Rigaglie: pioggia benedetta
di Andrea Appetito
Sta per piovere, un passero si avvicina alla finestra per beccare rapidamente qualcosa. Le rondini volano sopra la siepe e il loro pigolio annuncia il temporale. Un lampo si riflette sui vetri della finestra aperta. Le foglie nuove dell’ulivo fremono all’arrivo delle prime gocce mentre il vento pettina la siepe e gioca con i fiori secchi del gelsomino. La pioggia comincia a bagnare la lingua polverosa del mio giardino. L’attesa è finita, le foglie sono già più verdi. Il passero cerca riparo tra i rami dell’ulivo mentre le raffiche di pioggia scuotono dal torpore le piante grasse e il piccolo limone profumato. Ora è proprio un bel temporale e la terra è un lago di luce. La preghiera dell’acqua è stata esaudita ma vorrei che piovesse per giorni per estinguere la sete dei greti, per fecondare la polvere dei sentieri, perché qualcuno possa finalmente camminare sotto questa benedizione. La luce dirada la cortina buia e il temporale estivo lascia in dono l’aria fresca, tersa. Il lavoro celeste degli uccelli è ripreso. È durata poco la tregua, ma è già tutta un’altra storia.
(*) Dal 9 gennaio ogni domenica – alle 14 – in “bottega” trovate «Rigaglie» ovvero recensioni molto velate o riflessioni stimolate da una citazione iniziale… per onorare la fonte dell’ispirazione. Qui le ultime: Rigaglie: ai fiori di primavera, Rigaglie: la toponomastica dei ragazzini, Rigaglie: alla pelle e Rigaglie: cadono pinne, nascono dita.