Piedi e scarpe

di Daniela Pia

Le scarpe di Saddam Absalah son quelle indossate da mio nonno sulla Marmolada.
Non lo hanno protetto.
I sandali di Jasmine Gasim li ha indossati mia nonna nei campi del padrone.
Non l’ hanno sfamata.
Ai piedi di Jasmin Baryul un pezzo di copertone di auto, zoccoli da strada.
Non le hanno reso leggero il cammino.
I mocassini di Som Shep non sono suoi, qualcuno li ha indossati a lungo prima di lui,
non sono stati gentili
Arcadia Hamid aveva zoccoli dispari, come i suoi occhi divergevano le strade
e gli orizzonti.
Hamusa Abdullai era fiera e speranzosa sulle sue suole, davanti il mare.
Non l’ hanno tenuta a galla.
Idriss Boussaid aveva scarpe da tennis con la virgola stampata. Adesso è punto e a capo.

Zaida Haj stava in braccio a sua madre, aveva solo calze e piedi minuscoli:
non erano pinne.
Amal Sheikh era laureata e conosceva 5 lingue.
Nessuno l’ ha sentita gridare.
Fatima Kwajale non era ancora nata:
dall’acqua dolce è passata a quella salata.
Nemmeno calze ha mai indossato.

Sua madre le è accanto, lei ancora dentro.

Piedi e scarpe: i primi a fondo
Le seconde a galla.

Su onde ove gli esseri umani si son persi.

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

Un commento

  • Che dire? Il simbolico non mente, chi più delle scarpe può rappresentare la realtà dell’ andare, errare, fuggire, spostarsi ….Tutto implica movimento, e come movimento speranza, si perché anche la speranza mira ad un movimento, anela ad un cambiamento…ma galleggiare troppo spesso non fa parte dei quello che avevamo sperato, sognato, preteso con la forza di chi ha una incommensurabile speranza di farcela comunque!

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