Scor-data: 11 dicembre 1994
truppe russe invadono la Cecenia, di Ismaele(*)
Come tante repubbliche anche la Cecenia si dichiarò indipendente dopo la caduta dell’Unione Sovietica, purtroppo in Cecenia doveva passare un oleodotto russo. In Cecenia vivevano un milione di persone, una goccia nell’ex-Unione Sovietica.
L ’11 dicembre 1994 i russi invadono la Cecenia, inizia uno sterminio senza fine.
Teatro Dubrovka di Mosca, scuola di Beslan, Anna Politkovskaja, Antonio Russo, decine e decine di giornalisti, tanti morti di cui ignoriamo il nome sono parte dello sterminio.
Grozny, la capitale della Cecenia, è stata distrutta, prove tecniche per Sarajevo, crimini contro l’umanità.
Tre film possono aiutare a capire qualcosa, se mai è possibile:
Cecenia – Leonardo Giuliano
destino strano per uno che si chiama Russo, quello di essere ammazzato dai russi.
il film racconta dell’ultimo viaggio di Antonio Russo, giornalista di guerra, e lo ricorda.
Gianmarco Tognazzi è bravo e il film merita di essere visto.
QUI una pagina dedicata ad Antonio Russo
http://markx7.blogspot.it/2013/03/cecenia-leonardo-giuliano.html
Alexandra – Aleksandr Sokurov
c’è la guerra, una guerra d’occupazione, il film è pieno di soldati e armi, ma non si sente neanche un petardo.
c’è un’attesa, come ne “Il deserto dei tartari”, non si vede soluzione.
la gente di Grozny (o qualsiasi altra città cecena) vive vendendo (e vendendosi, forse) , nella distruzione materiale, senza illusioni.
la saggezza delle vecchie (non solo di Alexandra, bravissima interprete) è un soffio di aria fresca, laggiù.
film di molti silenzi e sguardi, da non perdere.
Ps: nei film di fantascienza russi le case che vediamo sono come quelle del film.
http://markx7.blogspot.it/2013/08/aleksandra-aleksandr-sokurov.html
e “12”, di Nikita Mikhalkov, un remake de “La parola ai giurati” di Sidney Lumet.
Il film di Mikhalkov è un capolavoro, come pure il film di Lumet (cercateli, è grandissimo Cinema).
dal sito di Peacereporter:
“E’ dalla fine del Settecento che i ceceni combattono contro le varie incarnazioni storiche del colonialismo russo.
Nel 1859, dopo oltre mezzo secolo di resistenza armata, la Cecenia viene annessa all’Impero zarista.
Subito dopo la rivoluzione bolscevica del 1917 questa piccola regione conosce un breve periodo di indipendenza con la creazione della “Repubblica delle Montagne”. Ma l’Armata Rossa viene subito inviata schiacciare i secessionisti, che oppongono resistenza fino al 1921, quando la Cecenia-Inguscezia viene annessa all’Urss.
Il 23 febbraio del 1944 Stalin deporta in Asia centrale 600 mila ceceni: quasi 200 mila muoiono durante il trasporto nei vagoni-bestiame.
Dopo il collasso dell’Urss nel 1991, il presidente ceceno Djokhar Dudayev dichiara l’indipendenza dell’ex repubblica sovietica.
Inizialmente Mosca non presta molta attenzione alla questione cecena. Le cose cambiano quando, nel settembre 1994, le compagnie petrolifere occidentali firmano con il governo dell’Azerbaijan un contratto storico da 7,5 miliardi di dollari per lo sfruttamento del petrolio del Mar Caspio. Questo accordo, definito dagli esperti “il contratto del secolo”, prevede la costruzione di oleodotti che trasportano il petrolio caspico dalle coste azere (Baku) ai mercati occidentali lungo due vie: verso il porto di Supsa, sulla costa georgiana del Mar Nero, e verso quello di Ceyhan, sulla costa turca del Mediterraneo.
Per non venire tagliata fuori dalla commercializzazione del petrolio caspico, la Russia decide di correre ai ripari costruendo un suo oleodotto che parta da Baku e, dirigendo verso nord attraverso il Deghestan e la Cecenia, arrivi fino al porto russo di Novorossiysk, sul Mar Nero. Di qui la necessità di riprendere il controllo del territorio ceceno, e l’inizio, l’11 dicembre 1994, della ‘prima guerra cecena’. I bombardamenti su Grozny e sulle altre città fanno strage di civili, vittime anche di esecuzioni di massa e violenze e abusi di ogni genere. Oltre 100 mila ceceni rimangono uccisi, più del doppio si rifugiano in Inguscezia. La resistenza cecena mette in forte difficoltà le truppe russe inviate da Boris Eltsin, che registrano fortissime perdite. Nell’aprile 1996 il presidente ceceno Dudayev viene ucciso da un missile russo, ma pochi mesi dopo le truppe cecene comandate dal generale Aslan Mashkadov riconquistano Grozny costringendo i russi alla resa e a un’umiliante ritirata.
Nel 1997 Maskhadov viene eletto presidente della Cecenia in votazioni ritenute regolari dagli osservatori dell’Osce. Il Cremlino, pur di costruire il suo oleodotto, scende a patti con la leadership cecena. E ci riesce. Ma presto la nuova Cecenia indipendente diventa un covo della criminalità organizzata, la quale si arricchisce con il contrabbando del petrolio sifonato clandestinamente dalle nuove condutture. Molti ritengono che sia stato questo dannosa situazione, e il desiderio di rivalsa, a spingere il Cremlino a reinvadere la Cecenia il 1° ottobre 1999. Ma sembra più probabile che la ‘seconda guerra cecena’ sia stata concepita dall’allora astro nascente della poltica russa, l’ex agente del Kgb Vladimir Putin, per unire attorno alla sua figura l’opinione pubblica russa…” (http://it.peacereporter.net/mappamondo/paese/57)
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)