Ricordando Enrico (di Ignazio Sanna)
Techno-mamuthone
di Ignazio Sanna
“Questa non è una pipa”, avrebbe potuto dire. “Scacco al re” era una frase che non gli dispiaceva. Finché lo scacco matto ha costretto il suo cuore matto a una frenata brusca. L’ultima.
L’ultima volta che lo vidi fu durante una partita a scacchi. L’ultima.
Da una parte la Giustizia, dall’altra l’Ingiustizia. Raramente vince la prima.
La quinta S fu il primo passo, il quinto passo è l’addio.
Sardegna come un’infanzia. Sardegna, quasi un continente.
I sardi, quelli dalle labbra bianche. Gli altri, gli invasori venuti dal mare. E poi gli altri, quelli già sul posto, con l’animo(1) servile e l’anima (2) in vendita. Li si riconosce dalle labbra, rosse.
Un techno-mamuthone scenderà dal cielo, un giorno. E giustizia sarà fatta. Forse.
I suoi agenti sono tra noi, da tempo immemorabile. Lui era uno di loro.
Oggi non c’è più. È stato richiamato alla base.
È andato a fumare, a fogu aintru (3).
NOTE
(1) “L’anima dell’uomo, soprattutto in quanto principio attivo delle facoltà intellettuali, del sentimento, della volontà (con significati più limitati rispetto a quelli di anima)” (http://www.treccani.it/vocabolario/animo/)
(2) “Nell’accezione più generica, il principio vitale dell’uomo, di cui costituisce la parte immateriale, origine e centro del pensiero, del sentimento, della volontà, della stessa coscienza morale” (http://www.treccani.it/vocabolario/tag/anima/)
(3) Durante la Prima guerra mondiale, narravano i reduci, chi voleva fumare senza rendersi facile bersaglio per i cecchini nemici doveva imparare a farlo con la parte accesa della sigaretta all’interno della cavità orale, “a fogu aintru”, col fuoco all’interno.