Scor-data: 10 dicembre 1815

Nasce «l’incantatrice di numeri», Ada Lovelace

di Santa Spanò (*)

 

A ottobre, quest’anno il 14 ottobre, si festeggia in tutto il mondo l’Ada Lovelace Day: al progetto ha dato vita nel 2009 la giornalista e blogger britannica RSU Charman-Anderson con il chiaro intento di far conoscere l’impegno e il lavoro delle donne nella scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, incoraggiando le persone di tutto il mondo a parlarne.

Perché Ada Lovelace? Chi si occupa di programmazione conosce sicuramente “il linguaggio di programmazione Ada”, originariamente sviluppato su iniziativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti con l’obiettivo di creare un linguaggio perfetto: fu così chiamato in onore di Ada Lovelace, ricordata dai più come la prima programmatrice di computer al mondo.

Ada nasce a Londra il 10 dicembre 1815 e a questo punto molte/i si stanno chiedendo come può esserci stato un programmatore nel 1800, quando ancora il computer non era neanche nel “mondo delle idee”; per di più una programmatrice, quando alle donne veniva negata anche l’istruzione elementare. Ciò nonostante rassegnatevi: in quell’epoca “questa donna” ha visto oltre – cioè nel futuro lontano – a differenza di molti colleghi maschi.

Tanto oltre da essere oggi nel “giorno di Ada” il simbolo per le conquiste delle donne negli STEM (science, technology, engineering, and mathematics). Altra domanda: perché l’Ada Lovelace Day si celebra in ottobre e non, come sarebbe stato ovvio, il 10 dicembre, giorno della sua nascita? Perché la sua nascita ricorre a ridosso delle festività natalizie e si sa che in questo periodo la “frenesia” della festa assorbe più energia del supercomputer cinese Tianhe-2 (attualmente il più potente al mondo con oltre 33 petaflops di potenza) ragion per cui si è scelta una data arbitraria in un periodo in cui le distrazioni sono contenute… Chiedetevi qualcosa adesso!

Chi fu la visionaria Ada Lovelace? Nella recensione di Carlos McEvilly – sviluppatore iPhone/iPod – al libro di Betty Alexandra Toole «Ada, The Enchantress of Numbers: Poetical Science» si legge così: «La dr. Betty Toole ha dedicato molti sforzi (più di 8 anni di ricerche) per chiarire il carattere e la personalità di Ada Lovelace… Una persona reale e una pensatrice appassionata… Prevedeva quello che doveva venire, con idee su futuri computer, prima ancora che la parola fosse stata coniata, che è andata ben oltre le macchine calcolatrici semplici del suo tempo».

Augusta Ada è la figlia del poeta George Gordon Byron e di Anne Isabella Milbanke: tanto turbolento lord Byron, quanto rigida “Annabella” Milbanke, educata da ex professori di Cambridge e appassionata di matematica (Byron la chiamava la sua “principessa dei parallelogrammi”). Un matrimonio breve e non facile il loro: si sposarono nel gennaio 1815 per separarsi nel gennaio 1816, qualche mese dopo la nascita di Ada che venne cresciuta dalla madre senza aver mai conosciuto il padre.

Annabella Milbanke volle assicurare alla figlia la sua stessa educazione, che Ada abbia solide basi sia nelle scienze che in matematica, ma anche un modello per infondere nella piccola una rigorosa disciplina mentale, sicuramente per tenere lontano dalla figlia lo spettro dissennato di Byron. Pare che in una lettera alla madre Ada abbia scritto: «…se non mi puoi dare la poesia, non puoi darmi la “scienza poetica”?». Ma fu la scienza a prendere il sopravvento: le macchine diventarono la sua passione (ricordiamo che era l’epoca d’oro degli “automi” meccanici che imitavano gli esseri umani e gli animali utilizzando sistemi a orologeria), lesse riviste di settore con avidità e progettò per puro divertimento barche e macchine volanti a vapore.

La conoscenza con la tutor Mary Somerville, astronoma e matematica scozzese, (famosa per aver pubblicato nel 1831 «The Mechanism of the Heavens», una traduzione dei cinque volumi della “Mécanique Céleste” di Pierre-Simon Laplace) segnò la svolta nella vita di Ada. Infatti Mary Somerville era amica del matematico Charles Babbage che la giovanissima Ada conoscerà il 5 giugno 1833 a una festa, un incontro che di lì a qualche anno diverrà un solido legame che durerà per tutta la sua breve vita: infatti Ada morirà di cancro a soli 36 anni.

Babbage, titolare della cattedra di matematica all’Università di Cambridge e celebre per i suoi prototipi di macchine, ebbe per primo l’idea di costruire una macchina per il calcolo: l’alto numero di errori nelle tavole matematiche lo spinse a progettare calcolatori “meccanici” non soggetti, in quanto tali, agli errori umani.

Ada Lovelace rimase affascinata dalle invenzioni di Babbage: “la macchina differenziale” (Difference Engine) a cui il matematico lavorava colpì la brillante mente di Ada. E il matematico scriverà così di lei: « …che Incantatrice, ha gettato il suo incantesimo magico attorno alla più astratta delle scienze e ha afferrato con una forza che pochi intelletti maschili avrebbero esercitato su di esso…». Ed ecco la definizione per lei: «l’incantatrice di numeri».

Perché Ada fu non solo una collaboratrice, ma una vera fonte per il nuovo e più complesso progetto a cui iniziò a lavorare Babbage, la realizzazione della “macchina analitica” cioè una macchina programmabile per eseguire non solo i calcoli relativi alle equazioni polinomiali ma ogni genere di calcolo.

Augusta intanto aveva sposato l’8 luglio 1835 William King, conte di Lovelace e così divenne la contessa di Lovelace. Ebbero tre figli: Byron, Anne Isabella e Ralph Gordon. Una grave malattia costrinse Ada per diversi mesi a letto dopo la nascita della figlia. Nonostante le differenze di personalità e prospettive, William King appoggiò il lavoro della moglie e a differenza di quanto avrebbero potuto fare molti altri uomini dell’epoca non ostacolò le ambizioni di Ada, né il rapporto con Babbage che divenne sempre più solido.

Nel 1840 Charles Babbage, invitato dall’astronomo Giovanni Plana, presentò al secondo Congresso degli scienziati italiani (che si svolse a Torino presso l’Accademia delle Scienze) il suo progetto di macchina analitica. La presentazione appassionò tra gli altri Luigi Menabrea, ingegnere, generale, politico e diplomatico italiano che nel 1842 pubblicò quello che viene definito “il primo lavoro scientifico nella disciplina dell’informatica” ovvero «Notions sur la machine analytique de Charles Babbage» (Bibliothèque Universelle de Genève).

Ada Lovelace fu incaricata di tradurre il documento ma non si limitò a una versione didascalica, avviò una corrispondenza con lo stesso Menabrea per ampliare il contenuto aggiungendo note singole, ognuna etichettata con una lettera (dalla A alla G), triplicando la lunghezza del documento originale che venne pubblicato su «The Ladies Diary e Scientific Memoirs di Taylor» sotto le iniziali A. A. L.

La visionaria Ada ipotizzò che la “macchina” potesse creare musica o grafica, con i meccanismi giusti. Sul motore analitico scrisse: «potrebbe agire su cose diverse dai numeri, sono stati trovati oggetti le cui reciproche relazioni fondamentali potrebbero essere espresse con operazioni astratte e che potrebbero essere adattate alla notazione ed ai meccanismi del motore… il motore potrebbe comporre elaborati brani musicali di qualsiasi grado di complessità o portata» e ancora «(il motore analitico)…tesse schemi algebrici così come il telaio Jacquard tesse fiori e foglie».

In quelle sue note Ada suggerisce come la logica simbolica – che lei aveva appreso da De Morgan – avrebbe potuto essere applicata alla “macchina analitica”. Nella nota “G” anticipa quelli che oggi chiameremmo programmi e che consentirebbero alla macchina analitica di fare calcoli. «In essa descrive un algoritmo per la macchina analitica per calcolare i numeri di Bernoulli, che oggi viene generalmente riconosciuto come il primo programma informatico della storia, motivo per il quale è considerata da molti come la prima programmatrice di computer di tutti i tempi».

Riferimenti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Ada_Lovelace

http://www-history.mcs.st-andrews.ac.uk/Biographies/Lovelace.html

-http://findingada.com/book/ada-lovelace-victorian-computing-visionary/

-P Morrison and E Morrison (eds.), Charles Babbage and his calculating engines (New York, 1961).

-Gleick, J. (2011) The Information: A History, a Theory, a Flood, London, Fourth Estate.

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 10 dicembre avevo, fra l’altro, queste ipotesi:
«giornata diritti animali»; 1198: muore Averroé (in blog l’anno scorso); 1520: Lutero brucia la bolla papale; 1892: scandalo Banca Romana; 1896: muore Alfred Nobel; 1913; Nobel letteratura a Tagore; 1920: strage di contadini a Canneto Sabino; 1948: dichiarazione «diritti umanità»; 1951: Rita Levi Montalcini annuncia la scoperta del «fattore di crescita nervosa»; 1954 e 1962: due nobel per Linus Pauling (in blog se n’è parlato); 1970: Palermo, strage di mafia; 1984: convenzione Onu contro tortura; 2009: inizia processo Eternit. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (
db)

Santa Spanò
Diceva Mark Twain: "Ci sono due momenti importanti nella vita: quando nasci e quando capisci perché". E io nacqui. Sul perché ci sto lavorando, tra la bottega, il mio blog http://lasantafuriosa.blogspot.it/ e... il resto ve lo racconto strada facendo.
Dimenticavo, io sono Santa!

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