«Percorsi attraverso la fantascienza italiana»
db su «Ideologia e rappresentazione» di Simone Brioni e Daniele Comberiati con un invito a sbirciare fra gli altri titoli della collana “Fantascienza e società” della Mimesis
Discronie. Robot. Totalitarismi. Ecocritica. Follia. Religione. Terrorismo. Super-eroi. Berlusconi (che in un elenco il signor P2-1816 segua i supereroi è frutto di caso o malignità?). Europa. Postumano. Sono i titoli degli 11 «percorsi» di «Ideologia e rappresentazione» – 200 pagine per 16 euri – di Simone Brioni e Daniele Comberiati che è uscito un annetto fa nella collana “Fantascienza e società” della Mimesis .
Bella l’idea. Molto interessante l’Introduzione. Un po’ incomprensibile il titolo … senza guardare il sottotitolo.
Difficile da raccontare se non accennando alle scelte fstte nei percorsi. Nel primo capitolo per esempio (Discronie) si recupera «Caltiki, il mostro immortale», un film (del 1959) di Riccardo Freda e Mario Bava per poi ragionare su alcune opere sia filmiche che letterarie a cavallo fra presunta modernità occidentale, esotico e sedicente «altrove coloniale». Il secondo tema (Robot) mette a confronto due film italiani: «L’uomo meccanico» (1921) di Andrè Deed e «Io e Caterina» (1980) di Alberto Sordi. Terzo sentiero i Totalitarismi: interessante il raffronto fra tre romanzi ovvero «L’uomo è forte» (1938) di Corrado Alvaro, «Il cavallo venduto» (1963) di Giorgio Scerbanenco e «Furland» di Tullio Avoledo. Quarta tappa è Ecocritica:a confronto «Quando le radici» (1977) di Lino Aldani e «Guerra agli umani» (2003) di Wu Ming 2.
Follia («non come termine medico ma in senso culturale») è il quinto sentiero: per strada incontreremo due film purtroppo poco visti cioè «H2s» (1969) di Roberto Faenza e «Il ronzio delle mosche» (2003) di Dario D’Ambrosi. Lo spinoso tema – in un Paese come l’Italia senza laicità, poi… – della Religione è la sesta tappa: «La casa dell’Islam» (2009) del destrorso Pierfrancesco Prosperi si contrappone a «La festa nera» (2018) di Violetta Bellocchio. Terrorismo (soprattutto come paura) è l’asse del settimo percorso: riscoprendo il dimenticato romanzo «H come Milano» (1965) di Emilio De Rossignoli e visionando «Orfani» (dal 2013 a oggi) di Roberto Recchioni e Emiliano Mammucari, un fumetto o parlando più accademicamente «un romanzo grafico».
Siamo a Supereroi, ottavo tema: con una strana – ma feconda – coppia filmica ovvero «Maciste e la regina di Samar» (“peplum fantascientifico” del 1964) di Giacomo Gentilomo e il lodatissimo (non da me, se posso dirlo… sapendo che perderò una dozzina di amicizie) «Jeeg Robot» di Gabriele Mainetti che dal 2016 viene osannato neanche fosse un mix di Asimov e Kurosawa. Dopo i superpoteri ecco la super-cialtroneria al potere: infatti il nono sentiero ci porta dentro Berlusconi, alias tessera P2-1816, con i romanzi «L’omicidio Berlusconi» (2003) di Andrea Salieri e «Chi ha ucciso Berlusconi» (2005) di Giuseppe Caruso. Decimo capitolo (Europa ma forse sarebbe stato meglio titolare Ital-exit) ovvero il fantapolitico «La notte che uscimmo dall’euro» (2018) di Sergio Rizzo e l più romanzesco «Il miracolo» (sempre 2018) di Niccolò Ammaniti.
A chiudere il libro la sezione intitolata Postumano: si parte dal 1897 cioè da «L’anno 3000» di Paolo Mantegazza per finire con «Sirene» (2007) di Laura Pugno.
«Ideologia e rappresentazione» o se preferite «Percorsi attraverso la fantascienza italiana» è un buon libro con qualche pecca. Per esempio nel secondo capitolo si mescolano e cucinano femminismo, «post-femminismo» (nel 1980?), emancipazione sessuale, conformismo, patriarcato… Troppa carne al fuoco per due paginette: ne risultano banalità e vaghezze. E il decimo capitolo (Europa) risulta un po’ debole e forzato. Ma difettucci a parte io trovo che questo sia un buon modo per salire sui rami dell’albero fantascientifico senza fermarsi sotto e giudicare dalle solite cartoline.
Sono interessanti le osservazioni sull’alienità (sia vera che presunta) dei rom e degli «zingari» che affiorano in tre diversi capitoli. Mentre pensavo che questo discorso avrebbe forse meritato un capitolo a parte… la memoria mi ha giocato un brutto scherzo: prima mi sono tornati in mente due racconti di Lafferty più un romanzo breve di Spinrad e subito dopo la certezza che Erremme Dibbì – ovvero io e Riccardo Mancini – ne scrissero (chissà quando, probabilmente all’inizio degli anni ’80) sulle pagine culturali del quotidiano «L’Unità»… però non ne trovo traccia nel mio disordinato archivio. Peccato, ci vorrebbe proprio la migliore fantascienza per scompigliare le carte della zingarofobia.
Il saggio di Brioni e Comberiati fa parte della collana “Fantascienza e società” (Mimesis) diretta da Domenico Gallo. Vi suggerisco di sbirciare anche gli altri titoli – qui trovate qualche copertina – perchè, nella loro eterogeneità, offrono uno sguardo originale e approfondito. Alcuni come quelli di William Burroughs risultano non più disponibili. Di uno (*) ho scritto in “bottega”. Ma anche quelli che non ho ancora letto mi stimolano… Per questo non riesco a credere – forse soffro di allucinazioni – che uno dei volumi di questa collana sia «Le meraviglie dell’impossibile. Fantascienza: miti e simboli» a firma di Gianfranco De Turris (fascista dichiarato) e del suo socio (in banalità) Sebastiano Fusco; ne trovo traccia lì (in rete) ma poi sparisce là (nell’elenco dei titoli pubblicati) … ma di certo non troverà posto nella mia bibliote-cuccia.
(*) in “bottega” vedi Philip Dick, sua (lesa) maestà (db sul bel libro di Stefano Carducci e Alessandro Fambrini). Ma cfr anche «Corpi magici» (Giulia Abbate sul volume di Anna Pasolini e Nicoletta Vallorani) e «Donne e fantastico» di Giuliana Misserville (con la recensione, anche questa di Giulia Abbate, e una parte delle conclusioni) sempre Mimesis ma nella collana “De Genere”.
Bella presentazione, mi ha colpito la frase “Ma difettucci a parte io trovo che questo sia un buon modo per salire sui rami dell’albero fantascientifico senza fermarsi sotto e giudicare dalle solite cartoline.” e mi intriga quel parallelismo tra Aldani e Wu Ming 2… Nella descrizione gitana di Quando le radici ho il ricordo netto di atmosfere magiche, di una grande purezza e della più pura ricerca della verità… Un romanzo notevole e che penso accompagni e rappresenti al meglio l’intero percorso narrativo di Aldani e che resti uno dei capolavori veri della SF made in Italy…