Poesia: Giorgio Caproni
Continuano ad arrivarmi contributi per la “staffetta” di poesia annunciata ieri. Questo testo del 1973 è segnalato da Francesca. Altri ne seguiranno, come ieri cioè più o meno al ritmo di 30 minuti (db)
Vi sono casi in cui accettare la solitudine significa attingere Dio.
Ma v’è una stoica accettazione più nobile ancora: la solitudine senza Dio.
Irrespirabile per i più.
Dura e incolore come un quarzo.
Nera e trasparente (e tagliente) come l’ossidiana.
L’allegria che essa può dare è indicibile.
E’ l’adito – troncata netta ogni speranza- a tutte le libertà possibili.
Compresa quella ( la serpe che si morde la coda) di credere in Dio,
pur sapendo- definitivamente- che Dio non c’è e non esiste.