Piove sul disarmo… Trump ladro!

di Angelo Baracca

Marshall Billingslea, inviato speciale di Trump a Vienna

     Piove sul bagnato, brutte notizie anche sulle trattative a Vienna1 per trovare una pezza alla scadenza il prossimo 5 febbraio del Trattato Nuovo START (New Strategic Arms Reduction Treaty) del 2010 che regola gli armamenti nucleari strategici degli USA e della Russia.

La mal-«amministrazione» Trump non aveva neanche preso in considerazione la proposta di Mosca di rinnovare il trattato per 5 anni, com’è esplicitamente previsto dal trattato: e tuttora continua a ciurlare nel manico. «Questa è una delusione e un bluff: Se l’amministrazione non cambia rotta, il Nuovo START decadrà e, per la prima volta in decenni, le forze nucleari degli USA e della Russia rimarranno prive di qualsiasi restrizione»2.

I commenti di questo autorevole sito di informazione sui temi della difesa sono molto aspri ed allarmati. E risultano assolutamente evidenti per chiunque.

«È decisamente nell’interesse degli Stati Uniti mantenere limitate le forze strategiche della Russia e conservare l’attuale flusso di informazioni su di esse. Il Cremlino è pronto ad estendere [il trattato]. Ma l’amministrazione Trump ha posto condizioni, credendo forse che Mosca cerchi disperatamente di proseguire l’accordo»

La prima condizione sa francamente di rancido (e appare pertanto strumentale). L’inviato speciale di Trump, Marshall Billingslea (nella foto), mette come condizione una revisione del trattato che copra tutti gli armamenti nucleari. Senonché Mosca già in origine, nei negoziati che portarono al Nuovo START, aveva posto come condizione di estendere il trattato al problema delle difese antimissile: proprio questo problema era stato lo scoglio che aveva precluso la possibilità di accordarsi su un limite delle tesate nucleari inferiore al deludente numero di 1.5503, è pura ipocrisia dilatoria riproporlo ora che il sistema delle difese antimissile ha raggiunto dimensioni enormemente superiori rispetto al 2010.

La seconda condizione è di un sistema migliore di verifiche: se non fosse che il Dipartimento di Stato aveva certificato appena nella primavera scorsa il pieno adempimento da parte di russa, mentre era stata Mosca a contestare le procedure dei militari statunitensi di conversione dei bombardieri e dei tubi di lancio dei missili nei sommergibili.

Inoltre, durante l’estate era sembrato che l’amministrazione USA avesse abbandonato la richiesta di un nuovo trattato che includesse la Cina, ma dieci giorni fa Billingslea ha reiterato la condizione.

Al rifiuto di Mosca di queste condizioni l’amministrazione Trump con che cosa rispande? Elementare Watson, per quanto minaccioso e allarmante: con il solito vizietto della minaccia di una nuova, esasperata, corsa agli armamenti!

foto del Centro Sereno Regis

Per un miglior inquadramento è opportuno leggere (o rileggere) questo precedente articolo di Angelo Baracca

Dal bottone più grosso alle armi che voi umani … paranoie nucleari e agghiacciante realtà! (*)

Siamo veramente tutti in un momento drammatico, che dobbiamo solo sperare non precipiti! È superfluo qui spendere parole sulle scelte demenziali di Trump (ma Shakespeare faceva dire ad Amleto “C’è della logica in questa follia”!), sulle sue incessanti provocazioni (l’ultima è la nomina a vita a giudice della Corte Suprema della fanatica antiabortista Amy Coney Barret), e soprattutto sulla possibilità che egli possa essere rieletto, costi quel che costi, o legittimamente o contestando il responso delle urne.

Qui voglio commentare le ultime newsfake o reali – sulle innovazioni delle armi nucleari. Riassumo sinteticamente, perché su Pressenza sono state trattate il dettaglio (citerò per comodità dei lettori gli articoli specifici), le scelte di The Donald che hanno smantellato il pur carente regime di non-proliferazione ed esasperato oltre ogni limite il rischio di una guerra nucleare[1].

 

La furia distruttiva del regime di non-proliferazione

La Nuclear Posture Review del gennaio 2018 stabilì la realizzazione di nuove testate nucleari di piccola potenza, “più utilizzabili”, e ampliò le circostanze in cui potranno essere usate, abbassando così la soglia per il loro uso[2]. È seguito il ritiro unilaterale e ingiustificato degli Usa dallo storico accordo con l’Iran sul nucleare[3] (Jcpoa): in queste settimane l’«Accordo di Abramo» (simbolo, vale ricordarlo per il capolavoro di mistificazione, dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islam) stringe l’accerchiamento attorno all’Iran (soffocando il popolo palestinese) ed esaspera il rischio che esso sia spinto a riprendere progetti nucleari militari (che il Jcpoa aveva arrestato). Nell’autunno 2018 Trump disdisse unilateralmente lo storico trattato INF[4] (Intermediate Nuclear Forces) che nel 1987 risolse la la Crisi degli Eromissili e inaugurò il processo di riduzione degli armamenti nucleari, e rimaneva uno dei pilastri del regime di non-proliferazione nucleare. Nel giugno scorso l’amministrazione USA ha annunciato ufficialmente di recedere dal Trattato Cieli Aperti[5] (Open Skies Treaty) che consentiva voli disarmati di controllo per garantire fiducia e trasparenza. Nel febbraio prossimo scadrà il trattato Nuovo START del 2010, l’ultimo accordo di controllo delle armi nucleari che sopravviva alla furia demolitrice di Trump, e il suo futuro è in alto mare[6]. Permane il grave disaccordo con la Russia e la Cina su come condurre negoziati per limitare la militarizzazione dello spazio esterno, le difese antimissile e la cyberwar. Il mondo sta andando verso una situazione nucleare senza regole.

Intanto la voce della spesa per le armi nucleari ha acquistato un peso sempre più smisurato nel budget militare del Pentagono: rispetto allo scorso anno gli aumenti sono del 20-30%[7] (e crescenti fino al 2025) e persino alcuni militari esprimono il timore che ciò possa cannibalizzare il potere militare convenzionale degli Stati Uniti[8]. A tutto questo va aggiunto che la modernizzazione delle testate nucleari è solo un aspetto e potrebbe non essere il più grave: la nuova classe di sommergibili nucleari costerà 130 miliardi di $, gli incerti costi dei nuovi missili nucleari intercontinentali potrebbero lievitare a 150 mld $, il bombardiere B2 Spirit costerà quasi 800 milioni di $ ad unità, per non parlare degli investimenti nella cyber war, l’intelligenza artificiale ed altre piacevolezze.

Fakes e realtà di armi nucleari innovative, o futuribili

Come se tutto questo non bastasse, si innestano in questa situazione le notizie – fakes o reali – di innovazioni fantascientifiche delle armi nucleari.

Ampia risonanza hanno avuto sui media le interviste a Trump che il celebre giornalista Bob Woodward (quello dello scandalo Watergate) riporta nel suo ultimo libro Rage: fra queste, in relazione ai rapporti con la Corea del Nord e il suo leader, Trump annuncia con il solito tono avveniristico di aver creato (lui!) una nuovissima, eccezionale arma nucleare[9]:

Ho costruito (!) un sistema d’arma nucleare, che nessuno mai ha avuto prima in questo paese. Abbiamo cose che non hai mai visto e di cui non hai nemmeno sentito parlare. Abbiamo cose di cui Putin e Xi non hanno mai sentito parlare prima. Assolutamente nessuno, quello che abbiamo è incredibile.”

Su questa “rivelazione” si sono accumulati commenti di ogni genere, c’è chi l’ha valutata come una delle tante gradassate di The Donald, ma c’è anche chi si è chiesto se possa effettivamente corrispondere a un progetto segreto del Dipartimento della Difesa USA[10]:

Vi è una folla di programmi segreti del Dipartimento della Difesa in corso in ogni momento. Secondo Steve Trimble, Defense Editor ad Aviation Week, il DoD pianifica di spendere solo nel prossimo anno un enorme (whopping) 71,4 miliardi di $ in programmi segreti. Per confronto, questo è circa la metà dell’intero budget dell’Air Force per il 2021, e non include neanche il budget segreto della comunità dell’intelligence.

[…] È possibile che Trump stesse parlando di un’arma ancora segreta sulla quale poco si sa …”

Un possibile candidato è la ancora misteriosa testata W93[11], che potrebbe armare i missili Trident D5 della US Navy (che ha già sviluppato per questo la testata W76-2), ma potrebbe trattarsi di altri programmi innovativi citati nell’articolo. Ma vi è anche l’eventualità che Trump si riferisse “ad armi molto più esotiche che non esistono ancora in nessun modo concreto nel dominio pubblico”. Si parla anche di un materiale innovativo super segreto, denominato in codice Fogbank[12], che “forse” dovrebbe andare fra il primario e il secondario delle testate termonucleari (bomba H) e potenziare lo stadio di fusione.

La possibilità di brutte sorprese è inesauribile!

E intanto anche i siti che si occupano di questini militari denunciano che le innovazioni rendono le armi nucleari sempre più pericolosi e impredicibili[13], rendendo sempre più problematico un possibile trattato di controllo degli armamenti.

L’inguaribile “vizietto” nucleare dei Presidenti degli Stati Uniti

Detto questo però corre l’obbligo di interrogarci su qualche aspetto che travalica oggettivamente il “malgoverno” Trump. Non possiamo, per esempio, dimenticare che fu il Nobel “per la Pace” Obama ad inaugurare nel 2016 il programma di modernizzazione delle armi nucleari da ben un trilione (mille miliardi) di $ (lo criticò duramente perfino il New York Times il 26 ottobre 2016[14]). La superiorità dell’arsenale nucleare è un aspetto su cui sia i militari che i politici, e i Presidenti, statunitensi hanno sempre puntato in modo “bipartisan”.

Da Biden – che fu vice di Obama e ne ha evidentemente condiviso le scelte – non c’è da aspettarsi un rovesciamento delle decisioni nel campo delle modernizzazioni nucleari, anche perché i programmi avviati hanno respiro di anni o decenni, e forse nessun Presidente – fosse anche Sanders o Ocasio-Cortez – sarebbe in grado di revocare. Non si dimentichi che negli Stati Uniti qualunque candidato presidente avrebbe ben poche possibilità se non scendesse a patti con un’ala dell’establishment militare.

Senza dubbio si auspica che Biden adotterà una politica internazionale meno aggressiva e imprevedibile: in particolare è sperabile che egli avvii una soluzione positiva dei contenziosi pendenti, a partire dalla proroga del Nuovo START. Nutro personalmente molti dubbi che Biden invertirà la politica verso l’Iran e revocherà lo smantellamento dell’accordo Jcpoa del 2015 (anche perché dovrebbe rovesciare i rapporti con Israele!). Così come dubito fortemente che invertirà la scelta degli USA di radicale opposizione al Trattato di Proibizione del 2017, anche se è ormai prossimo alle 50 ratifiche (sono ora 44) necessarie perché entri a far parte dei diritto internazionale.

Colpevole subalternità dei nostri governi: le testate termonucleari schierate in Italia

Una questione che ci riguarda direttamente è il futuro delle circa 40 testate termonucleari B61 che rimangono schierate in Italia nelle basi (USA) di Aviano e (italiana) di Ghedi, le quali sono in via di sostituzione con le nuove testate B61-12 (il potenziamento non sta nella testata, ma nel kit di coda che triplicherà la precisione della bomba).

Ma su questo bisogna rilevare in primo luogo un problema che riguarda noi, cioè il governo italiano. Senza andare troppo lontano basta osservare l’abissale differenza rispetto all’atteggiamento che vi è Germania (senza per questo incensarlo): in Italia la presenza di queste testate è mantenuta rigorosamente segreta alla popolazione (da tutti i governi che si sono succeduti), che in grande maggioranza ne ignora l’esistenza (lo so per esperienza diretta in innumerevoli interventi che ho fatto nelle scuole); in Germania, all’opposto, mesi fa la SPD chiese ufficialmente la rimozione delle 20 testate termonucleari statunitensi nella base militare di Büchel, ricevette uno sprezzante diniego, ma i giornali ne parlarono e qualsiasi cittadino tedesco è a conoscenza del problema (questo non risparmia la critica alla “vergognosa” conduzione del dibattito nazionale![15]).

È opportuno precisare una circostanza che gli italiani sicuramente ignorano: la “condivisione nucleare” (nuclear sharing) si fonda sul segretissimo accordo bilaterale Stone Ax (Ascia di Pietra) che risale agli anni ‘50 ma è stato rinnovato dal governo Berlusconi, mai sottoposto al Parlamento: non sarà certo Biden a rescinderlo, ma qui in gioco c’è in primo luogo il governo italiano, non ci sono scuse!

[1]      . Raccomando la recente analisi estremamente accurata su Pressenza di Alessandro Pascolini, “Il nuovo paradigma: il rischio nucleare”, 1 settembre 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/08/il-nuovo-paradigma-il-rischio-nucleare/.

[2]      . A. Baracca, “Trump aggrava irresponsabilmente la minaccia delle armi nucleari”, Pressenza, 15 gennaio 2018, https://www.pressenza.com/it/2018/01/trump-aggrava-irresponsabilmente-la-minaccia-delle-armi-nucleari/.

[3]      . A. Baracca, “Bocciatura dell’accordo sul nucleare iraniano: attacco all’Iran … o (anche) all’Europa?”, Pressenza, 23 maggio 2018, https://www.pressenza.com/it/2018/05/bocciatura-dellaccordo-sul-nucleare-iraniano-attacco-alliran-anche-alleuropa/.

[4]      . A. Baracca, “Trump rottama il trattato INF e avvicina la guerra nucleare”, Pressenza, 22 ottobre 2018, https://www.pressenza.com/it/2018/10/trump-rottama-il-trattato-inf-del-1987-e-avvicina-la-guerra-nucleare/.

[5]      . Alessandro Pascolini, “Come previsto, gli USA si ritirano anche dal trattato Open Skies”, Pressenza, 3 maggio 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/05/come-previsto-gli-usa-si-ritirano-anche-dal-trattato-open-skies/.

[6]      . Alessandro Pascolini, “Armi nucleari: colloqui strategici a Vienna”, Pressenza, 29 giugno 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/06/armi-nucleari-colloqui-strategici-a-vienna/.

[7]      . A. Baracca, “La pandemia e le altre emergenze: allontana il rischio di una guerra nucleare?”, Pressenza, 28 marzo 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/03/la-pandemia-e-le-altre-emergenze-allontana-il-rischio-di-una-guerra-nucleare/; https://www.pressenza.com/fr/2020/03/pandemie-et-autres-situations-de-grande-urgence-eviter-le-risque-de-guerre-nucleaire/; https://www.pressenza.com/es/2020/03/la-pandemia-y-otras-emergencias-evita-el-riesgo-de-una-guerra-nuclear/

[8]      . “Nuclear Force Modernization Cannibalizes Conventional Military Modernization”, in: Surging U.S. Nuclear Weapons Budget a Growing Danger, Arms Control Association, Volume 12, Issue 3, March 19, 2020, https://www.armscontrol.org/issue-briefs/2020-03/surging-us-nuclear-weapons-budget-growing-danger.

[9]      . Alessandro Pascolini, “Cose che voi umani …”, Pressenza, 13 settembre 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/09/cose-che-voi-umani/.

[10]   . J. Trevithick e T. Rogoway, Existence Of A Secret New Nuclear Weapon System To Bob Woodward, Other sources reportedly confirmed that the weapon system does exist, but declined to get into specifics, 9 settembre 2020, The War Zone, https://www.thedrive.com/the-war-zone/36300/trump-discloses-supposed-existence-of-a-secret-new-nuclear-weapon-system-to-bob-woodward?xid=emailshare.

[11]   . P. Tucker e M. Weisgerber, A New Nuclear Warhead? STRATCOM Chief Can’t Answer Yes or No. The W93 has been the focus of questions since it appeared in the 2021 budget proposal. 27 febbraio 2020, Defense One, https://www.defenseone.com/policy/2020/02/new-nuclear-warhead-stratcom-chief-cant-answer-yes-or-no/163395/.

[12]   . J. Trevitthick, Fogbank Is Mysterious Material Used In Nukes That’s So Secret Nobody Can Say What It Is. What we do know is that it’s immensely complicated to make and has to be purified using a dangerously volatile chemical, 3 aprile 2020, The War Zone, https://www.thedrive.com/the-war-zone/32867/fogbank-is-mysterious-material-used-in-nukes-thats-so-secret-nobody-can-say-what-it-is.

[13]   . P. Tucker, Nuclear Weapons Are Getting Less Predictable, and More Dangerous. Facing steerable ICBMs and smaller warheads, the Pentagon seeks better tracking as the White House pursues an unlikely arms-control treaty, 16 maggio 2019, Defense One, https://www.defenseone.com/technology/2019/05/everyones-nuclear-weapons-are-getting-less-predictable-and-more-dangerous/157052/.

[14]   . B. Blechman, A Trillion-Dollar Nuclear Weapon Modernization Is Unnecessary, The New York Times, 26 ottobre 2016, https://www.nytimes.com/roomfordebate/2016/10/26/a-nuclear-arsenal-upgrade/a-trillion-dollar-nuclear-weapon-modernization-is-unnecessary.

[15]   . J. Laforge, Germany: US Nuclear Weapons Shamed in Nationwide Debate, 18 settembre 2011, Counter Punch, https://www.counterpunch.org/2020/09/18/germany-us-nuclear-weapons-shamed-in-nationwide-debate/.

(*) pubblicato su www.pressenza.com con il titolo «Trump: le paranoie di un Presidente e la realtà agghiacciante delle armi nucleari»

NOTE

1 . Alessandro Pascolini, “Armi nucleari: colloqui strategici a Vienna”, Pressenza, 20 giugno 2020, https://www.pressenza.com/it/2020/06/armi-nucleari-colloqui-strategici-a-vienna/.

2 . S. Pifer, Washington’s Arms Control Delusions and Bluffs. The Trump administration’s stances on nuclear negotiations don’t even make sense as a starting point, 28 settembre 2020, Defense One, https://www.defenseone.com/ideas/2020/09/washingtons-arms-control-delusions-and-bluffs/168817/.

3 . Rimando alle riserve che espressi immediatamente in uno dei miei commenti dopo la firma del Nuovo START: “Parola d’ordine: START. Il nuovo regime per le armi nucleari: un mondo più sicuro… anzi no!”, Mosaico di Pace, maggio 2020, https://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/31739.html.

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