendere sino alla fine di ottobre le esecuzioni già fissate. Il parlamentare Bandula Lal Boscolo ha presentato una proposta di legge per abolire definitivamente la pena di morte e sostituirla con l’ergastolo.
Sirisena da una parte si dice sicuro di vincere la sua lugubre battaglia e dall’altra, il 14 luglio, ha minacciato una ‘giornata di lutto nazionale’ caso mai la perdesse.
I dati diffusi dal governo dello Sri Lanka dimostrano che effettivamente l’uso delle droghe è molto diffuso tra i giovani nel Paese. I dati raccolti dalla polizia e dalla task force presidenziale sulla prevenzione della tossicodipendenza dicono che 150.000 minorenni usano eroina e 6.100 di essi sono diventati dipendenti da eroina. 300.000 giovani fanno uso di cannabis.
Maithripala Sirisena si è sforzato di giustificare la sua iniziativa sia con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che con Amnesty International, senza riuscirci.
Lo Sri Lanka ha firmato dichiarazioni internazionali contro la pena di morte e la proposta del presidente non ha migliorato la posizione internazionale del Paese. Lo Sri Lanka ha firmato sia la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che il Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, trattati che enfatizzano il diritto alla vita e obbligano gli Stati ad imporre la pena di morte solo nelle circostanze più eccezionali e per i reati più gravi, tra i quali non si possono annoverare i reati di droga.
IL PRESIDENTE DELLE FILIPPINE VUOLE IMPICCARE I CRIMINALI
Rodrigo Duterte, il sanguinario Presidente delle Filippine, mandante di migliaia di esecuzioni extragiudiziali, ha rilanciato la sua iniziativa per introdurre la pena capitale nel suo Paese.
“Usa una fune per appenderli ed evita di sprecare i soldi della gente” ha detto la sera del 25 luglio il presidente della Filippine Rodrigo Duterte lanciando una campagna per il ripristino della pena di morte nel suo Paese (1).
Duterte ha detto che se potesse fare a modo suo, userebbe le corde per impiccare invece di sprecare soldi per comprare i proiettili per il plotone d’esecuzione.
La politica aggressiva di Rodrigo Duterte ha un notevole supporto popolare. Alla vigilia della sua vittoria nelle elezioni presidenziali del 2016 Duterte aveva apertamente dichiarato: “Se arrivo al palazzo presidenziale farò esattamente ciò che ho fatto come sindaco. Voi spacciatori, rapinatori e buoni a nulla fareste meglio ad andarvene perché vi ucciderò”.
Duterte ha ora detto di condividere la proposta del senatore Christopher “Bong” Go, di includere il saccheggio tra i reati capitali.
Go si era lamentato del fatto che non sembra esserci un minimo sostegno dei suoi colleghi al Senato per includere il reato di saccheggio tra quelli punibili con la morte.
Duterte ha detto che non ci sono motivi per rifiutare la proposta di Go da parte dei parlamentari o dei funzionari del governo a meno che non siano corrotti.
Il portavoce presidenziale Salvador Panelo ha dichiarato che Duterte sostiene la pena di morte per punire i crimini commessi sotto l’effetto di droghe e durante i saccheggi.
Il capo della polizia filippina Oscar Albayalde ha espresso il suo favore al ripristino della pena di morte, dicendo di preferire l’iniezione letale come metodo di esecuzione.
“Probabilmente non è la cosa più importante, ma qui siamo persone civili e l’iniezione letale sarebbe sufficiente” ha detto Albayalde.
Egli ha affermato che la pena di morte “probabilmente” costituirà un deterrente per gli spacciatori di droga e i finanziatori, ma ha sottolineato che un’applicazione più rigorosa della legge è ancora il mezzo migliore.
Oscar Albayalde ha detto anche che l’imposizione della pena di morte dovrebbe dipendere dal volume di droghe sequestrate alla persona condannata per il crimine.
Secondo Albayalde la pena di morte dovrebbe essere comminata solo a coloro che trafficano chili di droga e a coloro che gestiscono laboratori per la produzione della droga.
Albayalde ha affermato che la pena di morte non andrebbe contro i poveri, sostenendo che la pena capitale dovrebbe essere applicata nei confronti dei grandi trafficanti.
Il presidente del Senato Vicente Sotto III ha dichiarato che l’iter per reintrodurre la pena di morte potrebbe essere facilitato se la proposta legislativa riguardasse solo i grossi trafficanti.
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Sulle migliaia di esecuzioni extragiudiziali ordinate da Rodrigo Duterte e sulle sue richieste della pena di morte vedi numeri 229; 230; 231 (2 articoli); 233; 236; 238; 239; 240; 244 (Notiziario); 247 (Notiziario).
(*) I numeri arretrati del Foglio di Collegamento, ai quali si riferiscono le note in calce agli articoli di questo numero, si trovano nel sito: www.comitatopaulrougeau.org/fogli-di-collegamento-precedenti
LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO NUMERO DEL “NOTIZIARIO” (A SEGUIRE IL SOMMARIO)
Vi scriviamo in pieno agosto per darvi notizie importanti sugli Stati Uniti d’America che non possono aspettare. Cominciamo col parlarvi dalla ripresa delle esecuzioni a livello federale, che avviene, in maniera massiccia, per volere del presidente Donald Trump.
Il secondo articolo riguarda l’incombente minaccia dell’esecuzione di Larry Swearingen, fissata in Texas per il 21 agosto. Larry è un nostro amico. Abbiamo cercato di aiutare Larry anche finanziariamente, per la sua difesa legale, nel corso degli anni. Ci domandiamo se il suo avvocato riuscirà ad evitargli, per la sesta volta, l’iniezione letale.
Leggerete poi che i presidenti sanguinari di due Paesi lontani, lo Sri Lanka e le Filippine stanno cercando con determinazione di dare lavoro ai boia… non sappiamo se ci riusciranno.
Questo e. altro… L’ultimo articolo ricorda Andrea Camilleri, il simpatico brillante scrittore che è stato negli ultimi anni un convinto Socio onorario del Comitato Paul Rougeau.
Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau
SOMMARIO DEL NUMERO 261
Trump resuscita la pena di morte a livello federale
Larry Swearingen riuscirà ad arrivare a fine mese?
North Carolina: pena di morte per un delitto efferato
Il presidente dello Sri Lanka otterrà la pena di morte?
Il presidente delle Filippine vuole impiccare i criminali
Ho assistito ad un’esecuzione. Questo è ciò che ho visto
Addio, caro socio Andrea Camilleri!
Notiziario: California, Cina, Indiana, Iran, New Mexico, North Carolina, Texas
Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 31 luglio 2019
AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI
È di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell’entusiasmo e delle risorse personali di nuovi aderenti. Pertanto facciamo affidamento sui nostri soci pregandoli di trovare altre persone sensibili alla problematica della pena di morte disposte ad iscriversi alla nostra associazione.
Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale.
Cercate soci attivi. Chiunque può diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del Comitato Paul Rougeau.
Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle scuole dopo un periodo di formazione al seguito di soci già esperti.
Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni. Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione, produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni urgenti, si occupi della gestione dei soci, della raccolta fondi ecc.
Se ogni socio riuscisse ad ottenere l’iscrizione di un’altra persona, l’efficacia della nostra azione aumenterebbe enormemente!
ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU
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Le vignette (riprese dalla rete) sono di NATANGELO e di ROUGE.