Richard Matheson: Lui è Leggenda!
“ Lo scrittore che più di ogni altro mi ha influenzato.”
Stephen King
Come non segnalare una nuova edizione di Io sono leggenda (Mondadori, traduzione di Giovanna Scocchera: 204 pagine, 13 euro 13) di Richard Matheson?
Giancarlo De Cataldo scrive una interessante postfazione per questo capolavoro della narrativa fantastica, che non teme di stare tra i grandi della letteratura contemporanea. Lo statunitense Matheson (1926-2013) è stato capace di muoversi con la stessa abilità fra la narrativa lunga e quella breve, scrivendo tantissimo, anche per lo schermo, e sempre con qualità. Fra i suoi romanzi Tre millimetri al giorno e Io sono Helen Driscoll o racconti come Duel, che ispirò l’omonimo film di Steven Spielberge lo lanciò nel firmamento del cinema.
Matheson è inclassificabile, bravo a contaminare la narrativa di genere, sia essa fantascienza, thriller ed horror. Un autore che ha avuto la capacità di raccontare l’angoscia che pervade la nostra vita, di far vedere l’orrore tra le mura domestiche. Scrive De Cataldo: «Ma se l’orrore irrompe nel quotidiano, smaschera l’ipocrisia del contemporaneo, allora mette sul banco degli imputati la rispettabilità borghese, l’onestà di facciata dei benpensanti, in una parola quel “sogno americano” che fu la bestia nera della fantascienza “sociologica” degli anni Cinquanta».
Era il 1954 quando apparve I am legend, con cui Matheson rivisitava il mito del vampiro alla luce della scienza e delle inquietudini umane: la diffusione incontrollata di nuove contagiose malattie. Ha scritto Ramsey Campbell nell’Introduzione al bellissimo volume He Is Legend: «Quel romanzo non solo rivoluzionò il tema del vampiro, rappresentando il vampirismo come un fenomeno in crescita esponenziale (…) ma trasformava l’intero mondo del protagonista in un incubo che veniva portato avanti per tutta la lunghezza del libro». Contro l’addomesticamento dell’orrore, fatto dai romanzi per young adult, il miglior antidoto sono quelli irriducibili, quelli perturbanti che interpretano il disagio esistenziale, il vuoto di riferimenti, l’atrocità della sur-modernità e svelano gli inganni del turbocapitalismo e il torpore di un immaginario colonizzato da decenni di industria culturale. Con Io sono leggenda, Matheson svela le paure celate dietro le porte delle villette unifamiliari o degli anonimi appartamenti di città. Il romanzo è così noto (anche per l’omonimo film di qualche anno fa interpretato da Will Smith) che si ha quasi vergogna a tracciarne un minimo di storia. Racconta la vita dell’ultimo uomo sopravvissuto a un’epidemia che ha trasformato l’umanità. «Nei giorni di cielo coperto Robert Neville non era mai sicuro del tramonto del sole e capitava che loro uscissero in strada prima del suo rientro». Loro sono uomini divenuti vampiri. Tutti gli abitanti sulla Terra lo sono. Tranne uno, Neville, il diverso, il mostro perché unico, la “leggenda” appunto: ultimo uomo sopravvissuto, che vive una vita apparentemente normale, fatta di pulizie casalinghe, musica, letture e alcol, in cui annegare il dolore per la perdita dei propri cari. Di giorno Neville è impegnato nella caccia. Di notte si rintana in casa. Appena il sole cala i vampiri lo assediano, vogliono il suo sangue. All’alba è lui a mettersi in moto. Inizia a lavorare, si scatena per uccidere i non-morti. Neville con ferocia esegue il compito che si è prefisso, la distruzione totale delle immonde creature delle tenebre. Non c’è pietà. Quelli che furono vicini, amici, amori tutti devono morire.
Ma vuole anche sapere. Perché l’umanità si è trasformata? Fra violenza e indagine va avanti la vita di Neville. Solo un cane lo aiuta ad alleviare la solitudine. Poi il ciclo ricomincia: di nuovo nella casa fortezza. All’infinito? Scritto in un linguaggio asciutto e scarno, Io sono leggenda è un libro sull’angoscia della solitudine, sulle paure che ci attanagliano, sul ricordo, su ciò che si è perso, sulla natura umana. Indimenticabile.
PS – Procuratevi He is Legend – in italiano «Lui è Leggenda», Millemondi Urania, Mondadori, 2011 – è un’antologia celebrativa scritta dai figli naturali e spirituali di Richard Matheson. «Spero converrete che il risultato è straordinario: quest’antologia è quanto di più simile a una raccolta di nuovi racconti di Richard materno si possa rinvenire da quando, nei primi Settanta, egli smise in pratica di scriverne»: così il curatore Christopher Conlon nella “Nota finale”.
L’IMMAGINE in alto rimanda a un fumetto pubblicato su “Tutto libri“, inserto del quotidiano “La stampa”.
Questo è uno dei romanzi che mi hanno dato di più come lettore, sono curioso della nuova edizione in forma di fumetto. Complimenti per la bellissima recensione, aggiungo solo un commento relativo alla scelta cinematografica del film che vede protagonista Will Smith: l’idea di spostare la scena dal paese dimenticato che aveva ipotizzato Matheson alla metropoli ha creato un salto significativo. Se il romanzo ha i toni più introspettivi, intimi, scandagliando l’inquietudine e tratteggiando un ritratto ineguagliabile dell’animo umano, il film ha puntato sull’immaginazione, sulla fantasia, lasciando che fossero gli occhi a rappresentare quell’inquietudine. Le scene di apertura mi hanno restituito la sensazione Ballardiana del futuro, creando un senso di commozione sociale, diversa dal romanzo, per molti inferiore, per me giusta e intrigante nel contesto cinematografico. Infine, cercando in rete, ecco tutte le pubblicazioni che rendono questo uno dei capolavori immortali della SF: “In Italia è stato pubblicato come “I vampiri” da Longanesi nel n. 31 di “Suspense!” nella traduzione di Elisa Marpicati, da De Carlo Editore nel n. 10 di “Gamma. [Il Fantalibro]. I Capolavori della Fantascienza”, da Mondadori nel n. 143 dei “Classici Urania” nella traduzione di Lucia Milani, all’interno del n. 26 dei “Massimi della Fantascienza” nella traduzione di Valentino De Carlo, come “Io sono leggenda” nel n. 110 di “Oscar Fantascienza” e nel n. 1292 di “Urania” sempre nella traduzione di Valentino De Carlo, da Fanucci Editore nel n. 12 di “Collezione Immaginario. Dark”, nel n. 54 di “Tascabili Immaginario” e nel n. 32 di “Tascabili Immaginario Extra” nella traduzione di Simona Fefè e di nuovo da Mondadori in “Oscar Moderni Cult” nella traduzione di Giovanna Scocchera.”