Roma, una rampa di piccola-grande civiltà
ripreso dalla pagina facebook de LO YETI (*)
ABBIAMO BLOCCATO L’ABBATTIMENTO DELLA RAMPA. DA DOMANI INIZIERÀ IL PROCESSO DI LEGALIZZAZIONE CHE DURERÀ QUALCHE MESE. LA RAMPA NON SI ABBATTE, LA RAMPA RIMANE! RINGRAZIAMO ANCORA UNA VOLTA TUTTE E TUTTI PER IL GRANDE SOSTEGNO.
Di seguito il nostro comunicato:
Un atto di civiltà
Siamo stati ad un passo dall’abbattimento della rampa della libreria-caffè Lo Yeti.
La legittimità della sua esistenza è stata derubricata dal governo del Municipio ad una questione amministrativa. Il Presidente Boccuzzi e il Vice Presidente e Assessore alle Politiche Sociali Podeschi si sono dichiarati non competenti ad occuparsene, delegando gli uffici tecnici e amministrativi a dirimere la situazione kafkiana che si era creata.
Al di là del nostro caso poteva essere per la nuova amministrazione l’occasione per occuparsi del problema dell’accessibilità in generale, che vede in questa città mortificare quotidianamente i diritti delle persone disabili.
Siamo quindi andati ad incontrare gli attori dell’amministrazione municipale su cui è ricaduto l’onere di occuparsi della rampa dello Yeti.
Almeno però abbiamo avuto a che fare con persone “reali” e competenti che, al di là degli obblighi derivanti dalle cariche che ricoprono, si sono messi al lavoro per cercare di sbrogliare la matassa.
Adesso però per regolarizzare la situazione cui avremmo avuto diritto da più di dieci anni, dobbiamo seguire un iter che coinvolge più uffici e che probabilmente durerà qualche mese.
Lo Yeti nel frattempo per vivere ha bisogno di lavorare, di poter accogliere le persone, di riavere al più presto i tavoli esterni su cui si basa la nostra economia nei mesi caldi e che non può avere un esito positivo finchè rimane aperto il contenzioso per la rampa.
Attendere mesi significa salvare la rampa, ma creare ulteriori grossi problemi economici alla Cooperativa “Libera….mente!” che gestisce la libreria-caffè lo Yeti.
L’alternativa allora è sempre quella: abbattere la rampa, metterne una amovibile da posizionare a richiesta e … pazienza se il lavoratore disabile non potrà più aprire da solo.
Siamo stati ad un passo da questa “soluzione”.
Invece no, non possiamo accettarlo. Come intitolava il quotidiano “il Manifesto” nel 2004 commentando la nostra rampa si tratta di “Un atto di civiltà”. In una città inaccessibile come è Roma, la rampa dello Yeti nei suoi 14 anni di vita ha permesso la partecipazione alle attività della nostra cooperativa, ai servizi della nostra libreria-caffe o più semplicemente di raggiungere il bagno accessibile o il fasciatoio a tante persone in carrozzina, passeggini per bambini, persone anziane o con mobilità ridotta, con semplicità, senza dover chiedere aiuto o perfavore.
Tenere la rampa è un atto di civiltà, toglierla una grave sconfitta per tutti, non solo per noi. Non saremo noi ad abbatterla.
Abbiamo comunicato la nostra decisione agli uffici municipali, abbiamo iniziato il percorso burocratico. Speriamo che già l’avvio formale del procedimento sia condizione sufficiente per riavere il suolo pubblico per i nostri tavolini e sedie su via Pesaro e superare così anche le difficoltà economiche.
Ringraziamo tutti voi che ci avete frequentato in tutti questi anni, voi che in questo momento difficile ci siete stati vicino e ci avete supportato con la vostra presenza.
A Voi soprattutto ma anche alla nostra legale, alla nostra architetta, alle persone sensibili che abbiamo conosciuto negli uffici del Municipio, diciamo un grande grazie.
Speriamo di ricevervi presto a tutte e a tutti tra i nostri tavolini esterni.
La rampa non si abbatte, la rampa rimane.