Questo post non posso farlo
Pensieri scherzosi e serissimi sulla difficoltà a scrivere di una manifestazione (il 15 febbraio) a Ferrara
di Mauro Antonio Miglieruolo
E’ avido di post db: non gli bastano i 9 al giorno che a volte riesce a far scrivere alla marea di entusiasti (sia ringraziato l’Onnipotente) che alimenta il blog: ne vuole ancora. Chissà magari spera di arrivare a pubblicarne 20 al giorno, magari anche uno l’ora: sarebbe un bel traguardo; quando sarò in forma migliore credo che mi attenterò a compiere un’impresa del genere…
Dicevo di Daniele Barbieri, erogatore di fichi secchi (che fra l’altro mi piacciono, ma non arrivano): mi chiede di scrivere un pezzo sulla manifestazione di Ferrara di solidarietà alle tante vittime della polizia. E qui, subito, dal sorriso passiamo al pianto.
No, caro Daniele, questa volta mi sento di risponderti con un bel no. Non me la sento di entrare in questo universo di dolore, prevaricazione, violenza e morte. Nell’incubo in cui giustizia e legge sono violate da chi dovrebbe difenderle. Da chi è chiamato a punire i colpevoli (vedi pubblici ministeri) e rifiuta persino di prendere atto di quello che è successo; si cercano scuse, si depista. Non me la sento di entrare nella logica di questa sorta di antiutopia nella quale le vittime vengono ulteriormente oltraggiate anche dopo la morte, e con loro i familiari.
Sissignore, anche i familiari. I vicini di casa e chiunque abbia avuto la sventura di assistere allo scempio: diventano tutti oggetto di stalking e persino denunciati.
Lamentare la morte violenta di un proprio familiare oggi può costare molto. Vedi i casi di Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Domenica Ferulli, denunciate per vilipendio all’immagine della polizia. Come costa molto opporsi allo strapotere delle larghe intese, prima parlamentari e ora extraparlamentari (Renzi e Berlusconi).
Verrebbe da dire: Stato di Polizia. Verrebbe da dirlo, ma non lo dico, non vorrei essere a mia volta denunciato per avere denunciato un andazzo che è nello stesso tempo doloroso e pericoloso. Però non posso evitare di ipotizzarlo (almeno) quando sento in tv intervistati riferire di minacce da parte delle Forze dell’Ordine a testimoni o anche solo possibili testimoni; quando, sempre in tv, si sente di poliziotti in borghese che bussano negli appartamenti dei palazzi vicini per chiedere alle persone ciò che hanno visto e udito e preventivamente dissuadere.
Ho detto persino fin troppo. Con l’atmosfera che c’è nel paese – la Boldrini che mette la museruola anche ai deputati e le neo deputate renziane del Pd imitatrici delle tanto deprecate donne berlusconiane che vanno nei tolk-show per avallare la ghigliottina in Parlamento – non vorrei trovarmi a breve a mal partito (strana espressione vero?).
Non resta che affidarsi al popolo italiano. Non c’è altra via. Se tante e tanti si decidono a pronunciare queste fatali parole «stiamo scivolando verso uno Stato di polizia» è già come se lo fossimo. Ma se il popolo italiano tarderà a pronunciarsi mi chiedo in quale orrenda prospettiva entreremo.
E ora, scusate, ho troppo mal di testa per continuare. Ma è giusto elencare almeno i casi che negli ultimi tempi hanno più fatto indignare: Aldrovandi, Cucchi, Uva, Ferulli… punte dell’iceberg di un andazzo che ha mietuto molte altre vittime e che continuerà a mieterle finché al potere ci sarà chi ha messo una cortina di ferro intorno alla propria coscienza.
Però bisogna darla l’assicurazione ai familiari delle vittime che non sono soli. Il vostro coraggio evoca il nostro. Il vostro attivismo ci spinge mettere in moto il nostro. Grazie dunque per quel che fate per i vostri cari e così per tutti. Grazie per il grido d’allarme che avete gettato che ci chiama al dovere di partecipare e di sostenervi.
DUE PAROLE DEL db CHIAMATO IN CAUSA
Inventare un post non scrivendolo: di questo è stato capace Mauro con le parole scherzose e quelle serie.
Restando sullo scherzo ricordo che il record di un post al giorno in codesto blog è stato già raggiunto in due occasioni: possibile che Mauro non ricordi? Era per festeggiare – a modo nostro – la Liberazione dal nazifascismo (vedi la serie di post intitolati «Quel 25 aprile e oggi», numerati da 1 a 24) e la «giornata della poesia» (addirittura 28 post consecutivi) al ritmo dei 60 minuti.
Quanto al discorso serissimo condivido ovviamente «il dovere di partecipare e sostenere» i familiari delle vittime di “malapolizia” e le associazioni nate attorno a loro. Il 15 febbraio io non sarò a Ferrara perché impegnato in Sicilia ma invito chi può ad andarci. Poche e chiarissime le richieste: la destituzione dei 4 poliziotti condannati (per omicidio colposo) per la morte di Federico Aldrovandi; la democratizzazione delle forze dell’ordine; l’introduzione del numero identificativo per gli appartenenti alle forze dell’ordine; l’introduzione del reato di tortura. Chi non può partecipare ma condivide queste richieste le faccia girare, le sostenga, ne parli e scriva in ogni occasione.
Rispondo piccato: possibile non ricordi tu che ho superato la soglia micidiale dei settanta anni? è l’età tipica in cui il ricordo rifiuta di ricordare…
nel commento precedente c’è un refuso: sono 7 anni e non 70
(sarei forse così sgarbato io, giovin virgulto, da criticare un saggio baobab?)