Roma porcona (ma non è la sola)
recensione di db a «Zero rifiuti» di Marinella Correggia
Il meglio del blog-bottega / 200…. andando a ritroso nel tempo (*)
Un libretto da niente: 102 pagine, 5 euri. Invece è una miniera di informazioni e idee, condite da uno scrivere grintoso che non guasta.
Marinella Correggia tenta, come Arianna, di srotolare il filo per portarci fuori dal labirinto: «Zero rifiuti» è edito da Altreconomia in una collana significativamente intitolata «Io lo so fare» e infatti la copertina spiega: «Manuale di pratiche individuali e collettive per prevenire i rifiuti, cambiare la propria vita e l’economia». Prima di sorprendervi (o spaventarvi) per tutto quel «cambiare», fermate l’attenzione sul «prevenire i rifiiuti». Non ridurli dunque ma azzerarli.
E’ possibile? Dalla lontana Camberra a Treviso, da Avellino a Carbonia, da Faenza a Venezia, dalle Domus Amigas o dagli artisti di Is Femmineddas a Genova sono molte le buone pratiche che Marinella Correggia racconta. Si può davvero andare verso lo «zero rifiuti» individuale? Trasformare la cascata di rifiuti «da spada di Damocle a leva di Archimede»? Scriveva Gandhi che «ogni persona dovrebbe essere la spazzina di se stessa»: molti piccoli gruppi – e qualche amministrazione – anche in Italia ci stanno provando unendo entusiasmo, risorse tecniche innovative e … senso d’urgenza.
Il discutibile «Roma ladrona» dei leghisti dovrebbe invece essere corretto nell’inoppugnabile «Roma porcona» perchè la capitale (come pure la Toscana) non sa gestire in nessun modo i suoi rifiuti. Le grandi città italiane dovrebbero prendere esempio da San Francisco o da Toronto ma anche, fatte le dovute differenze, dalla piccola Capannori che mezzo mondo cita a modello.
Impossibile riassumere le 102 pagine perchè il libro è strapieno di esperienze concrete più che di suggerimenti: incentivi e promozioni a josa per chi ben ricicla (o previene), divieti invece pochi (non funzionano). In più qualche rivelazione quasi sconvolgente, per esempio: «la passata di pomodoro è politica».
UNA PICCOLA NOTA
Questa mia recensione è uscita (parola più, parola meno) il 25 febbraio nel supplemento libri del quotidiano «L’unione sarda». (db)
(*) Anche quest’anno la “bottega” ha recuperato alcuni vecchi post che a rileggerli, anni dopo, sono sembrati interessanti. Il motivo? Un po’ perché quasi 16mila articoli (avete letto bene: 16 mila) sono taaaaaaaaaaanti e si rischia di perdere la memoria dei più vecchi. E un po’ perché nel pieno dell’estate qualche collaborazione si liquefà: viva&viva il diritto alle vacanze che dovrebbe essere per tutte/i. Vecchi post dunque; recuperati con l’unico criterio di partire dalla coda ma valutando quali possono essere più attuali o spiazzanti. Il “meglio” è sempre soggettivo ma l’idea è soprattutto di ritrovare semi, ponti, pensieri perduti… in qualche caso accompagnati dalla bella scrittura, dall’inchiesta ben fatta, dalla riflessione intelligente: con le firme più varie, stili assai differenti e quel misto di serietà e ironia, di rabbia e speranza che – lo speriamo – caratterizza questa blottega, cioè blog-bottega. [db]