Russia/Cecenia: omofobia di Stato
di Amnesty International
RUSSIA: DUE ANNI DOPO LA “PURGA CONTRO GLI OMOSESSUALI” IN CECENIA, LE VITTIME ANCORA SENZA GIUSTIZIA MENTRE PROSEGUONO LE MINACCE DI MORTE CONTRO CHI DIFENDE LE PERSONE LGBTI
Amnesty International ha denunciato che le autorità russe non hanno dato giustizia alle vittime della “purga contro gli omosessuali” lanciata nel 2017 in Cecenia.
A oggi, nessuna persona è stata chiamata a rispondere del sequestro, delle torture e delle uccisioni di decine di persone a causa del loro reale o percepito orientamento sessuale.
«Le autorità russe si sono mostrate complici degli orrendi crimini commessi in Cecenia contro persone ritenute omosessuali o lesbiche» ha dichiarato Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale.
«Due anni dopo l’ondata mondiale d’indignazione provocata dalla ‘purga contro gli omosessuali’ è evidente che gli autori l’abbiano fatta franca grazie all’omofobia di Stato e all’impunità di cui beneficiano coloro che commettono violazioni dei diritti umani in Cecenia» ha aggiunto Struthers.
Nel frattempo le autorità continuano a non proteggere Igor Kochetkov, difensore dei diritti delle persone Lgbti, fra i protagonisti con la sua Rete russa Lgbti della denuncia della violenta repressione del 2017, il quale ha recentemente ricevuto minacce di morte. Il 29 gennaio è ampiamente circolato sui social media un video contenente minacce e insulti nei suoi confronti. Quando Kochetkov ha sporto denuncia contro l’autore del video, la polizia gli ha suggerito che la volta successiva egli avrebbe dovuto telefonare a un numero d’emergenza e non è stata aperta alcuna indagine.
«Lo scioccante disprezzo per la vita e per la dignità umana ha raggiunto un nuovo picco con la decisione delle autorità di non svolgere indagini sulle minacce ricevute da Kochetkov» ha commentato Struthers.
«La settimana scorsa tuttavia c’è stato un raro sviluppo positivo: un tribunale di San Pietroburgo ha dichiarato illegale la mancanza d’azione della polizia. Chiediamo alle autorità russe di dare immediatamente seguito a questa sentenza e di condurre indagini esaurienti e approfondite sulle minacce contro Kochetkov e i crimini denunciati dalla Rete russa Lgbti» ha concluso Struthers.
Ulteriori informazioni
Nell’aprile 2017 il quotidiano Novaya Gazeta rivelò l’orribile repressione in atto in Cecenia nei confronti delle persone Lgbti. La mancanza d’azione delle autorità russe ha dato luogo a un’ulteriore ondata di crimini omofobi alla fine del 2018. Nel gennaio 2019 è emerso che almeno due persone sarebbero morte sotto tortura.
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