Poesia: insonnia
Continua – con Giuliano Bugani – la “staffetta” poetica in vista del 21 marzo (giornata della poesia): un post ogni 30 minuti circa.
Fai la ninna, fai la nanna, fai la ninna, fai la nanna, mi urino addosso, in un letto di sciabole, sul vomito di ramarri, mosche, rinate, mi chiedono gocce della mia urina, rinsecchita tra le lame, del mio eterno risveglio, ecco, vedo, ora vedo, sì vedo, per non dormire, sacche di emoflibi appese come quadri, ai bordi della vita, zolle di escrementi su costituzione, stato piduista, ministro anche tu, vedi? ora vedi? sei presidente ora, ricordi, eri ministro interno, licio gelli scappa, ma tu per sempre dormi, solo quando sei ministro, ed io sorveglio il tuo sonno, ma gelli scappa, nel tuo sonno, sismi, sisde, per farti presidente, perché hai dormito, tu dormi sempre, io italico insonne, so tutto, io non dimentico, la foiba del tuo bavero, alla cravatta impiccato, mai ti spogli, solo cambi giacca, per cambiare discorso, per cambiare la mia emoflibi, io emorragico cliente, io impiccato alla tua cravatta, senza stato, io, apolide di costituzione, tutti noi apolidi, solo tu gridi, gola stretta da sismi, sisde, digos, foibe segrete, io dentro con la mia insonnia, condanna a vedere, io ti vedo presidente, io nel buio della foiba del tuo bavero di giakka istituzionale costituzionale ex viminale sacrale sacerdotale, ma sempre sia, foiba, per tuo piacere, il kuadro, appeso a parete di stato, apparato di stato, di nuovo urino incontinente, io prostatico cliente, vedo, ora vedo, per noi il 1948, costituzione inganno, presidente fascista, dorme, ora io lo vedo, no, non dorme, è il kuadro appeso, originale per sempre l’ho visto, appeso a discorsi, a pareti di stato, ora sappiamo tutto, ma insonnia kriminale mi uccide lenta, memoria condivisa, foiba di stato sisme, sisde, digos, dia, ugicos, stanno arrivando in fondo al precipizio, là dove dovrei restare, insonne, incontinente, internamente, sterminio democratico della memoria, io vedo, ed è ormai esaurita, la sakka di emoflibi, guardo dentro, grido è vuota, il kuadro ora è completo, nessuno deve restare fuori, da questo letto, è questo il letto di stato, ma nessuno ascolta, la foiba del tuo bavero, si spalanca, e ci canta la sua ninna nanna.