Rischio tbc nel carcere di Bologna
di VITO TOTIRE (*)
Ma la vera questione forse è un’altra…
Nelle istituzioni totali si cade sempre dalle nuvole. Gli agenti penitenziari protestano e fanno bene ma i loro sindacati si agitano in un bicchier d’acqua non avendo ancora fatta propria l’unica proposta ragionevole da praticare per poter venire a capo del problema.
L’ultimo evento denunciato da un sindacato evidenzia peraltro come il decantato programma regionale (in Emilia-Romagna) di monitoraggio mostri falle enormi. Ma a che serve lamentarsi e chiedere generiche misure? Senza fare la “proposta giusta”. E allora la reiteriamo noi, per la ennesima volta, “la proposta giusta”.
- La questione denunciata deve entrare nella valutazione del rischio di cui al decreto 81/2008
- Il carcere deve – in materia di sicurezza e prevenzione – diventare un luogo di lavoro “normale” con lavoratori che hanno gli stessi diritti di tutti
- Deve essere abilita la struttura denominata VISAG che oggi è deputata alla vigilanza e la vigilanza deve essere trasferita – appunto come per i luoghi di lavoro “normali” – alla Ausl quindi all’Uopsal
- Sappiamo bene che in Italia il tema degli infortuni e delle malattie professionali è grave, in generale, ma se gli agenti penitenziari partono svantaggiati la loro speranza di salute si riduce ancora di più.
Piuttosto che fare riferimento al cosiddetto “garante dei detenuti” che ormai palesemente è un garante del Consiglio comunale, INVITIAMO I SINDACATI DEGLI AGENTI A INCONTRARCI E DISCUTERE CON NOI QUESTA “VECCHIA” PROPOSTA.
Fino a quando il carcere sarà un luogo separato e funzionerà come una impenetrabile istituzione totale, il rischio sia per le persone detenute che per i lavoratori sarà superiore a quel che davvero è inevitabile.
OVVIAMENTE AUGURIAMO UNA PRONTA GUARIGIONE ALLA PERSONA DETENUTA. E CI CHIEDIAMO SIA SE LO STATO DI DETENZIONE NON POSSA ESSERE SOSTITUITO DA UNA MISURA ALTERNATIVA. E BISOGNA CAPIRE SE QUALCOSA – E DUNQUE COSA – NON ABBIA FUNZIONATO NEL SUO DIRITTO ALLA SALUTE E ALLA PREVENZIONE PRIMARIA.
Se la questione denunciata riguarda una tbc, la questione sempre aperta è: esistono le condizioni logistiche e impiantistiche (condizionamento ed estrazione dell’aria) che rendano compatibile la permanenza alla Dozza con la minimizzazione del rischio connessa a una tbc bacillifera?
Non dobbiamo dimenticare che diversi anni fa , si verificò un grave impatto sulla salute ai danni di un infermiere della azienda Ausl a cui le competenze (cioè solo certe competenze) erano ancora di recente transitate.
Delle due l’una: o continuiamo, all’italiana, a discutere di cosa fare sempre “il giorno dopo” oppure DECIDIAMO DI FARE VERAMENTE E SERIAMENTE PREVENZIONE,
Nel frattempo il Parlamento affossa la riforma dell’ordinamento penitenziario?
Bologna, 8 maggio
(*) Vito Totire è medico del lavoro e psichiatra, portavoce del circolo “Chico” Mendes di Bologna
L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – è ripresa da http://www.asspantagruel.org