Pena di morte: la «cintura elettrica» di Rodney Young
Un articolo ripreso dal «Foglio di collegamento» del Comitato Paul Rougeau. A seguire (come ogni mese) la presentazione del nuovo numero e l’indice
LA CINTURA ELETTRICA FALSÒ IL PROCESSO DI RODNEY YOUNG IN GEORGIA?
Negli USA l’imputato può essere costretto ad indossare una cintura, capace di infliggere scariche a 50.000 volt, durante il suo processo capitale.
Cinque anni fa, in Georgia, Rodney Young – accusato di aver ucciso nel 2008 il figlio della sua ex fidanzata – fu costretto a indossare una cintura capace di liberare scariche elettriche a 50.000 volt durante il processo in cui fu condannato a morte. Contestando questo fatto e la disabilità mentale di Young, il 6 dicembre scorso i suoi avvocati hanno chiesto l’annullamento del processo tenutosi nel 2012.
Le cinture elettrificate sono realizzate in Florida dalla NOVA Security. Brian Dillard, istruttore dipendente della società, spiega: “L’intero progetto è essenzialmente per garantire il trasporto di persone ad alto rischio e la sicurezza all’interno di un’aula di tribunale nel caso di detenuti che potrebbero essere violenti, che hanno alle spalle una storia di evasioni o di tentate evasioni.”
Gli avvocati di Rodney Young hanno obiettato però che il loro cliente non presentava queste caratteristiche. A detta dei testimoni era sempre rimasto seduto tranquillo e composto durante le udienze. L’avvocato Brian Stull dell’ACLU (Unione Americana per la Libertà Civili) ha affermato: “Un giurato riferì alle guardie del tribunale che l’imputato sembrava molto in ansia e che questo rendeva ansioso anche lui. Voleva che gli confermassero che la sicurezza era alta perché non capiva come mai il prigioniero sembrasse così in ansia. Noi invece sappiamo qual era la ragione.”
La cintura elettrica non solo terrorizzava Young, ma ovviamente gli impediva anche di partecipare in modo normale al processo.
C’è un precedente analogo: l’uso di una cintura elettrica durante un processo ha indotto una corte d’appello dell’Indiana ad annullare una condanna a morte lo scorso mese di agosto.
Il fabbricante di questi atroci mezzi di coercizione – condannati senza mezzi termini da Amnesty International – ha detto che agli imputati viene spiegato come funziona la cintura, prima di costringerli ad indossarla, e che essa non costituisce per loro niente di più minaccioso della presenza stessa delle guardie.
Vale la pena guardare il terribile filmato pubblicitario diffuso dalla NOVA Security per reclamizzare le sue cinture, per capire quanto l’affermazione del fabbricante sia falsa. In questa pubblicità si vedono alcuni imputati che aggrediscono le persone presenti nell’aula del tribunale, tranne gli imputati che indossano queste cinture. Essi infatti crollano al suolo contorcendosi per il dolore dopo pochissimi istanti da quando assumono un comportamento aggressivo. (nota 1).
- Vedi: https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=Lt7v0J2HkIs
Kumi Naidoo, nuovo Segretario Generale di Amnesty International
PRESENTAZIONE DEL «FOGLIO DI COLLEGAMENTO» (numero 244, dicembre 2017)
Cominciamo con un bilancio di fine anno sulla pena di morte negli Stati Uniti e in Texas. Bilancio incoraggiante con la pena capitale che continua il suo declino. Un declino troppo lento per noi ma indubitabile.
I sostenitori della massima sanzione negli Stati Uniti, come il governatore della Florida Rick Scott, resistono con arroganza e ottengono qualche successo. Ma alla fine vinceranno coloro che guardano al futuro, come l’accusatrice nera Aramis Ayala, indomita oppositrice di Scott.
Se l’accusatrice Ayala è senza mezzi termini contraria alla pena capitale in Florida, in Texas un’altra accusatrice, Lucy Wilke, si batte per salvare la vita di Jeff Wood, un individuo che lei stessa fece condannare alla pena capitale 10 anni fa.
La pena di morte è come una droga capace di produrre effetti psichici impensabili. A esempio in Nevada sono i condannati a morte che vogliono essere uccisi. Emblematico è il caso di Scott Dozier che da più di un anno chiede di ricevere l’iniezione letale ma non viene accontentato perché lo Stato non riesce a procurarsi il farmaco che anestetizza e non fa soffrire i morituri.
Torniamo ancora sulla sete omicida del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump che continua a invocare la pena di morte anche se, per fortuna, le sue uscite non hanno ancora avuto rilevanti conseguenze pratiche.
Le uccisioni dei sospetti membri dell’ISIS in Iraq vengono compiute senza rispettare il diritto alla vita e nemmeno i requisiti minimi del giusto processo.
Facciamo anche un po’ di storia parlando di come avvenne l’abolizione della pena di morte in Francia, che finì all’inizio degli anni Ottanta soprattutto per merito di Robert Badinter.
Se a volte siamo portati a credere che la civiltà abbia ormai seppellito certi metodi di tortura, dobbiamo ricrederci riflettendo sulle cinture elettriche applicate ai detenuti sotto processo in Georgia (e prodotte in Florida).
Come al solito vi invito a leggere sia gli articoli maggiori che quelli minori lasciando a voi di individuare le questioni più importanti trattate negli uni e negli altri.
Scriveteci all’indirizzo paulrougeau@tiscali.it per comunicarci il vostro parere su quanto scriviamo, per chiederci ulteriori informazioni riguardo ai temi trattati, per domandarci dell’andamento delle nostre campagne in corso, per comunicarci il vostro accordo o il vostro disaccordo sulle posizioni che assumiamo.
Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau
Sito Web del Comitato Paul Rougeau: www.comitatopaulrougeau.org
Pagina Facebook: Amici e sostenitori comitato Paul Rougeau contro la pena di morte
SOMMARIO
Negli USA poche esecuzioni e scarso sostegno per la pena capitale
Il Texas primeggia ancora ma il suo braccio della morte si sgonfia
Il governatore della Florida ed Aramis Ayala sempre in lotta
Fece condannare a morte Jeff Wood in Texas: ora lo vuol salvare
In Nevada i condannati a morte vogliono essere uccisi?
La cintura elettrica falsò il processo di Rodney Young in Georgia?
Trump vuole la pena di morte per i terroristi
Esecuzioni di massa di “terroristi” in Iraq
Residente in Svezia condannato a morte in Iran per spionaggio
Violazioni dei diritti umani delle minoranze in Myanmar
Morto l’omicida che innescò l’abolizione in Francia
Kumi Naidoo, nero sudafricano, Segretario Generale di Amnesty
Notiziario: Filippine, Iraq, Giappone
Questo numero è aggiornato con le informazioni disponibili fino al 5 gennaio
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ABBIAMO “RUBATO” TRE VECCHIE – ma sempre attuali e tragicamente vere – VIGNETTE A MURO BIANI