Scor-data: 10 giugno 1991
Muore Vercors, ci resta «Il silenzio del mare»
di Elisabetta Sibilio (*)
Una felice coincidenza vuole che Vercors sia nato lo stesso giorno in cui si celebrava il centenario di Victor Hugo, il 26 febbraio 1902. Suo padre, felice di quello che ritiene un vero colpo di fortuna, vorrebbe dare al figlio i nomi di Victor e Hugo, in omaggio a quell’«homme siècle», figura emblematica del Paese che egli aveva entusiasticamente adottato una ventina d’anni prima. L’entusiasmo di Lajos Bruller, nato a Budapest nel 1864, è immediatamente raffreddato da sua moglie, Ernestine Bourbon, che preferisce optare per il nome di suo padre, Jean. Il bambino si chiamerà quindi, semplicemente, Jean Bruller.
Questo nome è ormai cancellato dalla nostra memoria in favore dello pseudonimo Vercors, scelto sotto l’occupazione tedesca della Francia per firmare, nel 1942, la pubblicazione clandestina del suo celebre romanzo «Il silenzio del mare». […]
Domenica 9 giugno 1991 Vercors si alza presto. La sera prima ha piacevolmente ricevuto alcuni liceali che stanno allestendo una rappresentazione di «Zoo o l’assassino filantropo», la sua celebre pièce del 1959 tratta dal romanzo del 1953 «Gli animali contro la natura». In mattinata si è dedicato alla manutenzione del “globo con uccelli”, il bell’orologio scolpito che arreda l’ingresso dell’appartamento del quai des Orfèvres.
Dà un’ultima occhiata a «Il comandante del Prometeo»1, il racconto del quale ha appena terminato l’ultima revisione. Il capitano Alcide Le Gouadec, comandante del Prometeo, partito per un viaggio senza meta nelle vastità dell’oceano su una magnifica nave, scopre che gli è impossibile comunicare con l’interno del bastimento dove si trovano le macchine e l’equipaggio. Quando scoppia un ammutinamento sottocoperta, non ha altra soluzione se non tagliare lo scafo per tentare di reprimere la rivolta prima che gli ammutinati ripartano all’assalto, facendo affondare il battello. Questa trama è legata a una domanda che tormenta Vercors da anni: «Com’è possibile che la mia mente, che abita nel mio cervello, non sappia proprio niente di quello che accade nel mio corpo?». Nel 1990 è stato operato al cuore, a Losanna. I medici allora lo hanno avvertito che sarebbe morto per la rottura di un aneurisma dell’aorta addominale.
Quella sera, mentre guarda la televisione, il capitano Jean Bruller sente all’improvviso uno strano fenomeno nelle sue viscere. Ha un moto di sorpresa, prima di crollare sprofondando nel divano. Rita chiama aiuto e i paramedici tentano invano di rianimarlo. La mattina del 10 giugno il medico legale constata il decesso e la stampa diffonde la notizia.
Ma il suo nome risuona sempre come un simbolo, ora che «Il silenzio del mare», con più di settanta traduzioni, è conosciuto in tutto il mondo. E tutti coloro che, ancor oggi, percorrono a piedi in Pont des Arts, possono trovarci la targa che conserva la memoria di colui che ha acceso la fiaccola delle Editions de minuit. A quei passanti restano disegni, libri, un pensiero, una vita da scoprire.
(*) Liberamente tratto e tradotto da Alain Riffaud, «Vercors. L’homme du silence», Rome-Paris, Portaparole, 2014.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 10 giugno avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 323 avanti Cristo (forse): muore Alessandro «Magno»; 1190 (forse): muore Federico «Barbarossa»; 1606: roghi a Milano; 1924: ucciso Matteotti; 1934: muore George Groddeck; 1935; nascono Alcolisti Anonimi; 1944: massacro a Limoges; 1971: strage a Città del Messico; 1980: ucciso Valarioti; 1981: Vermicino; 1982: muore Fassbinder; 1985: Luigi Pintor scrive «han vinto i ricchi»; 2008: scuse storiche del primo ministro Canada agli indigeni. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)