Scor-data: 1 giugno 1310
Margherita Porete al rogo
di Remo Agnoletto (*)
Margherita Porete, beghina, teologa, originaria della contea dell’Hainaut (nelle Fiandre) nacque forse verso il 1250/1260. L’unico dato certo è la sua condanna al rogo per eresia, eseguita il 1° giugno 1310 in Place de Grève a Parigi. I cronisti del tempo la definiscono una beghina colta in quanto aveva tradotto le Sacre Scritture in volgare, suggerendoci cultura e grande conoscenza della teologia con la capacità di una riflessione mistica e filosofica… mal vista all’epoca.
La storia del processo a Margherita e al suo libro «Miroir des simples âmes» (Lo specchio delle anime semplici) può essere scandito in due momenti. Una prima volta il libro fu bruciato a Valenciennes, in sua presenza, al termine di un processo diocesano in un anno imprecisato (fra il 1296 e il 1306). In questa occasione il vescovo diffidò Margherita dal dare pubblica lettura del libro in presenza di altre persone o dal farlo leggere ad altri; ma lei continuò a farlo circolare probabilmente dopo averlo riscritto e la grande diffusione della sua opera attesta l’esistenza di proseliti. Margherita non solo aveva continuato a diffondere il suo libro negli anni successivi alla prima condanna ma addirittura lo aveva presentato al vescovo di Chalons-sur-Marne, forte del fatto che nel frattempo aveva ottenuto l’«approbatio» di tre religiosi.
Il secondo momento è quando Margherita venne consegnata nelle mani del Grande Inquisitore di Francia, a Parigi, nel 1308. Non presta giuramento di lealtà e addirittura l’Inquisitore tenterà per più di un anno e mezzo di farla parlare ma la Porete non mostra alcun segno di cedimento. Il processo di Margherita è strettamente legato a quello di Guiard de Cressonessart, un begardo della diocesi di Beauvais, che si definiva l’Angelo di Filadelfia. L’Inquisitore di Parigi tentò in ogni modo di concludere il processo con l’abiura della beghina ma infine fu costretto a consultare 21 teologi dell’Università di Parigi per fornire un fondamento credibile all’accusa di eresia. Fra questi teologi 9 si erano già espressi nel processo ai Templari e 6 saranno protagonisti del Concilio di Vienna (1311-1312) con cui si sancirà la condanna di beghine e begardi. Nella condanna è riportato il testo di due delle quindici proposizioni che i teologi estrapolarono dal testo e indicarono come eretiche. Dopo il giudizio dei teologi, Margherita ebbe, secondo la prassi, un anno per pentirsi, che trascorse all’interno del convento parigino di Saint-Jacques. Mentre Guiard de Cressonessart confessò e fu condannato al carcere a vita, Margherita perseverò nel suo silenzio e fu condannata al rogo il 31 maggio 1310; la sentenza fu eseguita il giorno dopo. Andò al rogo mostrando segni tanto grandi della propria dignità da commuovere fino alle lacrime molti dei presenti.
Il suo libro «Lo specchio delle anime semplici», pare scritto nel 1290, era stato condannato al pari dell’autrice e cancellato “dalla faccia della terra”: per questo tutti quelli che lo avessero posseduto lo avrebbero dovuto consegnare all’autorità, pena la scomunica, entro la festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno). Ma la storia è andata in modo diverso e il libro ha circolato fino al 1496.
«Lo specchio delle anime semplici» è strutturato come un dialogo fra tre personaggi allegorici: Amore, Anima e Ragione; tutti e tre sono personaggi femminili (l’Amore viene nominata “dama”). La Ragione incarna il regime della mediazione (fra la razionalità contrapposta all’intelletto intuitivo); l’Anima è l’espressione dell’autrice stessa; l’Amore rappresenta l’amore per Dio. Durante tutto il testo vi è l’incertezza su chi ne sia l’autrice: se la “dama d’Amore” o l’Anima, quindi se scienza umana o divina, solo alla fine dell’opera si comprenderà che l’autrice è l’Anima.
Nella sua opera la Porete distingue due Chiese: la grande composta dalle anime semplici, annientate in Dio, e la piccola, formata dalle gerarchie ecclesiastiche. Ponendosi non contro ma sopra quest’ultima, la Porete non chiede che anime perfette prendano il posto della Chiesa gerarchica, ma che quest’ultima si apra nella forma del riconoscimento e dell’accettazione che proviene dalle anime che hanno con Dio un rapporto assolutamente libero. Facendo questo, la Porete trova una posizione di signoria femminile e afferma una superiorità non gerarchica, ma spirituale.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 1 giugno avevo, fra l’altro, queste ipotesi: nella tradizione sono “le calende delle fave”; 1307: ucciso fra Dolcino; 1394: nasce (forse) Gutenberg; 1637: battaglia al fiume Mystic; 1873: massacro Lypress Hill; 1907: lapide per fra Dolcino; 1931: deportazioni in Ucraina; 1947: «orologio dell’Apocalisse» sul Bullettin Atomic Scientist; 1956: Tunisia indipendente; 1962: i curdi rivendicano uno Stato; 1964: nasce l’Olp; 1968: muore Helen Keller (ne abbiamo parlato in blog l’anno scorso); 1971: Nixon dichiara guerra alla droga; 1977: condannato Leonard Peltier; 2008: in vigore Reach, regole Europa sicurezza chimica; 2010: Strasburgo sul divieto di tortura. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)
Nell’ultimo numero di “Julia” (*) in edicola molti misteri (e forse delitti) ruotano intorno a una copia del libro «Lo specchio delle anime semplici» di Margherita Porete; per l’esattezza «una versione precedente a quella che portò l’autrice al rogo». Non posso dire altro ma… è una bella – e documentata – storia, come sono tutte quelle di Giancarlo Berardi che qui in redazione della “bottega” amiamo assai. (**)
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(*) «La donna diavolo», numero 231: 4 euri per 132 pagine; è in edicola da venerdì.
(**) cfr a esempio il recente post “Quanto ci servirebbe in Italia qualche Julius Church in più” ma anche “Julia: «in direzione ostinata e contraria»” oppure il più antico “Julia, ti amo”