«Radicalized» di Cory Doctorow torna in edicola…
… per pochi giorni. Franco Ricciardiello ne caldeggia l’acquisto e la “bottega” vi esorta a regalarvi (o regalarli) questi racconti che si muovono fra il presente e il futuro più vicino.
Una breve premessa (“esortativa”) della «Bottega»
Care e cari, più volte abbiamo parlato di questi racconti. Siamo di fronte a «un’immaginazione fervida e potente, guidata da una lucida indignazione» come scrive Ricciardiello. C’è anche una bella scrittura, mai banale, e personaggi veri: cosa volete di più? Perciò vi esortiamo domattina quando uscite – magari per andare alle manifestazioni della www.24hAssange.org – a fermarvi al primo giornalaio, tirar fuori 7 euri e prenderlo (da mercoledì non sarà più in edicola; in libreria c’è ma costa il doppio). Nelle edicole gentili ve lo danno senza il quotidiano…
Il numero 37 della serie speciale Urania 70 anni di futuro – che Mondadori distribuisce in edicola insieme a Il corriere della sera o a La gazzetta dello sport – è un’antologia di 4 racconti lunghi dello scrittore canadese Cory Doctorow con il titolo «Radicalized» (pubblicata negli Oscar e poi su Urania lo scorso gennaio).
Doctorow si è dimostrato vicino non solo agli impulsi di svecchiamento e riforma di un mercato editoriale ingessato e di un fandom imbalsamato in rituali ormai anacronistici, ma anche a subculture derivate dalla diffusione del web-hacker, Maker, fautori del creative commons. È quasi un cult il suo «Little Brother» (tradotto in italiano nel 2009 con il titolo «X» per Newton Compton, e con il titolo inglese nel 2018 da Multiplayer): fin dal titolo ammicca a Orwell e racconta la resistenza di giovanissimi hacker contro un governo totalitario instauratosi negli Usa.
Molto più vicini al nostro presente sono i racconti di «Radicalized» che esasperano tendenze antidemocratiche già presenti nella società.
Quella di Doctorow non è letteratura a tema, benché il contenuto politico prevalga nettamente sulla ricerca linguistica; la sua capacità di costruire protagonisti veri, empatici, persino quando hanno una funzione palesemente negativa, evita uno schematismo bianco/nero che non esiste nella società attuale né esisterà domani, con buona pace dei fan del genere distopico. Senza dubbio «Radicalized» si colloca di diritto sul fronte della letteratura civile, anzi persino un po’ oltre, considerata la vicinanza alle controculture.
Un’immaginazione fervida e potente, guidata da una lucida indignazione. «Pane non autorizzato» racconta una magnifica storia di resistenza nonviolenta contro una pratica distorta nel futuro del “libero mercato”: applicare a piccoli elettrodomestici di uso comune un software che permette soltanto l’utilizzo di prodotti distribuiti dall’industria stessa (farina, detersivi e così via) naturalmente a prezzi maggiorati. La storia racconta della ribellione “per necessità” degli immigrati ospitati in un grande complesso residenziale di Boston, l’hackeraggio domestico grazie a tutorial trovati in rete, e il braccio di ferro legale che ne segue, con il sistema giudiziario che non offre ai consumatori salvaguardia contro le prevaricazioni del “libero” mercato.
«Minoranza modello» è un racconto serio che parte da una premessa pulp: un contrasto interessante che evita il pericolo del kitsch, regalandoci un testo di severo impegno civile. L’elemento fantastico è rappresentato dal protagonista, l’American Eagle: come Superman è in realtà un extraterrestre praticamente immortale che mette i suoi poteri al servizio della giustizia, della legalità, dell’America. Ma tutto cambia quando decide di intervenire per salvare “un uomo di colore” dall’ingiustificato pestaggio di quattro poliziotti. Improvvisamente il difensore dei deboli diventa una minaccia contro le istituzioni, contro la legge, contro l’America. Naturalmente lui si intestardisce di essere nel giusto, continua a verificare che l’uomo non rimanga vittima di ulteriori soprusi, ma il razzismo è così radicato e il sistema della prevaricazione ha sviluppato così tanti anticorpi che anche un superuomo incontra difficoltà “sovrumane” per sostenere le ragioni dei deboli.
«Radicalizzati» , il racconto che dà titolo alla raccolta, è quello destinato a rimanere più a lungo nella memoria: in bilico fra tensione etica e indignazione personale, rende esplicita la difficoltà di stabilire un confine tra giustizia e vendetta. Ruota intorno alle distorsioni del sistema sanitario negli Stati Uniti, in balìa delle assicurazioni private; il punto di vista, a differenza del primo racconto, è strettamente individuale, così come le soluzioni scelte dai protagonisti: naturale quindi che l’attenzione dedicata ad azioni terroristiche consegni il racconto a un finale più complesso e meno ottimista dei due precedenti.
Nel quarto e ultimo racconto, «La maschera della morte rossa» (titolo che ammicca a Edgar Allan Poe, e spiega in parte un elemento non chiarito nella storia), l’azione individuale è destinata a un fallimento ancora peggiore. Lo scenario è un classico della fantascienza: la dissoluzione dello Stato, stavolta causata da una improvvisa (ma prevista da qualcuno) crisi economica. Il protagonista ha predisposto in un luogo desertico un rifugio per sé e per una trentina di conoscenti, dove attendere che le cose si sistemino. Le misure che prende sono tratte da qualche classico della science fiction post catastrofe: cibi conservati, armi, metodi per passare il tempo. La letteratura si scontra però con la realtà, e anche se il finale non è esplicito si intuisce che l’iniziativa individuale, e individualista, è perdente, nei confronti dell’azione solidale.
Questo è in sostanza il messaggio di Cory Doctorow: il vero problema dell’America di oggi è l’individualismo, la soluzione è nell’agire collettivo. Per dimostrare la sua tesi in tre racconti su quattro sceglie personaggi dalla mentalità solitaria, ma la conclusione è inevitabile: tutti i fantastici eroi della fiction americana sono una menzogna, una parte del problema anziché la sua soluzione. Hollywood non è più lo specchio glamour del sogno, anzi è l’american dream a essere diventato il simulacro di se stesso, un prodotto dell’entertainment da vendere a un pubblico di creduloni, una fabbrica di menzogne da rifilare a caro prezzo agli orfani dell’Impero.
Cory Doctorow, «Radicalized», traduzione Dafne Calgaro, euro 6,99
Bellissimo. Necessario.
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