Sandra Beasley: «Tu eri tu»

126esimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

Tu eri tu

Ho sognato che eravamo nel tuo bar preferito:

tu eri tu, io ero il jukebox.

Ti suonavo Sam Cook,

ma tu non mi guardavi mai.

Avrei voluto ballare. Avrei voluto uno scotch.

Avrei voluto che le togliessi la mano di dosso.

Tu sfoggiavi il tuo sorriso migliore

e la camicia che ti fa gli occhi verdi.

Se me l’avessi chiesto, ti avrei detto

che i suoi capelli sembravano di plastica.

D’altra parte, la mia bocca era di plastica.

Pesavo 130 chili.

Sbrilluccicavo come il 1972.

Un uomo cercava di sedurmi a suon di monete

ma io potevo udire il suo camion là fuori,

con il motore acceso. Ti restavo fedele.

Suonavo Aretha, Marvin, il Reverendo Al.

Tu la baciavi mentre uscivate dalla porta.

Più tardi cercavo di suonare una musica mia,

facendo ronzare un circuito contro l’altro,

facendo andare su e giù la puntina.

Le bollicine nel mio sangue cantavano.

La mattina dopo sono venuti a ripararmi.

[da «I Was the Jukebox», traduzione di Stefano Bortolussi)]

I dreamt we were in your favorite bar:

You were you, I was the jukebox.

I played Sam Cooke for you,

but you didn’t look over once.

I wanted to dance. I wanted a scotch.

I wanted you to take your hand off of her.

You were wearing your best smile

and the shirt that makes your eyes green.

If you had asked, I’d have told you

her hair looked like plastic.

But then, my mouth was plastic.

I weighed 300 pounds.

I glittered like 1972.

A man tried to seduce me with quarters

but I could hear his truck outside,

still running. I was loyal to you.

I played Aretha, Marvin, the Reverend Al.

You kissed her all the way out the door.

Later, I tried to make my own music,

humming one circuit against the other,

running the needle up and down.

The bubbles in my blood were singing.

In the morning, they came to repair me.

(*) Qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da oltre 15 anni invia ad amiche/amici per 5 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera o risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime inviate quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. [db]

 

Redazione
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