Rischio tbc nel carcere di Bologna

di VITO TOTIRE (*)

Ma la vera questione forse è un’altra…

Nelle istituzioni totali si cade sempre dalle nuvole. Gli agenti penitenziari protestano e fanno bene ma i loro sindacati si agitano in un bicchier d’acqua non avendo ancora fatta propria l’unica proposta ragionevole da praticare per poter venire a capo del problema.

L’ultimo evento denunciato da un sindacato evidenzia peraltro come il decantato programma regionale (in Emilia-Romagna) di monitoraggio mostri falle enormi. Ma a che serve lamentarsi e chiedere generiche misure?  Senza fare la “proposta giusta”. E allora la reiteriamo noi, per la ennesima volta, “la proposta giusta”.

  1. La questione denunciata deve entrare nella valutazione del rischio di cui al decreto 81/2008
  2. Il carcere deve – in materia di sicurezza e prevenzione – diventare un luogo di lavoro “normale” con lavoratori che hanno gli stessi diritti di tutti
  3. Deve essere abilita la struttura denominata VISAG che oggi è deputata alla vigilanza e la vigilanza deve essere trasferita – appunto come per i luoghi di lavoro “normali” – alla Ausl quindi all’Uopsal
  4. Sappiamo bene che in Italia il tema degli infortuni e delle malattie professionali è grave, in generale, ma se gli agenti penitenziari partono svantaggiati la loro speranza di salute si riduce ancora di più.

Piuttosto che fare riferimento al cosiddetto “garante dei detenuti” che ormai palesemente è un garante del Consiglio comunale, INVITIAMO I SINDACATI DEGLI AGENTI A INCONTRARCI E DISCUTERE CON NOI QUESTA “VECCHIA” PROPOSTA.

Fino a quando il carcere sarà un luogo separato e funzionerà come una impenetrabile istituzione totale, il rischio sia per le persone detenute che per i lavoratori sarà superiore a quel che davvero è inevitabile.

OVVIAMENTE AUGURIAMO UNA PRONTA GUARIGIONE ALLA PERSONA DETENUTA. E CI CHIEDIAMO SIA SE LO STATO DI DETENZIONE NON POSSA ESSERE SOSTITUITO DA UNA MISURA ALTERNATIVA. E BISOGNA CAPIRE SE QUALCOSA – E DUNQUE COSA – NON ABBIA FUNZIONATO NEL SUO DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA PREVENZIONE PRIMARIA.

Se la questione denunciata riguarda una tbc, la questione sempre aperta è: esistono le condizioni logistiche e impiantistiche (condizionamento ed estrazione dell’aria) che rendano compatibile la permanenza alla Dozza con la minimizzazione del rischio connessa a una tbc bacillifera?

Non dobbiamo dimenticare che diversi anni fa , si verificò un grave impatto sulla salute ai danni di un infermiere della azienda Ausl a cui le competenze (cioè solo certe competenze) erano ancora di recente transitate.

Delle due l’una: o continuiamo, all’italiana, a discutere di cosa fare sempre “il giorno dopo” oppure DECIDIAMO DI FARE VERAMENTE E SERIAMENTE PREVENZIONE,

Nel frattempo il Parlamento affossa la riforma dell’ordinamento penitenziario?

Bologna, 8 maggio

(*) Vito Totire è medico del lavoro e psichiatra, portavoce del circolo “Chico” Mendes di Bologna

L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – è ripresa da http://www.asspantagruel.org

 

Redazione
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