Racconto cavalleresco, capitolo 1

di Kike

Anno del signore 2012
-On-
ATTACCO

Il poeta urlò: – guerra!! –
Una sirena suonò come un lamento e la fabbrica cominciò a muoversi, prima lentamente poi al ritmo prestabilito per esigenze di produzione.
Con Lei tutti gli uomini che si trovavano di turno.
Turno che sarebbe terminato esattamente otto ore dopo.

– Tre turni di otto ore! – Toc
– E tre sirene a dare il via! – Toc
Batteva il bastone sul pavimento in legno.
Così sentenziò il conte Vangaglia con il Suo Responsabile per le Esternazioni, un omuncolo insignificante, lacchè col padrone e severo con i sottoposti, Plinio faceva di nome.

Toc!
– Dovrà essere così! –
– e poi voglio uomini blu, uomini verdi e uomini arancio per distinguerli! Che si alternino turno dopo turno e giorno dopo giorno!
– Non voglio interruzioni! – Toc!

C’erano uomini lì da anni e uomini neo entrati.
Blu, verde e arancio e tre sirene come lamento.
Uomini solitari e uomini in squadre e la fabbrica: orchestra di suoni meccanici.
Il grande pennone, detto anche sputa fuoco, soffiava il GranBuonFumoNero di qua e di là, affinché i colori del conte e della famiglia che esso rappresentava, i Vangaglia, colorasse il territorio (cielo&terra) da loro conquistato a suon di scudiPesanti che loro stessi producevano pagando in scelliLeggeri gli uomini colorati da loro assunti.

Plinio, l’omuncolo, si muoveva sul grande pennone detto anche sputa fuoco, che soffiava il GranBuonFumoNero di qua e di là, con un microfono a gelato color bianco e blu che leccava tra una parola e l’altra ripetendo con tono perentorio il testo imparato a memoria:
– Tre turni di otto ore!– Slurp
– E tre sirene a dare il via! – Slurp
Slurp!
– Dovrà essere così! –
– e poi voglio uomini blu, uomini verdi e uomini arancio per distinguerli! Che si alternino turno dopo turno e giorno dopo giorno!
– Non voglio interruzioni! – Slurp!

– Rifò?! – chiese Plinio al suo segugio Guido Guidi.
– No sua Eccellenza Dottor Egregio e Nostro Supremo, è stato perfetto!!!! – disse il Guidi girandosi in cagnesco verso quella marmaglia che dattilografava, scriveva, riprendeva e filmava le esternazioni del Responsabile per le Esternazioni:
– Non è vero?! –
– Verissimissimo – disse lo scrivano.
– Altroché – il dattilografo.
– Mamma mia, commovente – il film maker.
– . .  . – il segretario n°1.
– Idem – il segretario n° 2,3,4,5,6,7 … così via fino alla capo-segretaria che le scappò un – Cazzo padrone . . .  – e subito la stagista le scappò un sorriso che il Guido freddò con lo sguardo.
Poi tutti in coro:
– Oooohhhhhh … –

Quella marmaglia, assiepata fitta-fitta sulla scaletta di metallo girava a girella attorno al gran pennone, guardava di sbieco a capo chino Plinio e la sua rappresentazione.
Sotto, molto sotto, nel piazzale che si intravedeva, i responsabili sindacali avevano chiamato a raccolta gli uomini blu ed arancio, non occupati nel turno, per discutere delle nuove disposizioni della azienda-famiglia che li occupava con un contratto a tempo determinato secondo l’equazione Vangaglia:

a : b = t : V*

a: il lavoratore
b: la fabbrica
t: il tempo
V: l’incognita Vangaglia

*incognita scoperta dal giovane Lorenzo Vangaglia nel 1990 durante i suoi studi liceali presso il  liceo Adamo Vangaglia.

Terminata la rappresentazione e solo dopo che il fido Guido Guidi disse a Plinio le seguenti parole: – Lei è una persona squisita –
– E’ simpaticissimo –
– La sua rappresentazione è stata fantasmagorica –
Plinio, leccando l’ultima parte del gelato-microfono, lasciò cadere distrattamente il microfono stesso dal grande pennone.

– APRIAMO UNA PARENTESI –
Il microfono cadendo fendeva l’aria, resa nera-nera o grigio-grigio a seconda dell’umidità di questa, in modo netto e tagliente come un pugnale che fende il burro e come il pugnale che fende il burro si piantò nel cranio di un operaio che si trovava ai piedi del grande pennone per l’incontro sindacale che settimanalmente si teneva e si tiene e si terrà nel grande piazzale Primo Vangaglia.
La disattenzione dell’operaio blu, del turno blu, con badge numero 025578/03 fu pagata a caro prezzo dallo stesso, con la vita.
Subito partì una vertenza sindacale dai sindacati riuniti sotto il gran pennone che fu presa al volo dal Responsabile per le Esternazioni Plinio e ributtata agli stessi come un boomerang con queste sue parole:
– Se l’operaio con badge n° 025578/03 avesse indossato il casco non avrebbe riportato alcun danno come da legge sulla sicurezza 626 corretta e riveduta in 626-6262 –
E con fare condottiero indicò il grande cartello ben visibile ovunque:
ORDINE + PULIZIA = SICUREZZA *

*(Trovata pubblicitaria del giovane Copywriter William II Vangaglia che gli valse numerosi premi, tra cui il Telegatto nell’anno del Signore 1999, e lo consacrò all’immortalità sui testi universitari come “Diritto e Lavoro: + lavoro”, “Sicurezza sì! Dove, quando e perché”, “Quando ci pare a noi” per le edizioni Vangaglia&Vangaglia).

Subito una macchia rossa andava via via allargandosi sotto al corpo inerte dell’ormai ex operaio che subito la ditta esterna per la sicurezza all’interno della fabbrica si precipitò ad isolare.
Disperse i presenti, operai e sindacalisti, invitandoli a entrare nei capannoni della fabbrica per lo straordinario retribuito a lutto (per le spese mortuarie) e mise in sicurezza il luogo dell’incidente per l’arrivo delle forze dell’ordine.
L’intervento della ditta esterna a dire il vero non fu tempestivo, essa infatti si trovava all’esterno della fabbrica stessa ed interveniva solitamente o prima-prima o dopo-dopo.
I dipendenti della ditta esterna per entrare dovevano infatti o presentarsi ai cancelli della fabbrica e superare un test attitudinale preparato da diversi personaggi sul libro paga del Responsabile per le Esternazioni Plinio, come un laureato in cerca di occupazione permanente, un operaio con licenza media inferiore e random da chi passava di lì. Per superare il test non occorreva rispondere alle domande in modo corretto, era necessario rispondere alle domande come avrebbero risposto alle domande i tre sopra citati.
Oppure i dipendenti della ditta esterna dovevano scavalcare la recinzione in ferro.

In questo caso, a rigor di cronaca, il giornalino “La fabbrica oggi, domani … Domani?” scrisse testualmente: – Data la gravità dell’incidente accorso al nostro stimato collega n° 025578/03, gli addetti alla sicurezza della ditta esterna hanno solertemente declinato l’invito a compilare il test ed eroicamente ed agilmente hanno scavalcato il cancello e sono prontamente intervenuti per decretare ufficiosamente l’ora del decesso che solo ufficialmente è stato decretato dall’organo preposto  Morituri te salutant qualche ora più tardi avendo brillantemente superato il test di ingresso”.
Saltando di parola in parola arriviamo al clou del pezzo giornalistico scritto dall’operaio Caporeparto ed esponente sindacale Vix-Vaporun Luca Puntiglio: – “ . . . uniti nel dolore alla fa . . . ntastico discorso del Responsabile per le Esternazioni Plinio da cui prendiamo le parole più forti e carismatiche:
– Tre turni di otto ore! – Slurp
– E tre sirene a dare il via! – Slurp
Slurp!
– Dovrà essere così! –
– e poi voglio uomini blu, uomini verdi e uomini arancio per distinguerli! Che si alternino turno dopo turno e giorno dopo giorno!
– Non voglio interruzioni! – Slurp!

L’articolo continuava: “ . . . riprendiamo le parole del Dottor Guido Guidi:
– Lei è una persona squisita –
– E’ simpaticissimo –
– La sua rappresentazione è stata fantasmagorica –

“ La giornata purtroppo – l’articolo – ha avuto una nota dolente, l’aria nel circuito dell’aria ha avuto un calo di pressione tale per cui la produzione ha avuto una flessione di circa un’ora con conseguente sospensione dell’uscita del fumo nero-nero, causa umidità del 83%, dal grande pennone.
Il Signor Plinio in persona se ne scusa”.
“ . . . Nota positiva della giornata una nuova assunzione. Alla faccia della crisi, noi, ASSUMIAMO. Diamo il benvenuto quindi all’operaio blu, del turno blu, con badge n°025578/04”.
CHIUDIAMO LA PARENTESI

UNA NOTA SUL CAVALIERE (e povero anche il cavallo, ah-beh. Sì-beh)
Invidioso degli spazi che quotidianamente si sono presi Giando e Mam, in un recente passato, anch Kike propone una (pacifica e concordata) invasione delle ore 19. A me questi suoi pensieri da riordinare piacciono e ho detto sì. Solo in alcune foto truccate può sembrare che Enrico abbia un martello e mi stia minacciando; se però guardate attentamente noterete che l’acqua minerale (puah) sul tavolino a destra è scaduta, dunque non bevete(ve)la. Anzi leggete e commentate in libertà. Saranno 5 puntate … o forse più. La seconda dunque domani sera. (db)

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Amme me sembra e Paolo Villaggio or ora mi conferma, che si chiamava Carlo Martello…non Enrico martello…cmq la confuscion è grande sotto il cielo…per fortuna… Che l’arsenico (e l’acqua prive’)sia lungi da voi…

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