Ritorna Paperinik ovvero PIKAPPA (o era PK2?)
di Fabrizio “Astrofilosofo” Melodia
Si stava intensificando il chiacchiericcio degli appassionati italici che richiedevano a gran voce il ritorno di un eroe scomparso ormai dalle scene fumettologiche italiane. Ed eccolo: Paperinik cioè l’alter ego di Paolino Paperino – nato da un’idea di Elisa Penna, sceneggiato da Guido Martina e realizzato graficamente dal compianto “maestro disney” Giovan Battista Carpi – sta tornando più forte e potente che mai. A marzo parte una nuova serie avente per protagonista il vendicatore mascherato, giustiziere di Paperopoli e difensore dell’umanità dalle minacce extraterrestri: Paperinik, ovvero “PK – L’ Orizzonte degli eventi”.
Dopo la prima mirabolante serie che aveva rilanciato il mito del Vecchio Mantello, alle prese con le terribili minacce aliene degli Evroniani (*) con il valido aiuto della super intelligenza artificiale e molto papera Uno – conclusasi con una tripletta di episodi mozzafiato aventi per coprotagonista la bellissima e incavolatissima aliena Xadhoom (andate a recuperarvi l’edizione deluxe) e dopo il primo sequel chiamato PK2, e il reboot meglio noto come PIKAPPA – ecco che Paperinik torna con una storia in cinque parti scritta da Francesco Artibani e disegnata da Lorenzo Pastrovicchio, per i colori di Max Monteduro.
Rinasce all’insegna della fantascienza più scanzonata e mirabolante, con punte di postmodernismo da far invidia a Umberto Eco, già a partire dal titolo, “L’ orizzonte degli eventi”. Vi ricorda qualcosa? Ve lo dico tra poco, prima due parole sugli autori.
Francesco Artibani è una vecchia conoscenza del mondo fumettistico Disney e non solo: è un geniaccio che bazzica il pianeta delle nuvole parlanti ormai da molto tempo, regalandoci chicche insospettabili e gustosissime. Debutto per la Disney italiana nel 1992 con la storia “Zio Paperone e il viaggio nella moneta”, collaborando poi come sceneggiatore indefesso per la suddetta casa creando e sceneggiando storie per Topolino, PKNA (Paperinik New Adventures, la prima serie di PK), MMMM (titolo all’apparenza enigmatico, sta per Mickey Mouse Mistery Magazine, il nostro Topolino in versione detective hard boiled) e W.I.T.C.H (acronimo che racchiude i nomi delle frizzanti e simpaticissime streghe che difendono la città dagli attacchi di misteriose creature soprannaturali). Forte di questa esperienza, in coppia con Katja Centomo, realizza per Disney “Monster Allergy”, serie fantastica con protagonisti un bambino che vede gli spettri e la sua inseparabile compagna. Poi, in solitaria, realizza “Kylion”, miniserie di fantascienza di 13 numeri, che strizza l’occhio alla fantascienza adulta e nientemeno che a «Progetto coscienza» di Frank Herbert ma anche a Isaac Asimov e ai mutanti X-Men di casa Marvel.
Lorenzo Pastrovicchio è una delle più belle rivelazioni di casa Disney e ultimamente, si è distinto per le miniserie “Wizards of Mickey”, “Double Duck” e “Topolinia 20802”.
Ritornando a “PK – L’ orizzonte degli eventi”, Artibani ha rivelato in una recente intervista che la vicenda «si aprirà nel passato, nell’Egitto dell’Antico Regno, oltre quattromila anni fa. Qui, sullo sfondo delle Piramidi di Giza ancora in costruzione, troveremo il Razziatore impegnato a rubare alcuni reperti preziosi dalla corte del dispotico faraone Chefren. La vicenda si sposterà poi nel presente, dove riappariranno anche Uno, Everett Ducklair, Juniper e Korinna, le due figlie dello scienziato alieno che avevamo lasciato su Corinna alla fine di PK2».
Un ritorno che verrà presentato in anteprima alla Cartoomics il 9, 10 e 11 marzo alla Fiera di Milano Rho.
Avevamo un quesito in sospeso, ovvero cos’è l’orizzonte degli eventi? E’ una cosina che ha a che fare con i buchi neri, e definisce un punto di non ritorno di un buco nero, oltre il quale nemmeno la luce è in grado di sfuggire alla fortissima attrazione gravitazionale causata dall’esplosione di una stella. Può essere tranquillamente definito, nella teoria ma non nella pratica, come il limite per poter osservare (e in questo caso sfruttare) senza rischiare la propria vita un buco nero ideale, ovvero privo di corpi esterni in caduta come i gas di una nebulosa o stella compagna, come avviene nella maggior parte dei buchi neri riscontrati. In questo caso, la citazione è direttamente connessa con il film di fantascienza «Punto di non ritorno» (del 1997) diretto da Paul S. W. Anderson e ambientato prevalentemente sulla nave stellare chiamata Event Horizon ovvero “Orizzonte degli Eventi”. Tale nome deriva dalla particolare propulsione di questa nave sperimentale che usa un generatore di buco nero controllato grazie al punto di non ritorno dell’orizzonte, in grado di sfruttare la curvatura gravitazionale del buco nero e far coincidere due punti lontanissimi dell’universo, passando da una parte all’altra in maniera istantanea. Tutto chiaro?
Che la nave stellare di “PK – L’ orizzonte degli eventi” sia equipaggiata con un motore a buco nero? Ce lo dirà la scienza, ovviamente papera.
(*) è qui: Gli evroniani contro Paperinik… (e se non l’avete letto, correte a recuperarlo o vi coolflamizzo tutti, parola di Astrofilosofo) ma date un’occhiata anche a Scor-data: 8 giugno 1969 di Daniela Pia.