Scicli: la “riscoperta” di Salvatore Ficili

Un antifascista siciliano ucciso dai nazifascisti il 7 dicembre 1943

di DOMENICO STIMOLO (*)

C’è una targa – grande come quelle che danno nome alle strade cittadine – con le scritte  usurate dal tempo e dalla salsedine marina, murata sul frontale di una casa lungo il percorso del piccolo lungomare di Sampieri (frazione di Scicli – Ragusa) che conduce al bellissimo porticciolo dei pescatori.

Si legge: Salvatore Ficili, morto per mano fascista, 04.01.1924 – 07.12.1943.

Come turista giornaliero l’ho notata alcune settimane addietro. Mi sono chiesto chi  fosse questo giovane, morto a diciannove anni. Da cultore dei partecipanti siciliani alla Resistenza, non ne avevo memoria.

Scavando” nella ricerca si riporta alla comune memoria civile e democratica la tragica sorte di un giovane siciliano che, tra tanti, fu ammazzato dalla furia omicida nazifascista.

Emerge che Salvatore (di Vincenzo), giovane militare, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e lo sbandamento generale dell’esercito italiano determinato dalla casa regnante dei Savoia e dai vertici militari – come tanti altri militari siciliani che si trovavano nelle aree territoriali del centro-nord, divenuti partigiani – si trovava rifugiato nelle campagne di Tolentino (Macerata) rifugiato presso una famiglia in Contrada Sant’Andrea che, ben sapendo dei grandi rischi che correva, aveva accolto Salvatore che si trovava lontanissimo da casa.

Il 9 novembre 1943 da parte della Repubblica Sociale Italiana (fantoccio della Germania nazista, costituita alcune settimane prima  in data 23 settembre) era stato emanato il primo bando di arruolamento obbligatorio delle classi 1923, 1924 e 1925. Nel  “bando Graziani” per le non presentazioni, compreso i militari già in forza nell’esercito all’atto dell’armistizio, veniva prevista la pena di morte e rappresaglie contro le famiglie.

Nell’«Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia» (progetto di ricerca di ANPI- ISMLI) così viene riportato il drammatico evento:

«Il 7 dicembre 1943 alcuni legionari del locale Presidio di Tolentino e dei soldati tedeschi si recarono presso una casa colonica in Contrada Sant’Andrea, a Tolentino, – stando al Notiziario della GNR – per procedere al sequestro di cuoio. Al loro arrivo, due renitenti alla leva che erano ospiti presso la famiglia tentarono di fuggire, ma uno di essi, Salvatore Ficili, venne raggiunto dai colpi di mitra, che lo ferirono mortalmente».

E‘ bene ricordare che l’altro “renitente alla leva” era Giuseppe Gurrieri detto “Pino”, giovane ex militare di Chiaramonti Gulfi (Ragusa) che successivamente verrà ucciso dalla furia omicida dei nazifascisti nella strage di Montalto (Ascoli Piceno) il 22 marzo del 1944, fucilato assieme ad altri 25 giovani antifascisti che avevano organizzato una formazione partigiana. Questo giovane partigiano ragusano, assieme a Salvatore Ficili e a Emanuele Salvatore Lena (partigiano di Ragusa, ucciso il 10 novembre 1944 a Cogno di Brescia) è rievocato anche in un articolo di Ragusa news del 24 aprile 2015.   

Anche una strada di Tolentino è intitolata a Salvatore Ficili.

(*) ripreso da https://anpisicilia.wordpress.com

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

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