Sei poesie di Ghiannis Ritsos
“Ρίτσος-mania”? Settimo appuntamento con «La cicala del sabato» (*)
Che farmene delle stelle,
di questo vento leggero che mi accarezza la sera;
che farmene di una finestra spalancata sul mondo,
sull’orizzonte, se tu non ci sei?
Tutto ha una luce diversa se sei qui con me.
Tutto ha senso solo se posso raccontartelo.
Blocco
Mare calmo con crepe impercettibili; una luce simulata
spalma le nuvole basse. Non ricordare,
non dimenticare. Il presente – dice; – quale presente? La notte
giunsero messaggeri muti, sedettero sulla scala di pietra,
tirarono fuori i fazzoletti, se li stesero sulle ginocchia,
poi li piegarono di nuovo. Partirono. Uno
aveva una cicatrice dalla tempia fino al mento. S’arrestò,
indicò in direzione del mare e si strinse la corda alla vita.
Allora posammo a terra le lampade a olio e vedemmo la nostra ombra
inerpicarsi pelosa, immensa, senza ossa, sopra il muro bianco.
da «Pietre, ripetizioni, sbarre»
Segni
Più tardi le statue furono completamente nascoste dalle erbacce. Non sapevamo
s’erano rimpicciolite le statue o cresciute le erbe. Solo
un grande braccio di bronzo si distingueva al di sopra dei rovi
in atteggiamento di sconveniente, spaventosa benedizione. I taglialegna
passavano nella strada di sotto – non si voltavano affatto.
Le donne non giacevano con i loro uomini. Le notti
sentivano le mele cadere a una a nel fiume; e poi
le stelle che segavano tranquille quella mano di bronzo sollevata.
Rinascita
Le vecchie
Cercetèo (**)
Qui, dove passarono i partigiani, sono cresciuti gli abeti.
Piú giú ci sono le tombe. Il fiume anonimo scorre,
dice i loro nomi.
Noi sediamo sulle ardesie calde; guardiamo
il mare in fondo,
sciogliamo il tovagliolo, mangiamo il pane d’orzo, secco
– quello impastato con l’anice dalle madri nere,
cosparso con un po’ di sesamo, vi hanno anche inciso
una croce col coltello –
le madri nere che ci insegnarono senza parlare
a non tirarci indietro,
a non tralasciare neppure questa piccola farfalla bianca,
ch’è venuta a posarsi sui capelli neri di Thanassis
tremando dalla gioia.
da «Il funambolo e la luna»
(**) Monte dell’isola di Samo
(*) Con Ghiannis Ritsos continua la selezione, o forse dovrei dire il saccheggio, della “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo invia ad amiche/amici per 3-4 giorni alla settimana i versi che le piacciono e immaginate che gioia svegliarsi al mattino trovando una nuova poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto, oppure se è impicciata – anche le cicale a volte “formicano” – io mi fingo lei per un sabato, come oggi. In bottega trovate altre tre poesie di Ritsos: Le cose elementari, Quando e Vecchiaia. (db)
(**) Monte dell’isola di Samo
Una domenica mattina ascoltando alla radio da quel grande affabulatore che è Moni Ovadia scopro questo grande poeta Ghiannis Ritsos e con lui il vostro sito splendido. Grazie per la Vostra iniziativa della poesia mattutina.
È incredibile! L’ho scoperto in un modo simile: il meraviglioso Moni Ovadia su YouTube..
Si parla talvolta di poesia alta questa e’ da vertigini mi piacerebbe sentirla leggere in greco per capire come suona.
grazie alla radio ho incontrato il poeta Jannis Ritsos, che non conoscevo e mi ha aperto un vero nuovo orizzonte di emozioni! la poesia, in ogni lingua, ci accompagna nella vita e alleggerisce i nostri inevitabili problemi esistenziali!!! Grazie rai 3!
Ghannis Ritsos è stato un bellissimo regalo di un mio amico,non lo conoscevo,per me leggere le sue poesia è un godimento meraviglioso,è come se tornassi alla mia Grecia che amo con tutto il mio cuore,alla mia Grecia di Elena,Odisseo,Achille e le donne velate di tristezza che aspettano,il mare misterioso e amaro,le navi dalle belle vele spinte da dei giusti ma lontani…
Stupende le poesie e grazie a voi per farcele conoscere !