Rigaglie: per Ceronetti
di Andrea Appetito (*)
«Non l’aspetto, non mi pare di averlo mai aspettato. Resta però nell’armadio delle speranze cieche, le sole che valgano, e mai ne butterò via la chiave. Si è nel messianico finché si è nell’umano».
da “Pensare il Messia” di Guido Ceronetti
Mi ricordo una notte dell’epifania in cui aspettavo l’arrivo della befana e guardavo il cielo o meglio lo spazio aereo tra il palazzo in cui vivevo e il palazzo di fronte. Credo di essermi addormentato e di essere ancora in attesa. Si è nel messianico finché si è nell’umano, scriveva Ceronetti. «Ecco, hanno suonato. Vado ad aprire. Non c’è nessuno. È Lei». I doni della befana non sono mai né dove né come li aspettavamo. Un bambino sta in una grotta fredda e umida, avrebbe bisogno perlomeno di una coperta e invece riceve oro incenso e mirra. Sono doni che si apprezzano dopo, col tempo. Sono le taglie grandi di una volta: scarpe più grandi, cappotti più grandi, maglioni più grandi dentro i quali crescere. Un giorno saranno perfetti, forse. Anzi, non è affatto importante.
(*) «Rigaglie» ovvero recensioni molto velate e riflessioni stimolate da una citazione iniziale (per onorare la fonte dell’ispirazione). Non è un appuntamento fisso ma speriamo sarà frequente: l’esordio in “bottega” 7 giorni fa con Fernand Deligny.