Per favore Bob «racconta ancora»
recensione a «Storie di terre e impero», antologia di Robert Silverberg
Due romanzi brevi e cinque racconti di Robert Silverberg, 81 anni appena compiuti e perciò l’ultimo “patriarca” (in senso buono) dell’«era d’oro della fantascienza»: grazie alle Edizioni della vigna che nell’antologia «Storie di terre e impero» – 352 pagine per 17 euri con la copertina di Alexa Cesaroni, un ritratto di Giuseppe Festino e una ricchissima bibliografia aggiornata al 2015; le traduzioni sono di Annarita Guarnieri, Antonio Bellomi e Fabio F. Centamore – per proporre questa piccola “summa” silverberghiana con 4 inediti assoluti e una storia apparsa solo in ebook.
Per chi è da tempo appassionata/o di fantascienza il primo racconto dell’antologia, cioè «(Ora + n, Ora – n)» (*) del 1972 di certo è rimasto nei meandri della memoria, nello scaffale contrassegnato da «ooooooooooh». Vincerà il mix di amore e sesso oppure la coppia Borsa-soldi? Un pareggio o un compromesso in questo match è possibile? E l’evoluzione, darwinianamente parlando, può essere d’aiuto? Imperdibile. A chi è digiuno di science fiction ricordo che la sigla PSI non indica sempre il partito che fu prima di Nenni e poi di Bettino (“bottino”?) Craxi.
Dopo questo capolavoro qualcosa vi apparirà meno bello oppure più ovvio nella trama ma … capiamoci subito: Silverberg è sempre gradevolissimo nella scrittura e nei personaggi; secondo me non riuscirebbe ad annoiare persino se si impegnasse, perciò persino nelle sue opere meno riuscite è piacevole. Qui per esempio i racconti «Viaggiando nell’impero», «Viaggiatori» e «Alla ricerca della Fontana» – rispettivamente del 1995, del 1997 e del 1992 – decisamente vengono tirati per le lunghe (a esser pignoli uno non è fantascienza ma quanto a ciò vale la regola numero 24 cioè «ekissene») però per questi tre vale intonare «… tedio per favore va via, tanto tu a casa mia no, non entrerai mai» come canterebbero dalle parti del Brasile.
Di nuovo amore – stavolta struggente – fuori dai sentieri già noti in «Finché morte non ci separi» del 1996 dove fra l’altro Silverberg ci ricorda: «chi ha detto che il passato è un altro Paese aveva ragione».
Veniamo ai due romanzi brevi, «Il colonnello torna fra le stelle» (del 2004) e «L’ imperatore e la maula» (del 2007): nessuno dei due entrerà nel suddetto scaffale contrassegnato da «ooooooooooh» ma è un piacere leggerli e per il secondo si aggiunge quasi subito il dubbio se Silverberg si sia ispirato a «Le mille e una notte» per stravolgerne il finale o se la sorpresa sia in agguato altrove.
«Raccontami un’altra storia, Laylah» leggiamo nel finale di «L’imperatore e la maula» e ovviamente io devo parafrasare/tradurre in «Raccontaci molte altre storie (** ) Bob… e grazie».
Chi si diletta di cucina prenda nota dei suggerimenti – solo in parte fantascientifici – a pagina 112. Chi è artista invece valuti se l’idea di opere che mutano ogni due ore sia un terreno praticabile.
Infine chiedo aiuto. Fratelli e sorelle, popol mio, umane/i e aliene/i di passaggio aiutatemi a colmare – a limitare anzi – la mia ignoranza. Proprio in «L’imperatore e la maula» leggo questi versi: «I titoli son ombre / e le corone inani / dei sudditi la gioia è morte / pei sovrani», attribuiti a «uno dei vostri (cioè terrestri) poeti antichi». Mi suona maledettamente Shakespeare. Confermate? E dove? Grazie per la dritta e a buon rendere.
(*) sperando che il correttore automatico non cancelli la parentesi dal titolo.
(** ) Ma visto che fra il 1960 e il 1972 Silverberg ha scritto anche 70 libri di saggistica mi piacerebbe leggerne qualcuno… dei pochi tradotti.