Salgari, 100 anni di noia
Chi nasce male non migliora neanche in 100 anni. E’ il caso di «Le meraviglie del duemila» che pure in Italia viene ristampato di continuo (da ultimo Transeuropa). Fu scritto, con lo pseudonimo Guido Altieri, probabilmente nel 1903 ma, per brighe fra editori, pubblicato 4 anni dopo a firma Emilio Salgari.
Ha 25 anni e un milione di dollari James ma vive nell’angoscia, «nonostante la bella tinta rosea della sua pelle, che indica la ricchezza e la bontà del sangue delle forti razze anglosassone». E’ malato di spleen cioè noia, melanconia o dolori alla milza se dobbiamo credere all’etimologia greca. Fortuna che è amico del medico Toby Holker, «di forme quasi erculee, con una lunga barba un po’ brizzolata» il quale ha scoperto in Egitto «il fiore della resurrezione». Prese le loro precauzioni (soldi da parte e che qualcuno li svegli 100 anni dopo) i due dormono fino al 2003. Fin qui il libro è noiosissimo ma dopo peggiora. I due resuscitati passano attraverso discutibili meraviglie tecniche e sociali senza far mai battere il cuore di chi legge: trasporti volanti; anarchici e delinquenti rinchiusi al Polo o in città sottomarine; gli animali quasi estinti; cibo in pillole; i marziani … Soprattutto elettricità ovunque: troppa e i due impazziscono, cosa che forse accadrà all’intera umanità. Fine.
Scopiazzato da Verne e scritto malissimo, senza un guizzo. Subito lospleenassale chi legge che, prima di cadere in un sonno forse centenario, sussurra: «ridateci i tigrotti di Mompracem».
BREVE NOTA
Questa mia recensione, o per meglio dire stroncatura, è stata pubblicata il 19 maggio nell’inserto libri del quotidiano «L’unione sarda». (db)
Ricevo dal dotto amico Casual Carlito un dissenso sulla mia stroncatura «Salgari, 100 anni di noia» e volentieri posto (db)
Uno dei tuoi omonimi, o più probabilmente un baccello ultracorpo mal clonato, si è sostituito alla tua penna per scrivere una sconclusionata recensione – vivamente sconsigliata – su un romanzo del povero Capitano (ah, Capitano, tu sì, mio capitano), «Le meraviglie del 2000». Sto da alcuni anni leggendo e rileggendo i suoi romanzi e a questo non sono ancora arrivato, per cui mi hai messo curiosità e vado a cercarmelo in edizione super-economica remainders come gli altri che ho già preso.
Ho provato a rileggermi a distanza di 15-20 anni alcuni romanzi di fantascienza che mi erano particolarmente piaciuti al momento dell’uscita negli anni ’80 e ambientati negli anni 2000 o poco più. Che tristezza e che delusione per «Il rock della città vivente» di John Shirley. E’ ancora più antico e noioso quasi tutto il cyber punk. Tutta roba che ha perso appeal dopo qualche decennio, che non sono neppure troppo ben scritti e che comunque non potrei consigliare a mia figlia. Stranamente rimangono più leggibili altri romanzi Sf su un futuro ormai passato, pieni di ingenuità ma divertenti.
Se guardiamo al passato, Verne si salva per le parti avventurose e non per le parti fantascientifiche zeppe di spiegazioni scientifiche e pseudo. Il buon Capitano ha anche lui indistintamente farcito i suoi romanzi di pagine e pagine di descrizioni di piante, fiori, animali ecc perché questo gli veniva richiesto da quelle sanguisughe dei suoi editori di merda.
La qualità della sua scrittura non è mai eccelsa. Non esistevano per lui editor, nè aveva il tempo per rileggere quello che consegnava. Persino nell’unico romanzo a cui tiene veramente e per cui rinuncia a buona parte del già basso compenso pur di vederlo pubblicato, «La Bohème italiana», l’insieme non si solleva più di tanto. Di alcuni libri suoi ne posseggo o possedevo casualmente più di una copia in particolare dei classici, ma in edizione integrale. Prova a vedere quante pagine di inutili descrizioni ci sono anche nel ciclo della Malesia e dei pirati: a volte mi sono divertito a toglierle del tutto arbitrariamente. Ritornando alla recensione del tuo clone, le descrizioni di carnagioni rosee e fresche si affiancano ad altre (sempre nobili) segnate dalla sofferenza con rughe e cicatrici. Il ragazzo era un po’ retorico ma…
AMO IL MIO CAPITAN SALGARI.
Consigliati. La biografia di Silvano Gonzato (Neri Pozza; si trova facilmente nelle librerie remainders), la rilettura di Paco I. Taibo «Ritornano le tigri della Malesia» per Tropea e il Salgari in musica di Totò Zingaro.
Mi sono preso un po’ di tempo per questa mail scherzosa perché di questi tempi c’è ben poco su cui scherzare.
Adoro la bravissima Di Rienzo e l’astrofilosofo Melodia
alla lista di cose noiose sul 2000 aggiungerei A noi vivi, di Heinlein