Santiago, Italia – Nanni Moretti
(visto da Francesco Masala)
Nanni Moretti gira un documentario che parla di ieri, ma non solo.
quando cadde il governo cileno nel 1973 nessuno (se non i fascisti), da noi, sosteneva i militari.
e questo non è un film imparziale, grazie Nanni Moretti!
e per i numerosi esuli cileni, quelli sfuggiti ai torturatori e agli assassini, le porte erano aperte, in Europa, e sopratutto in Italia.
altri tempi, se oggi impunemente i fascisti possono assediare fisicamente l’ANPI (qui), e se il ministro dell’Interno è sempre su Facebook e Twitter, non per condannare e perseguire Forza Nuova, ma per prendersela col “regista radical-chic” (da qui).
ascoltare le interviste è un tuffo in un passato in cui la politica era una cosa nobile, la solidarietà e l’umanità erano ancora vive.il film è in una trentina di sale, solo, non perdetevelo.
https://markx7.blogspot.com/2018/12/santiago-italia-nanni-moretti.html
Nanni Moretti? Mi dispiace, ma non lo sopporto. Può fare tutti i discorsi che vuole, ma è solo ipocrisia.
Nanni Moretti indubbiamente non è uno di noi, e non oggi, ritengo non lo sia mai stato. Essere comunisti però non è un obbligo, mai lo dovrà essere, essere comunisti è un privilegio che si conquista a cara prezzo. Chi lo diventa, sua fortuna, non può pretendere dagli altri che lo siano, pena di smettere di essere in un colpo solo quello che faticosamente è stato conquistato. Ma poi che cosa è questa maniaca arroganza, nella quale cado anche io, di porre paletti di confine tra comunisti e non? Esistono uomini, persone, le differenze ideologiche essendo insignificanti.
Un grazie sentito a Francesco Masala, per averlo segnalato.
A parte quell’unica che ha diviso i popoli: la differenza concreta, viva e attiva, tra sfruttati e sfruttatori, tra uomini che lavorano per sé e il bene comune e uomini che operano nella prospettiva esclusiva del bene individuale, a danno di quello di tutti gli altri. Lavoratori e Padroni, non vedo altra divisione praticabile.
Per altro Moretti è un artista. Non si può chiedere a un artista di vedere oltre l’ambito del sentire nascosto e della rappresentazione.
Quanto alla coerenza, chi l’ha sempre praticata, scagli la prima pietra.
Raccontava Risi, il regista, quando vedo un film di Nanni Moretti mi viene spontaneo dirgli: “Spostati e lasciami vedere il film.”
Su Moretti lascio ad ognuno il giudizio e non ne sarò io di certo il cantore/difensore. Ho comunque visto il documentario e devo dire di averlo trovato interessante ed anche emozionante,proprio x la scelta di intervistare persone che hanno vissuto quei tragici momenti. Credo che documentari come questi siano utili per chi non conosce nulla di quel periodo(e sono tanti) per questo ritengo che,allo stato attuale, è un piccolo faro nella notte che se non ci accomuna almeno ci fà riflettere su cosa è diventato questo paese,forse anche grazie ai tanti Moretti che hanno fiancheggiato ciò che viene chiamata sinistra,ma sinistra non è …
i film si guardano, poi si giudicano.
Mi piace molto la teoria della “confederazione di anime” di una pluralitá di anime “guidate” poi da un IO egemone. Grazie per il tuo contributo.
21 de diciembre de 1907
Masacre de la Escuela Santa María de Iquique
Los sucesos que culminaron en la trágica masacre de la Escuela Santa María de Iquique, el 21 de diciembre de 1907, constituyeron unos de los hitos más emblemáticos del movimiento obrero chileno. La mediación del gobierno durante la huelga..
http://www.memoriachilena.cl/602/w3-article-3604.html
Con rispetto a Nanni Moretti interessante guardare di nuovo “Palombella Rossa” 😉
https://youtu.be/YQYABw5mOeM
Il film, nelle documentazioni visive e nei racconti dei protagonisti, è un inno al ritorno della Memoria. Per chi già c’era, vivendo da diretto artefice le drammatiche vicende golpiste o da fervido sostenitore, in Italia e nella gran parte del mondo, e per chi ancora pur non essendo nato si è immedesimato dopo nel “clima” della resistenza popolare cilena. Un “messaggio” drammaticamente forte per la formazione della coscienza civile democratica e sulla necessità della lotta sociale, essenziale per capire la globalizzazione della repressione, sempre in agguato, ieri, oggi, domani.
Bello, colpisce i sentimenti più profondi, rivedere i tanti giovani di ieri che, sfuggiti alla morte, con una nuova vita costruita nel nostro paese, ricordano gli eventi che hanno direttamente e tragicamente vissuto quarantacinque anni addietro.
Colpisce sempre l’immagine ( rivista nel film) di Salvatore Allende, davanti alla Palazzo Presidenziale, con l’elmetto, circondato dalle guardie del corpo armate. Tra l’altro, in primo piano, Luis Sepulveda, scrittore emerito. In questi giorni primo in classifica nella sezione “stranieri” con “ Storia di una balena bianca…”.
Ultima nota negativa. Pochi spettatori, circa un centinaio nei due spettacoli, nel cinema catanese che ha proiettato “ Santiago, Italia).
La Memoria se non esercitata, corre un grave rischio, prima si arrugginisce, poi si cancella.
Sepulveda non era a la Moneda l’11 settembre del ’73 ma, con un gruppo GAP (Gruppo Amici Personali, la guardia del corpo di Allende) presidiava un punto strategico dell’acquedotto di Santiago. Scusandomi per la pignoleria…a me il film di Moretti è piaciuto. Mi spaventa l’incapacità di valutare un’opera, un’azione senza volerla ricondurre alle proprie posizioni ideologiche o politiche. E mi preoccupa molto, per l’oggi, la divisione a priori…
http://edizionisicollanaexoterica.blogspot.com/2017/09/11973-sepulveda-in-16-anni-di-dittatura.html
http://www.brogi.info/2015/09/il-presidente-non-si-arrende-merda-ne-allende-ne-i-suoi-uomini-si-arresero-l11-settembre-1973.html
Da poco ho visto un documentario sulla finale di Coppa Davis di tennis del 1976 (Cile vs Italia): il governo era spaccato tra chi sosteneva di boicottarla per protesta contro il governo di Pinochet e chi era convinto si dovesse andare per non far vincere, per rinuncia, la Coppa al dittatore. Alla fine prevalse la seconda, troppo ghiotta era l’opportunità di aggiudicarsela, contro un avversario non impossibile, ma che giocava in casa. Comunque Panatta prima dell’inizio del doppio, negli spogliatoi, disse a Bertolucci che loro 2 avrebbero dovuto fare qualcosa di simbolicamente dissidente. Così quando scesero in campo, al posto del solito, classico, anonimo, completo bianco, indossarono 2 magliette rosso granata. Un piccolo gesto per gli uomini, un grande passo per la solidarietà.