Qatar 2022: aggiornamenti / 31 e (per ora) fine

Sport, capitalismo e dintorni: qualche libro utile e alcuni controcorrente (*)

 

Oggi chiudiamo un passaggio del nostro (certamente “minoritario”) ragionare su sport e capitalismo tentando di riannodare i fili di alcuni libri utili. Questo è relativamente facile; più in là cercheremo di recuperare alcune “scordate” e sarà più faticoso. Nell’elenco ho seguito l’ordine cronologico, insomma di uscita. Un primo gruppo con quelli che per me servono a discorsi più generali; un secondo di titoli che mi paiono settoriali. Non ho alcuna pretesa di completezza: OVVIAMENTE grazie a chi correggerà eventuali errori e/o suggerirà altri libri (oppure film o magari canzoni) utilizzabili in questa piccola riflessione per un ipotetico “collettivo di lavoro”. Di sicuro David Lifodi aggiungerà, appena avrà tempo, i titoli di alcuni libri che ha recensito (qui e altrove). Ho messo come immagine la copertina di un’antologia “scolastica” della quale sono co-autore, anzi curatore, non per narcisismo: per me è soprattutto un modo di ricordare il mio “socio” di scritture – e di molto altro – Riccardo Mancini che è volato via troppo presto. [db]

Gerhard Vinnai «Il calcio come ideologia» Guaraldi, 1971.

Pierre Laguillaumie e altri «Sport & repressione», Samonà-Savelli, 1971.

Ulrike Prokop «Contro le Olimpiadi dello spreco e dell’inganno», Guaraldi, 1972.

Paolo Sollier «Calci e sputi e colpi di testa» Gammalibri, 1976.

Maurizio Naldini «Il calcio oggi: una repubblica di destra?» Vallecchi, 1977.

Franco Recanatesi «Il mondo è un pallone» Mazzotta, 1978.


Aa. Vv. (a cura di Gianni Boccardelli), «
I signori del gioco. Storia, massificazione, interpretazioni dello sport», Liguori editore, 1982.

Alessandro dal Lago «Descrizione di una battaglia: i rituali del calcio» Il Mulino, 1990.

Stefano Pivato, «L’era dello sport», Giunti Casterman, 1994.

«E lo sport si fece mondo», curato da Daniele Barbieri e Riccardo Mancini, La Nuova Italia (Il mondo narrato: collana di letture per le scuole) 1996. Antologia che incontrò alcune significative censure… ma forse ne parlerò un’altra volta.

Raffaele Mantegazza, «Con la maglia numero sette. Le potenzialità educative dello sport nell’adolescenza», Unicopli, 1999.


Dario Colombo e Daniele De Luca, «
Fanatics. Voci, documenti e materiali del movimento ultrà», Castelvecchi, 1996.

Eduardo Galeano, «Splendori e miserie del calcio», Sperling & Kupfer, 1997… ma davvero esiste nella galassia qualcuna/o che non lo ha letto?

Mark Perryman «Pensieri nel pallone: Philosophy Football». Bompiani 1998.

Angelo Olivieri «Le olimpiadi dei gerarchi: il duce scende in campo», Stampa Alternativa, 2000.

Robert Redeker, «Lo sport contro l’uomo», Città aperta, 2002.

Emanuela Audisio «Bambini infiniti», Mondadori, 2003.

Daniele Scaglione, «Diritti in campo. Storie di calcio, libertà e diritti umani», Ega, 2004.

Simon Kuper, «Ajax, la squadra del ghetto», Isbn edizioni, 2005.

Mauro Valeri, «La razza in campo. Per una storia della rivoluzione nera nel calcio», Edup, 2005.


Associazione culturale Panafrica, «
Rapporto su razzismo e antirazzismo nel calcio», a cura di Mauro Valeri, edito in proprio, 2006.

 

Roberto Bosio «I giochi del potere: contro gli abusi e la corruzione della multinazionale dei 5 cerchi», Macro edizioni, 2006.

Mauro Valeri, «Black Italians. Atleti neri in maglia azzurra», Palombi editori, 2006.

Amnesty International, «Pechino 2008. Olimpiadi e diritti umani in Cina», Ega, 2007.

Rudi Ghedini «Il compagno Tommie Smith e altre storie di sport e politica», Malatempora, 2008

Sergio Giuntini «Pugni chiusi e giochi olimpici», Odradek, 2008.

Roberto Reale «Doppi giochi: Pechino 2008 e le altre Olimpiadi … contro la censura, per i diritti umani», Stella edizioni, 2008.

Mauro Valeri, «Nero di Roma. Storia di Leone Jacovacci, l’invincibile mulatto italico», Palombi editori, 2008.

Carlo Petrini, «Nel fango del dio pallone», Kaos edizioni, 2010 (in varie edizioni ampliate).

Mauro Valeri «Stare ai giochi: Olimpiadi fra discriminazioni ed esclusioni», Odradek, 2012.

Ivan Grozny e Mauro Valeri «Ladri di sport», Agenzia X press, 2014.

Edoardo Molinelli «Cuori partigiani» ovvero «La storia dei calciatori professionisti nella Resistenza italiana», Hell Nation-Red Star Press, 2020.

Da poco in “bottega” si è scritto di «La coppa del morto: storia di un mondiale che non dovrebbe esistere» di Valerio Moggia (Ultra sport) e di «Qatar 2022, i Mondiali dello sfruttamento» di Riccardo Noury (Infinito edizioni) accennando anche a qualche uscita … meno approfondita.

 

ALTRI TESTI più “settoriali” ma interessanti:

Felice Fabrizio «Sport e fascismo: la politica sportiva del regime 1924-1936» Guardaldi, 1976.

Sandro Provvisionato «Lo sport in Italia» Savelli, 1978.

Oliviero Beha e Roberto Chiodi «Mundialgate: dietro la vittoria italiana in Spagna una clamorosa storia di corruzione» Tullio Pironti editore, 1984. Cioè gli autori hanno dovuto “penare” un paio d’anni per farselo pubblicare.

Valerio Marchi «Ultrà. Le sottoculture giovanili negli stadi d’Europa», 1994.

«Lucky Luciano: intrighi, maneggi e scandali del padrone del calcio Luciano Moggi» (a cura di Marco Travaglio) Kaos edizioni, 1998.

Riccardo Liguori e Massimo Vincenzi «Autogol! Il campionato ha fatto crac» Avverbi edizioni, 2002.

Giorgio Lo Giudice e Valerio Piccioni «Un sogno a Roma» editore Acsi Campidoglio Palatino, 2003 (su Abebe Bikila).

Luciano Bianciardi «Il fuorigioco mi sta antipatico» Stampa Alternativa, 2006.

Rudi Ghedini «Confessioni di un interista ottimista» Limina, 2006.

Davide Sterchele «Un calcio alla guerra? Pratiche rituali, appartenenze collettive e conflitto politico in Bosnia Erzegovina» Guerini, 2008.

Chuck Korr e Marvin Close «Molto più di un gioco: il calcio contro l’apartheid» Iacobelli, 2010.

Antonio Felici «Stella d’Africa: la vita straordinaria di Luciano Vassallo, mito del calcio africano anni ’60, esule in Italia» edizioni Coralli, 2014.

Kareem Abdul-Jabbar «Sulle spalle dei giganti: la mia Harlem di basket, jazz e letteratura» Add editore, 2018 che ha dovuto aspettare 11 anni per essere tradotto in italiano.

Valerio Piccioni «Baci olimpionici: storie d’amore e di medaglie d’oro» Zolfo editore, 2022.

E proprio oggi vedo (in ritardo) che è uscito “La scomparsa del calciatore militante” – per Mileu edizioni – di Guy Chiappaventi sulla storia – ben rimossa quanto indegna  – di Maurizio Montesi. Ne riparleremo.

 

Per (quasi) chiudere segnalo l’insolito «La notte di san Nessuno», testi e disegni di Fogliazza cioè Gianluca Foglia: tre numeri speciali della rivista «Italia missionaria» (senza data ma 2006) in coedizione con associazione Botteghe del mondo per raccontare a ragazze/i di calcio, sfruttamento e commercio equo.

Godibili i numeri della rivista «Lancillotto e Nausica: critica e storia dello sport»; cfr lancillottoenausica.com e così correggo l’errore precedente quando avevo indicato il vecchio link.

Manlio Gelsomini, «Libertà va cercando ch’è si cara…»

Dalle parti della letteratura si può leggere «Il pomeriggio dell’atleta stanco» con racconti di vari autori e un’autrice (Theoria, 1995) oltrechè alcuni vecchi romanzi secondo me storicamente importanti e ancora godibili (come «325.000 franchi» di Roger Vailland) su cui – un giorno quasi prossimo – scriverò quattro righe. Per stavolta mi zittisco qui.

FINISCE QUI O FORSE NO – UNA NOTA DELLA “BOTTEGA”

Da quando la FIFA ha assegnato al Qatar i mondiali almeno 6500 lavoratori sono morti mentre costruivano le infrastrutture per le gare.

In Qatar i diritti umani sono quotidianamente calpestati. Ma il Qatar è così schifosamente ricco che i grandi media italiani (schifosamente servi) hanno visto solamente tiri, parate, gol. Problemi? Sangue? Giustizia? Dignità umana?

Lo spettacolo a ogni costo. Con qualche “scoperta” a incrinare la vetrina…Prima le proteste, in campo e fuori. Poi alcune denunce coragggiose. Le contraddizioni dei tifosi marocchini e dei diritti umani che in Italia sono importanti un giorno sì e l’altro no (vanno difesi nell’Iran, nemico degli Usa, ma va tutto bene in Arabia Saudita e Qatar… o in Turchia). Infine certi giudici belgi che stanno indagando chi ha pagato chi (non solo nel Parlamento Europeo, siatene sicuri) : ma è solo la classica punta di un gigantesco iceberg che però stranamente non è fatto del solito ghiaccio ma di merda.

Il nostro piccolo blog ha scelto di stare contro ogni fascismo e questi Mondiali ne sono parte. Per un mese abbiamo cercato, ogni giorno, di fare un po’ di contro-informazione e/o di segnalare riflessioni, iniziative, amnesie ma anche alcune fra le punte massime dello “schifezzario” che passa per giornalismo. Abbiamo tentato, soprattutto negli ultimi giorni di allargare il discorso sugli sport dello sfruttamento, dello spreco e del quotidiano inganno. Oggi chiudiamo un primo passaggio di questo nostro – certamente “minoritario” – ragionare su sport e capitalismo provando a riannodare i fili di alcuni libri utili (e questo è relativamente facile) per poi – con maggior calma, dunque non nel tempo di 2/3 giorni – lavorare a una ricostruzione di 6/7 o magari 9 di quelle che noi chiamiamo “scor-date” cioè fatti e persone che la memoria di regime (dunque dei padroni: neri, bianchi o a pallini, cambia pochissimo) ha cancellato e/o rimosso. Grazie a chi ci aiuterà o anche solo ci leggerà.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

6 commenti

  • CALCIO MARCIO
    Voi non non ve ne siete accorti
    ma non avete tutti I torti
    d’altronde Noi siam solo dei morti
    Eppure,Voi,ricchi e osannati calciatori
    e Voi sugli spalti e davanti ai televisori
    Tutto a Noi dovete,a Noi poveri schiavi
    che scavando fondazioni,posando travi
    la morte ci ha mietuto con unico sfalcio
    perché il Qatar si comprasse anche il calcio

    Ennio Cabiddu

  • Ecco i titoli di alcuni libri che ho recensito, nel corso degli anni, in Bottega:
    https://www.labottegadelbarbieri.org/paolo-sollier-calcio-e-militanza/
    https://www.labottegadelbarbieri.org/calcio-al-popolo-st-pauli-siamo-noi/
    https://www.labottegadelbarbieri.org/giocare-con-le-tette-lironica-provocazione-del-calcio-femminile/

    Qui altri articoli sul calcio visto in maniera altra:
    https://www.labottegadelbarbieri.org/il-pericoloso-intreccio-tra-calcio-scommesse-e-gioco-dazzardo/
    https://www.labottegadelbarbieri.org/calcio-e-antifascismo-in-america-latina/
    https://www.labottegadelbarbieri.org/calciofemminismo-succede-in-cile/
    https://www.labottegadelbarbieri.org/brasile-un-calcio-a-bolsonaro/
    https://www.labottegadelbarbieri.org/uruguay-le-gradinate-antirazziste-di-montevideo/

    Ne approfitto anche per segnalare questo testo, ripreso dalla pagina facebook di “Calcio da dietro”, a proposito di un’inedita finale mondiale, agli antipodi rispetto a Francia-Argentina di ieri:

    UN’ALTRA FINALE MONDIALE È POSSIBILE: BHUTAN VS MONSERRAT
    a cura di Gabriele Anello

    La finale tra Francia e Argentina sarà la prima ospitata d’inverno, in un Mondiale che – volente o nolente – entrerà nella storia per la sua unicità. Tuttavia, vent’anni fa, le finali mondiali giocate furono addirittura due. Una si svolse allo Yokohama International Stadium, dove Ronaldo si prese il Mondiale (e probabilmente il Pallone d’Oro) con una doppietta alla Germania. L’altra, invece, si giocò al Changlimithang Stadium di Thimphu.
    “The Other Final” è un documentario realizzato nel 2002: un gioiellino che racconta la storia dell’altra finale che si giocò in quello stadio. All’epoca, un’agenzia di comunicazione olandese – KesselsKramer – si lanciò nell’organizzare una partita tra le due nazionali classificate come ultime nel ranking FIFA. Da qui il nome de “L’altra finale”, tra due squadre che non avevano mai vinto una partita ufficiale.
    Da una parte, i padroni di casa del Bhutan, numero 202 dei ranking FIFA. Conosciuto soprattutto per il suo particolare “indicatore di felicità”, per misurare il benessere del paese (invece che PIL, si tratta del FIL, “Felicità interna lorda”), il Bhutan è una piccola nazione temprata dall’Himalaya e incastonata fra l’India e la Cina.
    Diverso il destino di Montserrat, ultimo all’epoca nei ranking FIFA. L’isola caraibica è sotto il protettorato inglese, ma soprattutto è stata teatro dell’eruzione del vulcano Soufrière Hills nel 1995: un evento naturale che ha prodotto una diaspora della maggior parte della popolazione (meno di 10,000 anime). Dopo l’attività del vulcano nel 1995 e nel 1999, ancora oggi Montserrat non è completamente ritornato alla normalità.
    “The Other Final” punta a far incontrare queste due nazionali, ma non senza imprevisti: per esempio, l’allenatore di Montserrat, Paul Taylor, deve rinunciare alla partita perché non è libero di scegliere la propria formazione. Quello del Bhutan, Kang Byung-chan, muore pochi giorni della partita, rimpiazzato dall’olandese Arie Schans. Non ci sono sponsor per la partita, quindi alcuni individui devono farsi carico del trasporto dei giocatori di Montserrat verso il Bhutan.
    E non ci sono solo gli imprevisti. Vengono raccontati momenti bellissimi di una vita diversa: i giocatori di Montserrat che fanno visita a una scuola bhutanese, spiegando le conseguenze delle catastrofe naturali nel loro paese. Un festival musicale pre-gara, in cui i giocatori delle due squadre non si risparmiano nel cantare canzoni locali. L’attesa nel paese prima della gara e i giornali internazionali che si ritrovano a coprire l’evento.
    Il 30 giugno 2002, qualche ora prima di Germania-Brasile, 15mila spettatori si radunano per la gara a Thimphu. Il Montserrat inizia forte, ma la tattica di esser fisici dura poco. Il Bhutan trova il vantaggio dopo cinque minuti su corner e poi gestisce la gara, visto che i 2,300 metri di altitudine favoriscono i padroni di casa. Nella ripresa, il Bhutan dilaga: finisce 4-0, con tripletta di Wangay Dorji.
    È un racconto di un calcio diverso, che forse non tornerà più in alcuni elementi, ma che sarebbe auspicabile mantenere. Come l’anima di un bambino in un adulto. La Nations League fuori dall’Europa – sopratutto in Nord e Centro America -, la CHAN africana o la Challenge Cup in Asia offrono questo spirito. Uno spirito che va preservato, perché il calcio rimane comunque magico a diverse latitudini. Cosa fanno oggi Bhutan e Montserrat?
    Beh, quella vittoria è stata una molla per permettere al Bhutan di creare un movimento calcistico primordiale. Nel giugno 2015, Bhutan aveva raggiunto il 159° posto nel ranking FIFA, dopo aver battuto lo Sri Lanka in casa e a domicilio. Il suo capitano, Chencho Gyeltshen (soprannominato CG7), ha il record di partite giocate e gol segnati con la nazionale. È anche il primo giocatore bhutanese ad aver giocato fuori dal proprio paese.
    Anche per Montserrat le cose stanno andando meglio, sebbene ci sia voluto molto tempo per riprendersi. Con il lancio della CONCACAF Nations League, la nazionale sta giocando più spesso, coinvolgendo giocatori che vengono dall’Inghilterra( Lyle Taylor è al Forest e ha segnato 10 gol per Montserrat). Inoltre alcuni risultati di successo sono arrivati: perdere con onore contro Haiti, battere Bermuda…insomma, c’è spazio per crescere.
    Nel giorno della finale di Francia-Argentina, è importante ricordare tutto questo, andando oltre le parole di Gianni Infantino. Il presidente FIFA a parole dice di voler coinvolgere il mondo del calcio, ma in realtà si sta preparando a regnare fino al 2031, anno che chiuderà le porte sempre più a queste realtà.
    P.S.: Matthijs de Jong – l’uomo più in vista tra gli organizzatori nel documentario – ammise che la volontà di organizzare questa partita arrivò dalla mancata qualificazione dell’Olanda all’edizione del 2002. Se volessimo fare un remake a 20 anni di distanza, la partita al momento sarebbe tra San Marino e Anguilla. Se volete, noi ci siamo.

  • Bellissima, veritiera e drammatica poesia

  • Gian Marco Martignoni

    Segnalo anche l’ottimo libro di Sandro Donati ” Lo sport del doping ” Ega-Edizioni del Gruppo Abele, che mi sembra di avere recensito su queste colonne, ma senza il supporto di db non mi riesce di recuperarla in rete ( confesso di non aver dimestichezza con l’informatica in generale ).Il libro è di grande valore, e se penso a come il doping recentemente ha infangato molti dei migliori esponenti della maratona, la musica non è per nulla cambiata.

    • Silvio La Corte

      Vi segnalo “Antropocenere, i mondiali di calcio visti con gli occhi di chi perde sempre ” Mimesis, uscito il 18/11/22.
      Purtroppo non riesco ad allegarvi la copertina.

  • ll link di “Lancillotto e Nausica” è cambiato. L’attuale è lancillottoenausica.com

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