San Lazzaro di Savena: che acqua a scuola?
di Vito Totire (*)
Leggiamo su «Il Resto del Carlino» di oggi del divieto per i bambini di portare una bottiglietta d’acqua da casa. Il divieto è assurdo e deve essere annullato.
Una mamma intervistata riferisce rischi connessi all’acqua erogata a scuola. Ma di rischi ve ne è un altro a cui questa mamma scrupolosa non fa riferimento: a San Lazzaro come a Bologna e in provincia esiste un problema di condutture in cemento-amianto che periodicamente cedono fibre (percentuale dei campioni anche fino al 15-30 % a seconda dei momenti). Il filtraggio domestico di cui la mamma riferisce probabilmente non riesce a tamponare efficacemente la dispersione di amianto, qualora questa si manifestasse; altrettanto però potrebbe essere inefficace la “microfiltratura” adottata dal Comune per la fontana pubblica così tanto, e a sproposito, pubblicizzata.
Diamo atto della lungimiranza con cui il sindaco Macciantelli e l’assessore Archetti deliberarono il censimento del cemento-amianto, ma al Comune di San Lazzaro abbiamo sempre proposto di allargare il censimento alle tubazioni. Questo non è stato fatto e neppure i campionamenti dalla Ausl la cui “linea” sull’amianto nell’acqua rimane quella – gradita a Hera – secondo cui “quel che non strozza ingrassa”; un approccio non proprio scientifico.
San Lazzaro ha anche una scuola intitolata a don Milani (ricordate? «l’obbedienza non è una virtù») ma i metodi pedagogici purtroppo tenderebbero più al modello “sturmtruppen” se il suddetto divieto rimanesse in atto. La scuola revochi questa ordinanza e apriamo un dibattito perché san Lazzaro … non si perda in un bicchier d’acqua.
Fortuna che le “mamme resistenti” usano la testa; e non solo a San Lazzaro. Magari in tutta Italia si mettessero in contatto fra loro; avremmo acque più salubri.
(*) Vito Totire è portavoce di Aea, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute.
L’IMMAGINE, trovata in rete, è un murale di BLU.