Ravenna: ancora fuochi (nocivi più che fatui)

Un appello (*)

Sant’Apollinare: fuochi artificiali la notte del 22 luglio? NON IN NOSTRO NOME

Abbandoniamo immediatamente il “modello” produttivo fossile-energivoro-inquinante.

E’ da sospettare, a Ravenna e in Italia, l’esistenza di una corrente politica sado-masochista. Ovviamente questa è solo una chiave di lettura possibile. Un’altra è: un ceto politico marziano o negazionista (dei mutamenti climatici) oppure opportunista (guadagnare consenso inquinando? Mah). Fatto è che Ravenna è vittima, oltre ai fatti storici noti, di una perniciosa pulsione a sprecare risorse e denaro “per inquinare” o meglio: per aumentare l’inquinamento. Non stiamo parlando dello scenario che si profila circa la cattura della CO2, cioè l’ulteriore estrazione di gas e la nave rigassificatrice (PROGETTI TUTTI DEVASTANTI TESI A PERPETUARE UN MODO DI PRODUZIONE ENERGIVORO E DISTRUTTIVO). Rimaniamo per ora, terra terra con l’occhio alla fine della prossima settimana: dopo la evitabile kermesse di un noto cantante (modello “culturale” di fruizione passiva) con correlato abbattimento di alberi, i decisori politici insistono sullo spreco di risorse per inquinare! Si fatica a crederci. Non sono bastate il 16 giugno le Frecce Tricolori (quanto carburante additivato di coloranti è stato sprecato). Non è bastata la cosiddetta “notte rosa” ormai diventata cianotica. Qui a Ravenna si sparacchiano fuochi artificiali a ogni pie’ sospinto. Per esempio la sera del 26 giugno a Lido Adriano e poi in tante feste laiche o parrocchiali. Adesso l’astuta amministrazione comunale se non organizza quantomeno acconsente all’ennesima boiata: i fuochi artificiali per festeggiare il santo protettore. Cosa c’entri Apollinare con i fuochi artificiali a noi non è chiaro. Piuttosto le fonti storiche narrano di un rifiuto, da parte di Apollinare, di un costoso regalo in oro che preferì far devolvere in aiuti ai poveri. Si dirà: lui era un santo invece la giunta comunale… Osservazione fondata; però la festa si Apollinare è un pretesto per insistere sul modello borbonico delle tre f: festa, farina e forca. Per «forca» intendiamo una condotta che sta portando il pianeta alla distruzione a causa di un ceto politico che non sa liberarsi della sua coazione a ripetere su un modello produttivo e sociale catastrofico.

Fuochi d’artificio vuol dire rischi di incendio ma anche inquinamento con sostanze cancerogene, tossiche, allergizzanti, irritanti e interferenti endocrini (dosabili –in Romagna – questi ultimi nel canale Candiano, nel Lamone, Fiumi Uniti, Reno, Bevano, Savio, Uso). Ma tutto questo esula dalle preoccupazioni della giunta comunale di Ravenna che, invece di mettere al bando i fuochi, fa vanto del loro uso la notte fra il 22 e il 23 luglio!

E perché propinano i fuochi ai ravennati e ai turisti, ma anche alle pecorelle che circondano il santo nella sua iconografia? «Per un momento di leggerezza».

Con la guerra russo-ucraina, con l’avvicinarsi dell’anniversario dell’orrenda strage in una fabbrica di fuochi (Modugno, il 25 luglio 2015) e con le catastrofi già consumate (compresa la strage della Marmolada, non prevedibile per quel giorno ma certamente evitabile con una politica di prevenzione) l’amministrazione di Ravenna vuole elargire «un momento di leggerezza». In verità la leggerezza è di amministratori e organizzatori che “non sanno quello che fanno”. Se conducessero una rapida indagine sulle caratteristiche tossicologiche dei fuochi potrebbero tirare i remi in barca (cosa che ancora auspichiamo facciano).

Ai turisti un invito: se le cose stanno così evitate Ravenna dal 22 luglio in poi almeno per alcuni giorni. E ai ravennati diciamo: statevene in casa , visto che una fuga in massa sarebbe ingestibile ma alla prossima scadenza elettorale date un “momento di leggerezza” agli organizzatori. Quanto alla Chiesa locale: volete prendere posizione e cacciare i mercanti dal tempio? Infine al signor Prefetto: dica qualcosa e magari vieti l’uso dei fuochi pirotecnici.

(*) Vito Totire, Rete europea per la ecologia sociale; Daniele Barbieri blogger; Maurizio Portaluri (Salute pubblica, Brindisi).

17 luglio 2022

POST SCRIPTUM

La documentazione tecnica sulla composizione dei “fuochi” è disponibile: chi vuole ce la chieda. Non è invece pubblico “quanto ci costa” tutto questo… nel senso strettamente economico (il bilancio ecologico invece non intendiamo affidarlo alle istituzioni) e ci piacerebbe saperlo nei dettagli.

 

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