«Rete delle Alternative» fra etica, cultura e politica
di Giorgio Riolo
Con la “dichiarazione di intenti” e un primo indirizzario
La sinistra italiana, è ormai un’ovvietà, ha urgente bisogno di unirsi, o anche solo di federarsi. E di costituire un “nuovo soggetto politico”, in grado di misurarsi con le sfide e i problemi del nostro tempo. È pertanto in gioco un processo politico e culturale che necessariamente pone l’accento più sulla “innovazione” che sulla “continuazione” o sulla “restaurazione” della sua cultura politica del passato. Un processo che, per riuscire, non può prendere la scorciatoia, di corto respiro e di piccolissimo cabotaggio, del puro e semplice assemblaggio di gruppi dirigenti, spesso autoreferenziali e di cattiva qualità etica e culturale, e quindi necessariamente di cattiva qualità politica.
Si tratta di procedere al lavoro attorno al retroterra culturale e teorico, di analisi, in grado di illuminare l’agire politico. E questo lavoro, pur in diretta relazione con l’agenda politica, non può obbedire a direttive da commissari politici, da diktat di qualunque natura e origine. Un minimo di autonomia è requisito primo per assolvere al compito stabilito, proprio a beneficio, in ultima istanza, delle formazioni politiche, dei movimenti, dei soggetti deboli della nostra società, dell’intera società italiana.
Occorre ribadire ancora una volta che i tempi della politica e i tempi della cultura politica, per forza di cose, non coincidono. Spazio, tempo, risorse occorre dedicare all’attività culturale, a fianco ovviamente alla necessaria attività politica e di movimento.
Si tratta infine in Italia di superare la paradossale condizione per la quale, a fronte di una grave crisi economica e di un aggravamento serio delle condizioni sociali ed esistenziali delle classi subalterne, unitamente ad ampi strati di ceto medio, la sinistra è ai suoi minimi storici della rappresentanza politica, del suo ruolo complessivo nella società italiana. In Italia non abbiamo avuto lo shock, la guerra sociale, l’emergenza umanitaria, com’è avvenuta in Grecia. E da qui Syriza e la vittoria alle elezioni politiche. Oppure il processo peculiare spagnolo, e da qui Podemos. La via italiana è ancora da scoprire, da costruire. La “Coalizione Sociale”, attorno alla Fiom, è uno tra i tanti tentativi messi in atto in questi anni.
In gioco sono la valorizzazione e la socializzazione-democratizzazione della “funzione politica”, non più semplicemente delegata ai politici di professione, e la valorizzazione e la socializzazione-democratizzazione della “funzione intellettuale”, non più semplicemente delegata all’intellettuale o all’accademico di professione. Il protagonismo del militante o dell’attivista sociale hanno questi due aspetti come retroterra.
La novità del movimento antiliberista, nel quale ovviamente agiscono anche le formazioni politiche, la sua peculiarità, risiede nel fatto che la feroce sfida lanciata del neoliberismo ha costretto le diverse matrici politiche e culturali, i diversi soggetti antisistemici, a prodigarsi per uscire dall’incomunicabilità, se non dalla concorrenzialità, tipica di stagioni politiche del recente passato, e a porsi in una relazione efficace, nella prospettiva della convergenza.
Essendo il neoliberismo una filosofia complessiva del potere, totalizzante e a tutti livelli, ed essendo il capitalismo una formazione sociale in cui “tutto si tiene”, l’acquisizione forte del movimento è stata che ogni corrente ideale e politica sia da considerarsi fondamentale, ogni soggetto sia da considerarsi indispensabile per poter essere all’altezza della sfida. La pari dignità e l’inammissibilità della rivendicazione della primogenitura da parte di una corrente o di un soggetto hanno qui il fondamento oggettivo. Non più la rivendicazione ora della primazia dei partiti, ora della primazia dei movimenti, ora della primazia della contraddizione capitale-lavoro, ora della primazia della contraddizione produzione-ambiente e uomo-natura, ora della primazia della contraddizione di genere e via di questo passo.
Un problema, poiché le formazioni storiche e sociali, anche a sinistra, spesso sono considerate solo dal semplice lato del “modo di produzione”. Da qui l’attenzione, “economicistica”, per la sola sfera della produzione e non l’attenzione per la totalità sociale, come “sistema”, per la riproducibilità o meno del sistema (“sviluppo”, “malsviluppo”, “decrescita” ecc.), per la grave questione climatica e ambientale, per la sfera antropologica e culturale, per la sfera della vita quotidiana, per l’alienazione sempre crescente del vivere in questa formazione sociale. Fatta salva ovviamente la dinamica strutturale, delle classi e dei loro reciproci rapporti.
Le dinamiche del potere nel neoliberismo pongono al movimento e ai partiti antiliberisti problemi anche inediti. Pongono l’eterno problema della conciliazione delle forme diffuse di partecipazione diretta, di “democratizzazione della vita quotidiana”, delle alternative qui ed ora, con l’ineludibile e ineliminabile livello politico-istituzionale. Con l’ineludibile problema della teoria e della pratica della costituzione e della selezione di gruppi dirigenti dei partiti della sinistra, ma anche di gruppi dirigenti del movimento, di alto profilo etico, culturale, politico. È un compito importante poiché mette in discussione vecchie modalità difficili a scomparire, con un nuovo che fatica a nascere. Abbiamo bisogno di curare e di migliorare la nostra formazione culturale e teorica, in breve la nostra cultura politica.
Dal nostro versante cerchiamo, bene o male, di praticare due parole d’ordine, due assi di riferimento: la “convergenza nella diversità” e la “politica come bene comune”. Contro l’autosufficienza culturale e ideale, contro i due mostri speculari: l’alienazione dell’antipolitica e l’alienazione del politicismo tutto istituzionale e spesso svuotato di contenuti e di valori di riferimento, spesso degradato a pura manipolazione dell’esistente, a ingegneria elettorale, organizzativistica, senza respiro strategico. Per la sinistra unita, l’interlocuzione dev’essere ampia e improntata sulle due discriminanti: pari dignità e nessuna primogenitura di ogni corrente ideale e di ogni soggetto. Abbiamo bisogno di rimotivare forze sociali e intellettuali, forze etiche e politiche preziose, spesso inutilizzate, scoraggiate, disperse, nascoste, e abbiamo bisogno di attrarre forze fresche e vive, soprattutto giovani, e rendere loro accessibili sedi e strumenti per esprimersi, per rendere operante il loro contributo.
I processi veramente profondi nella storia e nella società non si escogitano a tavolino, ancorché vengano pensati ed elaborati a questo livello. È il processo storico reale a decidere in definitiva. Ma l’elaborazione culturale (la ricerca e l’analisi dell’esistente, dell’essere-proprio-così) e la coscienza di tali processi e si tali tendenze aiutano e sistematizzano. Possono e debbono aiutare la crescita e lo sviluppo del “nuovo soggetto politico”. Per sfuggire al vecchio, nefasto paradosso, racchiuso nella locuzione “chi sa non agisce, chi agisce non sa”.
La Rete delle Alternative vuole contribuire ai processi in atto per una “buona politica” della sinistra. Questa è l’intenzione. Ci si impegna, ma i risultati dipendono ovviamente dallo sforzo e dall’impegno complessivi, non solo da noi.
Un ambito importante di lavoro sarà rappresentata, tra le altre cose che si ha intenzione di perseguire, da un’attività di formazione permanente, attraverso una Libera Università o Scuola della Formazione Permanente affinché i risultati della ricerca, delle analisi e delle inchieste vengano socializzate e possano diventare bagaglio culturale e politico di chi volesse seguire i corsi. Non sarà la riedizione di scuole di partito, ma una cosa a mezzo tra “cultura per sempre”, alla maniera del Gramsci dei Quaderni, e “cultura per una scadenza immediata e politica”.
Una sorta di formazione permanente dell’attivista e del militante, di partito o del movimento, tanto più necessaria oggi nello smarrimento culturale e antropologico, così diffuso.
La Rete è costituita da alcuni organismi iniziali di Bergamo (Circolo Gramsci), Carrara (Punto Rosso), Genova (Punto Rosso-Forum Sinistra Europea), Magenta (Collettivo Punto Rosso), Merate (Punto Rosso), Milano (alcuni attivisti e attiviste, e la newsletter “Tutti i colori del rosso”), Ravenna (Associazione Culturale per la Sinistra di Alternativa), Varese (Rete delle Alternative), Vigevano (Circolo Culturale Rosa Luxemburg). L’auspicio è quello di allargare tale numero di entità e di entrare come Rete in interlocuzione e in collaborazione con altri organismi, con altre entità.
A breve si avvieranno una newsletter e il sito www.retedellealterative.it attraverso i quali verranno resi noti la breve dichiarazione d’intenti, le varie sedi, le iniziative, i documenti comuni, i comunicati, gli articoli ecc.
(Milano, 19 marzo 2015)
Dichiarazione d’intenti della «Rete delle Alternative»
La Rete delle Alternative si pone il fine di promuovere, in modo aperto e inclusivo, il confronto politico e culturale, la ricerca e il dibattito sulle questioni importanti, vitali del nostro tempo. Si pone altresì il fine di promuovere una attività politica fondata su valori, contenuti, culture, scaturiti da questa ricerca e da questo dibattito.
Questa cultura e questa politica sono ancorate ai principi di eguaglianza, di giustizia sociale, di rispetto dei diritti degli esseri umani e dell’ambiente, del perseguimento della pace e del ripudio della guerra. Per un modello di società egualitario e solidale, che consideri l’ambiente non come fondo da sfruttare e dilapidare, ma come casa comune da proteggere e migliorare.
La Rete delle Alternative, a tal fine, recupera e valorizza le culture, le politiche e le esperienze del passato tese all’emancipazione e alla liberazione umana, delle classi subalterne in primo luogo. Valorizza la tensione emancipativa insita nei movimenti democratici, nel movimento operaio, nel movimento socialista, comunista e libertario, nel movimento ambientalista, nel movimento femminista, nel movimento pacifista e nei movimenti antisistemici in generale, per ricercare e costruire forme politiche e culturali avanzate in grado di misurarsi con i problemi della giustizia sociale e ambientale, del rispetto dei diritti umani e di tutti i viventi.
La Rete delle Alternative si pone il fine di stimolare l’interlocuzione e la collaborazione tra culture politiche diverse entro la sinistra, avendo quale obiettivo l’unità della sinistra italiana. Impegnandosi inoltre per rafforzare la presenza delle sinistre su scala europea, entro i più ampi processi in atto della sinistra europea, e su scala internazionale.
Essa è indipendente da ogni altra organizzazione e istituzione. Considera l’autonomia di ricerca e di indirizzo della propria azione come un bene da salvaguardare con grande attenzione e cura.
La Rete si schiera a fianco della lotta delle donne e degli uomini discriminati e oppressi, delle lavoratrici e dei lavoratori, dei disoccupati e di chi vive e lavora nella precarietà lavorativa ed esistenziale e a fianco dei popoli delle periferie del mondo in cerca di riscatto sociale, politico, civile e culturale. A tal fine, essa promuove la solidarietà internazionale e ricerca e costruisce relazioni efficaci con altri organismi consimili su scala europea e mondiale.
La Rete si fonda sui valori dell’antifascismo, del contrasto culturale e politico della xenofobia, del razzismo, della discriminazione di genere, di religione, di condizione sociale e culturale. Essa si impegna a difendere la Costituzione italiana, avendo come ispirazione e come retroterra di riferimento la Resistenza, adoperandosi affinché la stessa venga attuata e non continuamente disattesa.
Per conseguire i suoi fini, la Rete delle Alternative promuove conferenze, convegni, corsi di formazione, iniziative pubbliche di dibattito e la produzione di pubblicazioni, come libri e periodici cartacei e digitali, siti web e in generale la produzione di materiale informativo e di riflessione di carattere multimediale. Promuove altresì azioni concrete di intervento e di cooperazione e di collaborazione assidua con altri organismi e con le istituzioni in grado di agevolare le finalità della stessa.
Ogni entità locale della rete mantiene la propria autonomia politica e culturale, pur nel rispetto del solco comune di ispirazione ideale dell’intero consesso, conformemente allo spirito e alla lettera di questa dichiarazione d’intenti. Decide altresì autonomamente la propria struttura organizzativa.
La Rete delle Alternative infine si pone il compito di aggregare tutte le persone che si riconoscono in queste finalità, a livello locale, nazionale ed internazionale.
Sedi e organismi della «Rete delle Alternative»
Bergamo
Associazione Circolo Gramsci Bergamo
Via Rampinelli 10
20100 Bergamo
circolo@gramscibergamo.it
www.gramscibergamo.it
Alberto Scanzi – Maurizio Colleoni
Tel. 035-0770803
Carrara
Punto Rosso Carrara
Ernesto Ligutti – ernestoligutti@virgilio.it
Genova
Punto Rosso Genova
Forum Sinistra Europea
V. S.Luca 15/7
16124 Genova
Giuseppe Gonella
ggonella59@gmail.com – cell. 320-0373667
Rita Lavaggi
rita.lavaggi@libero.it – cell. 320-6871927
Magenta
Collettivo Punto Rosso Magenta
presso Manuel Vulcano
Via Pietro Nenni 3
20013 Magenta (MI)
Matteo Garavaglia
puntorossomagenta@gmail.com – cell. 328-9069872
Merate
Punto Rosso Merate
Luciano Bertoldi
Via S. Cecilia 7
23870 Cernusco Lombardone (LC)
luciano.bertoldi@yahoo.it – cell. 349-0531346
Milano
(in via di definizione, Nunzia Augeri, Bruno Carchedi, Giorgio Riolo)
Ravenna
Associazione Culturale della Sinistra di Alternativa
Via Piangipane 370
48124 Piangipane (Ravenna)
Raffaella Veridiani raffaellaveridiani@hotmail.it – cell. 393-7700448
Antonella Piraccini
antoalice@alice.it – cell. 347-4844703
Andrea Marchetti
andrea_marchetti@er.cgil.it – cell. 346-3656091
Gabriele Abrotini
gabro2002@alice.it – cell. 320-9205619
Giancalo Lugli
giancarlo.lugli@gmail.com – cell. 331-5240532
Enea Melandri
enea.melandri@gmail.com – cell. 338-7422764
Varese
Rete delle Alternative Varese
Gianni Brivio
gianemilio.b@alice.it – cell. 339-7763658
Patrizio De Cecco
patdc@libero.it – cell. 348-5747235
Vigevano
Collettivo Culturale Rosa Luxemburg
Via Boldrini 1
27029 Vigevano (PV)
Vladimiro Lionello
vladimiro.lionello@alice.it – cell. 339-467 0760