Rigaglie: la saggezza dei piedi
di Andrea Appetito
Cammino nel bosco, dai rami le foglie sbiadite lasciano andare alla terra il colore. Mi chino sull’aculeo di un istrice, i suoi passaggi notturni sono coperti da una coltre leggera di foglie. La prima resa degli alberi è all’alba? Affondo le mani nella terra e sfrego un palmo contro l’altro. Batteri e funghi nell’humus fertile. Riprendo il cammino e una fagianella attraversa il sentiero senza fretta. Mi fermo per guardarla mentre si allontana fra le ceppaie saltellando sui resti dell’ultima ceduazione. A ogni passo la mente scende verso terra, quando arriva ai piedi i pensieri si fanno radicali. Imbocco vecchi sentieri abbandonati coperti di ricci di castagne e rami secchi. Sulle ginestre le piccole foglie verdi ingialliscono e prendono il colore dei fiori. Qualcuno ancora resiste appassito. Ripenso a questa estate, quando ho scoperto la luce bianca nei nidi di ragno. I ricordi si avvicendano nella mente e i piedi smettono di pensare. Per fortuna dalle cime dei castagni le cornacchie fanno un gran baccano. Dev’essere in corso un’importante discussione. I fantasmi del passato tornano ma non sono una forza. La saggezza dei piedi riscopre antichi sentieri. Vecchie storie di giustizia, diceva McCarthy. Mi fermo ad ascoltare il respiro del bosco. Qui sono passati la siccità infernale e i roghi d’estate, non sono lontani torneranno. Mi domando da cosa nasce tutta questa pace.
La foto è dal film «Dead Man» di Jim Jarmusch
(*) Dal 9 gennaio ogni domenica – alle 14 – in “bottega” trovate «Rigaglie» ovvero le ispirazioni e riflessioni di Andrea Appetito. Qui le ultime quattro: Rigaglie: librarsi e scendere in picchiata, Rigaglie: ai figli della notte, Rigaglie: se Lenin avesse letto Rimbaud e Rigaglie: la casa sconfinata dei profumi