Ricordando Enrico (di Donata)
Enrico Pili era nel gruppo Nk (nord Kivu)… non rammento più il numero, ma ricordo che era in coppia con Valentina Favero, diafana fanciulla dalla resistenza pari all’apparente fragilità.
Nk, tutti insieme, in 60 affamati di giustizia e di ferma volontà di rendersi utili; tra loro anche io e Db.
Ci siamo trovati sulle rive del lago Kivu, nell’Est della Repubblica democratica del Congo, nel 2006, a cimentarci con l’arduo lavoro dell’osservazione elettorale internazionale (chiamati dalla società civile congolese a vigilare – come volontari – sulla regolarità del voto nelle zone più pericolose). Era notte, ma le tenebre calano alle 18 sulla linea dell’equatore, e abbiamo condiviso pesce secco ed arrostito, ugali e banane fritte, tanta speranza, giochi di carte per rompere il silenzio.
Poi abbiamo condiviso il ritorno a Bukavu, un viaggio in prima classe sul battello che si chiama “Amico”, l’amore per le montagne rosse, i bananeti verdi e il cielo indaco.
Non abbiamo giocato insieme a bridge…. ma ha giocato per ore, con colleghi di sogni. E abbiamo scherzato sulle sfortune di Nk 17, ci siamo confrontati sull’esperienza vissuta, straripavamo di vita. Ognuno di noi ha scritto, per non dimenticare.
Ci siamo ritrovati, 3 mesi dopo, era l’Epifania, a casa mia: tutti, una sessantina di osservatori fuori norma.
La regola: ognuno porti quel che vuole, divisi in gruppetti, alcuni i primi, alcuni i secondi, alcuni i vini, alcuni i dolci e la frutta.
Poteva finire in miseria, con pentoloni di riso freddo e affettato, invece ognuno ha portato cibi tipici della sua regione ed è stato un pranzo luculliano, con portate caratteristiche, ottime, farcite di risate e ricordi.
Enrico, in tutto ciò, ha sbalordito, lui dall’aria tanto seria, col suo sigaro in bocca. Lui e sua moglie sono arrivati con vassoi (tanti) colmi di paste dolci sarde. Chi le ha mangiate sa di cosa parlo, chi non ha avuto la fortuna di farlo si trovi un amico sardo che gliene spedisca.
Ecco come ha risposto alla nostra fame, di amicizia e di cibo. Una festa.
Poi l’invito ad andare a trovarlo in Sardegna (carpe diem, io me lo son fatto sfuggire) e le poesie e le foto…
Enrico, mi hai ben sfamato, nel corpo e nella conoscenza, nell’amicizia e nella ricerca comune.
Che tu sia, ora, dove altri ti sfamano, ne sono certa.
La doni
DB la proxima fammi sapere,non sono mai stato in africa,veramente non mi hanno ancora mai dato il passaporto…vi accompagnero’ volentieri…troppe tante cose mi-ci sfuggono…troppi tanti Compagni e Compagne se ne vanno a galoppare nelle verdi praterie di Manitu sensa che molti troppi di noi ne abbiano mai guardato gli occhi e sorriso,mangiato,bevuto,ballato con loro….SENZA MEMORIA NON C’E’ FUTURO DANIELE,E NESSUNO COME NOI(CHE ABBIAMO INVENTATO QUESTE PAROLE OLTRE ALLA”STRAGE DI STATO”) LO SA… Grazie Enrico di Donata per aver fatto ancora una volta in modo che noi non dimenticassimo…
Due cose.
Rispetto al bel ricordo di Donata non avrei nulla di sostanziale da aggiungere ma sono un giornalista (e forse un maniaco dei libri) e dunque preciso che Enrico, appena rientrato dal viaggio in Congo, scrisse uno dei suoi strani (e bellissimi libri): “Adesso a poche ore da qui” con il sottotitolo “Reportage dalla Repubblica democratica del Congo”. Se faticate a trovarlo potete chiederlo all’editore: http://www.scuolasardaeditrice.com
Rispetto alla richiesta di Marco, il mio sogno resta che gente stramba come lui, come me, come Enrico, come Vittorio Arrigoni (che era con noi in Congo) si possa incontrare per ragionare (anche litigare) e formarsi in vista di azioni, qui in Italia come in giro per il mondo, contro le sempre più frequenti guerre, contro crescenti ingiustizie e ovviamente per sabotare – uso questa parola con piena, totale consapevolezza – le armi italiane. Servirebbe un luogo e non c’è. E servirebbero energie giovani (non i miei 63 anni). La speranza non muore ma… ogni tanto ha bisogno di concime e di coccole.
(db)
…le coccole ho imparato da tanto troppo tempo a farmele da solo e con piacere:guardandomi allo specchio la mattina i miei 59 anni e sorridendomi sapendo che non mi fermeranno mai neanche ammazzandomi,e che ci saranno sempre i miei Compagni a continuare:ho vissuto una Vita incantevole e non ho nessuna intenzione di smettere:continuo felice di poter(al contrario di tanti troppi nostri Compagni) respirare ed insorgere. Monello,Delinquente Solidale.