Sangue freddo
di Rom Vunner
No, non può essere apatia. Gli abitanti di questa penisola. bagnata da tre mari e protetta da una muraglia di monti, hanno parecchio sangue freddo. Sanno mantenere la calma. Difronte a ciò che sta succedendo non ci lasciamo a crisi isteriche. Con una flemma tutta italica fatta di bestemmie e torpiloquio. Certo non c’è da stare tranquilli, abbiamo promesso un sacco di cose al riguardo del debito e scatteranno aumenti automatici o si taglieranno paurosamente i servizi per dimostrare che sì è vero che al momento siamo fuori ma abbiamo buone intenzioni, così buone da non indiereggiare nemmeno difronte alla ulteriore diminuzione dei diritti e a un ulteriore aumento della disoccupazione. Sì è vero, i giovani, per il 30% sono disoccupati e per il 37% non studiano e non cercano lavoro. Sarebbe interessante se fosse la realizzazione di un famoso pezzo dei CCCP ma pare sia altro, oppure sbagliamo a leggerlo. Sì è vero, siamo sempre più immersi in venti di guerra ed è in corso uno scontro ai vertici per scegliere come schierarci, lo scontro, dal nostro punto di vista, è sui dettagli perché l’opzone guerra non appare essere messa in discussione. Sì, è vero, manca un governo e, a dire il vero, in giro non se ne sente eccessivamente la mancanza, anzi. Sì è vero, il presidente Napolitano invidia il pastore tedesco che ha potuto dare le dimissioni e la notte, nascosto dietro a un vecchio busto di Stalin, prega dicendo “padre allontana da me questo amaro calice”. Sì, è vero, è ora di cambiarlo perché la garanzia è scaduta.
Sembra un po’ il momento in cui si trattiene il fiato prima di spiccare il salto.