Per lo sciopero del 25 novembre…

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«Sciopero» è la parola suggestiva – ma scomoda – che ha contaminato la nostra campagna politica contro il femminicidio in tutti questi mesi. «Come possiamo attuarlo?» ci avete chiesto, in decine e decine di mail. E come averne la copertura sindacale e l’agibilità senza incorrere in sanzioni e procedimenti disciplinari, o peggio ancora, in licenziamenti?

Care amiche, care compagne, car@ tutt@,
per chiarezza è utile sapere che nessuno sciopero propriamente detto è stato proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Come esempio, citiamo dal sito della Cgil che, per lunedì prossimo 25 novembre
«invita le lavoratrici e i lavoratori a partecipare alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nel quadro di una vasta e articolata mobilitazione nazionale, che vede i territori impegnati con iniziative sindacali unitarie fuori e dentro i luoghi di lavoro». Nel frattempo, i sindacati di base Usi e Slai Cobas per il Sindacato di classe hanno invece indetto lo sciopero. Ecco dove e come si articolerà: a Palermo, nella scuola, al Policlinico, nelle cooperative sociali; a Taranto fra le lavoratrici delle pulizie nelle scuole statali e degli appalti comunali, tra le operaie della Pasquinelli-Amiu; a Milano nelle scuole, fra le insegnanti precarie, all’ospedale San Paolo; a Bologna nelle scuole statali e comunali (in una, pur di non farsi carico del lavoro delle colleghe, sciopera anche il bidello), fra le insegnanti di ruolo e precarie, nel Comune, nelle cooperative sociali, all’Ipercoop.

Un’altra buona notizia viene da Valbrembo (Bergamo), dove alla N&W Global Vending -oltre mille dipendenti e tra le maggiori realtà metalmeccaniche della provincia – è stato indetto uno «Sciopero delle Donne – 8 ore – intera giornata» per lunedì 25 novembre. Il volantino è comparso in bacheca mercoledì 20 e porta la firma della Rsu Fiom Cgil, precisando che lo sciopero è indetto per tutti, anche per i lavoratori. Siamo sicure di non sbagliarci: l’iniziativa non trova precedenti in nessun’altra fabbrica d’Italia.

Negli altri casi, come fare? Vi riportiamo ancora un esempio, viene dal comune di Pegognaga, in provincia di Mantova, che ha aderito al nostro Sciopero delle donne. Qui, studentesse, studenti e insegnanti delle terze classi della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Pegognaga, dalle 12.15 e fino alle 12.30 scenderanno in piazza Matteotti , dove distribuiranno spillette simboliche realizzate nell’ambito di un progetto proposto dalla Commissione Pari Opportunità, sul tema della violenza contro le donne.
Dunque, per un quarto d’ora,
“sciopereranno” dalla scuola. Come chiamarlo altrimenti? Di queste manifestazioni più o meno organizzate, fuori dalle righe e dalle regole istituzionali, ce ne sono state segnalate a centinaia in tutta Italia (le trovate sul nostro sito www.scioperodelledonne.it, in particolare nella sezione Città x Città).

Insomma, si può fare. E allora usciamo e fermiamoci nei luoghi di lavoro, garantiti e precari, usciamo di casa e dalle incombenze quotidiane di cura, assistenza e quant’altro (chiedendo anche agli uomini , almeno per quel giorno, di fare loro ciò che noi facciamo d’abitudine!). Facciamo pesare la nostra assenza e facciamo tutto questo in rosso, così che anche chi non potrà fermarsi neanche per dieci minuti darà un segnale visibile – con foulards, guanti, cappelli, giacche di quel colore – e di identità, come abbiamo voluto fare noi con le magliette disegnate da Anarkikka. Esponiamo ovunque drappi, tappeti, stoffe rosse: uniamo il Paese con il filo rosso della forza e della protesta!
Di tutto questo, poi,
mandateci le foto così avremo un racconto collettivo del 25 novembre e chi vuole può partecipare al flashmob online organizzato dalle amiche e amici di Milano (www.funmob.com/basta).

Siamo sicure che anche per voi questo è solo l’inizio. Continuiamo a far crescere la rete dal basso, a diffondere e condividere l’idea.
Da questo momento in poi, ogni anno sarà l’anno del countdown al rovescio: quanti anni dovranno passare ancora perché alle donne vengano pienamente riconosciuti
diritti, autodeterminazione, libertà, dignità e rispetto? Fino a che non vedremo cambiamenti reali sarà «Scio…però permanente».
Nessuna celebrazione del 25 novembre potrà mai ridarci indietro le nostre sorelle uccise, e neanche quelle mutilate nei genitali, o stuprate in guerra, o violentate, o percosse, o semplicemente lasciate morire. Possiamo però far sì che non passino sotto silenzio. Abbiamo una grande occasione, usiamola. E abbiamo questo tempo, insieme alle nostre teste e alla nostra passione.
Usiamo tutto questo per arrivare prima possibile ad una giornata completa di Sciopero.
Facciamolo noi, tutte le donne, perché per noi non lo farà nessuno!
Un abbraccio scioperante,
Adriana, Barbara e Tiziana

 

Redazione
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