Poche parole sull’ultimo sondaggio in Nicaragua

La ex comandante Dora María Tellez, già all’inizio di questo 2024, aveva affermato che con i suoi sondaggi fantasiosi M&R Consultores è una delle «fabbriche di menzogne dell’orteguismo».

di Bái Qiú’ēn

La realtà è un uccello che non ha memoria, devi immaginare da che parte va. (Giorgio Gaber, 1974)

Stando a una recente inchiesta realizzata da M&R Consultores e resa nota all’inizio di luglio, l’82,4% dei nicaraguensi approva l’operato del governo di Daniel e della Chayo. L’indagine demoscopica relativa al secondo trimestre 2024 aveva l’altisonante denominazione «Sistema de Monitoreo de la Opinión Pública». Fa un po’ sorridere la sigla SISMO che, tradotta in italiano, significa «sisma», il movimento improvviso della Terra causato dal rilascio di energia accumulata in un lungo periodo di tempo. Chissà se vi sia un riferimento al sisma popolare del 2018 e alla sua possibile ripetizione? Probabilmente è involontario. Ma tant’è!

Nel suo quotidiano sproloquio telefonico-televisivo del 10 luglio, la Chayo ha naturalmente affermato: «En esta encuesta se habla de unidad, de reconciliación con una aprobación de más del 80%, se habla de una dirección correcta, con una aprobación para el Gobierno del Pueblo Presidente y para nuestro Comandante Daniel de 83.3, de 82.4, la esperanza que genera este Gobierno del Pueblo Presidente de 91.8».

Non è noto chi sia il committente di questo sondaggio, ma non occorre una grande fantasia per immaginarlo.

Come era da aspettarsi, tutti i mezzi di comunicazione legati all’orteguismo hanno fatto coro affermando all’unisono che «Familias nicaragüenses respaldan al Gobierno del FSLN». Ovviamente, fatta eccezione per il 17,6% degli intervistati, ma non contano.

Tra il 21 giugno e il 2 luglio la M&R Consultores, fondata nel 1991, ha intervistato 1.816 persone abitanti in tutto il territorio nazionale (sia nelle città sia nelle campagne). Il margine di errore è valutato dalla stessa M&R Consultores nel 2,35%. Si può trascurare il fatto che altre società di sondaggi non domiciliate in Nicaragua (tipo: CID-Gallup), forniscono dati assai diversi. È troppo facile confrontare i dati di questi due istituti demoscopici per stabilire che M&R Consultores è decisamente schierato (appiattito) sull’orteguismo. Analizzando però i soli numeri comunicati ufficialmente da M&R Consultores (ma ignorati dalla propaganda), come minimo si deve pensare che gli analisti di questa impresa dovrebbero cambiare mestiere o, quanto meno, imparare un po’ di logica e di matematica.

Premesso che non sono note le formulazioni delle domande, dalle quali dipende in buona parte il tipo di risposta, anche prendendo per buono il plebiscito in favore della coppia regnante, andando più a fondo si scoprono però alcune notevoli incongruenze. Che, ovviamente, la Chayo non cita neppure di sfuggita. Assieme alla Neolingua è di uso comune la matematica come opinione: tornando parecchio indietro nel tempo, lo stesso Pitagora definiva i numeri come «entità astratte», dotati di un’esistenza autonoma. Se vivesse oggi in Nicaragua forse parlerebbe di «entità fittizie».

Prima incongruenza tra tutte: l’88,3% degli intervistati considera che i cittadini abbiano il diritto di manifestare pubblicamente e pacificamente le loro idee. Il che significa che il sostegno pieno all’azione del Governo è soltanto dell’11,7%, mentre la stragrande maggioranza ritiene che non vi sia attualmente la possibilità di esprimersi liberamente. (Si tratta di pura logica, poiché di solito si desidera ciò che non si ha). A confermare questa lettura è l’87,6% che ritiene necessario il dialogo tra l’opposizione e il Governo. Anche in questo caso, risulta evidente che la maggioranza degli intervistati solleva un problema fondamentale per il buon funzionamento della società: il pluralismo politico.

Al secondo posto delle incongruenze si trova il 21,5% degli intervistati che rileva un certo grado di incertezza, di insicurezza e di stasi economica. Se l’82,4% approva l’operato del Governo, pare impossibile che il 21,5% affermi l’esistenza di problemi economici che, ovviamente, dovrebbero essere risolti dal Governo (il totale è un impossibile 103,9%).

I problemi economici sono sentiti dal 67,3%, quelli sociali dal 16,8%, quelli politici dal 13,4%. Anche ipotizzando la possibilità di una risposta multipla alla domanda, fa riflettere la percentuale di chi ritiene importante l’esistenza di problemi politici. Si potrebbe presumere che la percentuale indichi in buona sostanza il non gradimento del governo in carica, ma a quanto risulta dal sondaggio la predisposizione politica dà all’opposizione soltanto il 10,2%. Il che significa che almeno il 3,2% degli intervistati, pur catalogati tra i sostenitori dell’orteguismo, non sono pienamente soddisfatti del suo operato. Il che dovrebbe fare riflettere sulle crepe che si stanno aprendo nel Paradiso terrestre.

Le questioni economiche che maggiormente preoccupano gli intervistati sono la povertà (31,1%) e la disoccupazione (24,7%). Nessuna meraviglia, essendo due gap storici del Nicaragua. Poiché finché c’è vita, c’è speranza, il 60% degli intervistati pensa comunque che la situazione economica migliorerà nel giro di sei mesi. Ottimismo della disperazione?

In ogni caso, (solamente) il 9,5% dichiara che ha intenzione di lasciare il Paese, avendone la possibilità.

Non essendo ancora noti i dati del censimento (che in teoria doveva concludersi il 30 maggio e in breve tempo avere almeno i risultati provvisori), la popolazione è stimata in quasi sette milioni di abitanti. Ragion per cui, quel 9,5% equivale a circa seicentomila possibili nuovi emigranti (l’età di oltre l’80% degli intervistati era compreso tra i 20 e i 40, in maggioranza donne). Questa cifra è in linea con il sondaggio effettuato sempre da M&R Consultores alla fine del 2023 che indicava nel 17,6% degli intervistati una notevole predisposizione a emigrare (circa 780mila persone).

Questa diminuzione percentuale è coerente con tutti i precedenti sondaggi: basti pensare che nel giugno del 2015 (tre anni prima della rivolta popolare) ben il 52,3% si era dichiarato propenso ad abbandonare il Paese (sempre secondo M&R Consultores). Si potrebbe leggere questa diminuzione come un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, come descritto dalla propaganda e come proverebbero i risultati elettorali del 2016, quando Daniel ottenne il 72,44% dei consensi. In quelle elezioni, però, votò soltanto il 68,20% degli aventi diritto (2.493.942 su 3.656.806). si tratta di dati ufficiali, validati dal Consejo Supremo Electoral (CSE).

Senza mettere in discussione il processo elettorale e i relativi risultati ufficiali (proprio dal 2016 Daniel ha escluso la verifica da parte degli osservatori internazionali), è comunque certo che nel corso degli anni parecchie persone sono emigrate e, pertanto, è diminuita non solo la popolazione ma logica vuole che lo stesso sia avvenuto per la quantità di coloro che intendono lasciare il Paese.

Secondo i dati forniti dall’ONU, i nicaraguensi emigrati sono stati: 610.211 nel 2010, 655.577 nel 2015; 718.154 nel 2020. La maggioranza di loro erano donne (52,86%).

Nonostante questo ininterrotto e massiccio flusso migratorio (dal 2010 al 2020 ben 1.983.922), quel 9,5% attuale di aspiranti migranti è un dato che dovrebbe fare riflettere.

Anche in campo sociale la percentuale bulgara di approvazione di questo ultimo sondaggio si scontra con numeri decisamente contrastanti: per ciò che riguarda i servizi di trasporto interurbano, la manutenzione stradale, l’illuminazione pubblica e la fornitura di energia elettrica domestica il livello di gradimento è dell’8.73%; in relazione ai servizi sanitari pubblici, alla fornitura di acqua potabile, all’istruzione, alla sicurezza e alle opportunità di lavoro la percentuale di approvazione dell’operato governativo si attesta all’8,62%. Facendo una semplice sottrazione, oltre il 90% degli intervistati ritiene che il welfare (nei suoi vari aspetti) non sia ciò che la propaganda afferma e, valutato assieme ai non soddisfatti per la situazione economica generale, fornisce un quadro che definire contradditorio è un eufemismo.

Mi torna in mente un afoso pomeriggio di tanti anni fa, seduto sugli scalini della cattedrale de La Habana. Si avvicinò un ragazzo e iniziammo a chiacchierare. Criticava tutto, ma proprio tutto, di ciò che faceva il governo cubano. Alla mia domanda, ripetuta varie volte: allora, perché non te ne vai? la risposta era immancabilmente: perché quello che fa El caballo (Fidel) è fatto bene. Vista la calura, ci spostammo in una laterale della piazza, per bere un classico mojito alla poco distante Bodeguita del medio.

Per quanto il culto della personalità sia una malattia generalizzata nel continente latinoamericano, stando ai dati del sondaggio di M&R Consultores pare assai difficile ipotizzare oggi una risposta come quella del ragazzo cubano. E, nel caso in cui un nicaraguense utilizzi la parola caballo, non ha di certo il senso positivo che aveva per i cubani nei confronti di Fidel.

Ciliegina sulla torta è che, comunque, otto su dieci intervistati ritengono che il governo di Daniel rispetti e operi in base alle leggi vigenti. Facile rispettare le leggi quando si cambiano (compresa la stessa Costituzione) ogni volta che non corrispondono alle intenzioni o alle necessità del momento.

Non ci si può meravigliare di queste palesi incongruenze se si pensa che in una inchiesta del 2009, sempre realizzata da M&R Consultores, risultava che la maggioranza degli intervistati disapprovava la gestione del potere da parte di Daniel (appena dopo due anni dal ritorno alla presidenza della Repubblica), ma il consenso nei confronti del FSLN ormai monopolizzato dallo stesso Daniel era passato dal 38% al 57%. Era uno dei tanti miracoli contabili che quanto meno mostravano già allora la totale inattendibilità dei sondaggi effettuati da questa impresa. O, in alternativa, il masochismo dei nicaraguensi.

La ex comandante Dora María Tellez, già all’inizio di questo 2024, aveva affermato che con i suoi sondaggi fantasiosi M&R Consultores è una delle «fabbriche di menzogne dell’orteguismo». Se si vuole essere più generosi, M&R Consultores, con la sua Neomatematica, è pienamente inserito nello strumento della Neolingua vigente e operante in Nicaragua.

Dora María aveva pure sfidato Daniel a indire elezioni politiche con osservatori internazionali, se è vero che ha oltre l’80% di consensi. Ragionamento che non fa una grinza: perché temere un processo elettorale verificato e controllato da osservatori internazionali se sono vere le percentuali di M&R Consultores? D’altro canto, Dora María sospettava che Daniel credesse ciecamente alla sua stessa propaganda.

Sarà pure una coincidenza, ma se nel 2002 M&R Consultores era in una situazione catastrofica a livello economico e sul bordo del fallimento, avvicinandosi sempre più all’orteguismo il proprietario Raúl Obregón Morales (nato a Jinotepe nel dicembre del 1947) riuscì in breve a superare le difficoltà. Superate brillantemente a quanto si può desumere dalla sede che inizialmente era assai piccola e modesta, per quanto nella zona “benestante” di Los Robles (del autolote El Chele, una cuadra al lago y dos abajo) e ora si trova a Villa Fontana, uno dei barrios più esclusivi della capitale, dove una casetta costa almeno 200mila dollari.

«Plata para los amigos», recitava una parte dello slogan somozista delle tre P e, come si dice in Nicaragua: «Él que tiene plata, platica».

Denaro per gli amici e «chi ha i soldi, può parlare». Detto di passaggio, la Chayo lo chiama normalmente hermano, fratello.

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