Russia-Ucraina: tacciano le armi
Un intervento di Gian Marco Martignoni pubblicato su Varesenews online per ribadire l’urgenza di un immediato cessate il fuoco nel conflitto Russia-Ucraina.
foto: Aleandro Biagianti (ripresa da il manifesto)
Egregio Direttore , in occasione dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia il movimento “ Europe for peace “ ha indetto centinaia e centinaia di manifestazioni nel nostro paese e in molti stati dell’Unione Europea, per contrastare la fallacia della narrazione occidentale e ribadire, stante la netta contrarietà all’invio delle armi all’Ucraina e all ’aumento previsto delle spese militari, l’urgenza di un immediato cessate il fuoco, tale da far decollare un serio negoziato di pace.
Infatti, al di là del quotidiano bombardamento mediatico, la maggioranza dell’opinione pubblica vuole la pace, da un lato perché i proclami della Nato sulla vittoria di Kiev e il conseguente indebolimento della Russia non vengono ritenuti realistici , dall’altro lato perché, come ha sottolineato acutamente l’intellettuale francese Edgar Morin nel recente libro “ Di Guerra In Guerra “, “ ci sono ben tre guerre in una : la continuazione della guerra interna tra potere ucraino e provincia separatista ; la guerra russo -ucraina e una guerra politico-economica internazionalizzata antirussa dell’Occidente animata dagli Stati Uniti.
Il sabotaggio del gasdotto russo-tedesco NordStream e l’embargo a Gazprom rientrano nella guerra per procura condotta dagli Stati Uniti, senza perdite militari sul campo di battaglia, al fine di garantire la vendita del loro ben quattro volte più costoso shale gas rispetto a quello russo , e quindi indebolire economicamente l’Europa per il tramite della Germania, stante il costante arretramento del peso del dollaro nelle transazioni economiche sullo scacchiere mondiale.
Pertanto, dato che il rischio di una terza guerra mondiale è tutt’altro che remoto, è senz’altro significativo che Lula abbia drasticamente respinto la richiesta di far pervenire le munizioni del suo paese all’Ucraina, poiché in questa fase del conflitto paradossalmente scarseggiano, sostenendo che è stato eletto per combattere la fame che attanaglia un’ ampia fascia del suo popolo e non per fare la guerra. La sua proposta di indire un G20 che affronti il tema della pace, tessendo alleanze importanti nel sud del mondo – dall ‘ Argentina alla Colombia, dal Sudafrica all’India, oltre a tutto il continente africano – è la testimonianza tangibile che lo sforzo diplomatico che il Vaticano da tempo sta conducendo è tutt’altro che isolato.
Infine, a fronte del piano di pace avanzato in dodici punti dal diplomatico cinese Wang Yi, Joe Biden si è precipitato a Varsavia e non a Bruxelles per bocciarlo, suscitando il velenoso commento di un politico di rango internazionale qual è Romano Prodi. Nonostante ciò, consapevole del cul- de- sac in cui si trova l’Europa, Emmanuel Macron ha annunciato che ad Aprile andrà a Pechino ,per lavorare con la Cina per la fine della guerra. Di fatto la credibilità del consenso di Washington , dopo le menzogne per giustificare le guerre in Iraq e il ritiro dall’Afghanistan, è più che scalfita a livello mondiale; quindi, il cieco e pernicioso atlantismo sfoderato reiteratamente ad esempio da Giorgia Meloni , è l’opposto di quel che serve per rilanciare un ruolo autonomo e diplomatico dell’Europa.
Varese 28-2-2023