Scor-data: 13 aprile 1881
Processo all’uomo chiamato Billy the Kid
di Fabrizio Melodia (*)
Spesso l’epopea della frontiera americana è ammantata di leggenda, un’epica mitologica connaturata alla nascita degli Stati Uniti, con la quale si deve sempre avere necessariamente a che fare. Il processo di Billy the Kid – ovvero William McCarty, conosciuto come Henry Antrim o ancora come William Harrison Bonney – avvenuto il 13 aprile 1881 e la successiva fuga mai del tutto chiarita sono alcuni fra gli elementi che hanno contribuito ad alimentare il mito sulla figura del più (forse) famoso pistolero di tutti i tempi.
Tutto affonda le radici nelle nubi misteriose della sua nascita, non si hanno notizie certe nemmeno sul nome dei genitori: l’unica cosa certa è che dovevano essere irlandesi protestanti e che William venne alla luce a New York, più precisamente a Manatthan, il 23 novembre 1859. McCarty doveva essere il cognome del padre, Bonney quello della madre. Rimasta prematuramente vedova, la madre si unì a un altro uomo di nome Antrim, interessato più a lucrose ricerche minerarie che a occuparsi della famiglia, compreso suo figlio Joseph avuto da un precedente matrimonio.
A causa delle condizioni d’indigenza, la donna si adattò a fare l’affittacamere, ammalandosi non molto tempo dopo di tubercolosi, ma non perse l’allegria e la spontaneità che la contraddistinguevano. Morì il 16 settembre 1874 e suo figlio William si trovò nella necessità di trovare lavoro per mantenersi. Fu assunto in un hotel e il direttore rimase impressionato, definendolo l’unico ragazzo che avesse mai lavorato per lui senza rubare nulla. I suoi insegnanti dissero che il giovane orfano «non era in alcuna maniera un problema per gli altri ragazzi, sempre desideroso di aiutare con piccoli lavoretti per la scuola».
Il 23 settembre 1875 la svolta fondamentale: William McCarty fu arrestato per aver nascosto un pacco di vestiti rubati per conto di un uomo che voleva fare uno scherzo alla lavanderia cinese. Due giorni dopo fu messo nella prigione della contea. Ma il ragazzo, pelle e ossa, scappò dalla prigione strisciando fuori dal camino. Da quel momento in poi, fu più o meno un fuggitivo.
Avendo cominciato a farsi chiamare Bonney, il cognome della madre, lavorò come mandriano in un ranch dell’Arizona, poi come trasportatore civile per il Fort Grant Army Post in Arizona con il compito di fare arrivare i tronchi dal campo dei taglialegna fino alla segheria. Il fabbro del campo, Frank “Ventoso” Cahill, provava piacere nel fare il prepotente con il giovane William. Il 17 agosto Cahill lo attaccò dopo una disputa verbale e lo lanciò a terra. Lui reagì estraendo la sua pistola e sparando a Cahill, il quale morì il giorno dopo. McCarty fu di nuovo arrestato, questa volta venne tenuto nella guardiola del campo in attesa dello sceriffo del luogo. Prima che lo sceriffo potesse arrivare, William scappò. Qualche volta la stessa storia viene raccontata con qualche variante, tipo che l’incontro con Frank Cahill avvenisse in un saloon.
La fuga durò poco: McCarty incontrò gli Apache che gli rubarono il cavallo, costringendolo a una camminata disperata in territorio desertico fino al più vicino insediamento, quello della famiglia Jones, dove fu accudito dalla signora che sviluppò un forte attaccamento a lui, riportandolo in poco tempo in salute. Alla sua partenza, i Jones gli donarono un cavallo.
Sappiamo che nel 1887 William si spostò nella contea di Lincoln, Nuovo Messico, incontrando una persona che per lui sarebbe diventata un vero e proprio punto di riferimento: John Tunstall. Era un mandriano inglese, banchiere e mercante, proprietario di un ranch dove McCarty si recò per cercare lavoro, assunto poi appunto come mandriano da Tunstall e dal socio di costui, Alexander McSween, avvocato di grido.
Iniziò un conflitto, conosciuto in seguito come la guerra del bestiame della contea di Lincoln, fra i mercanti residenti in città e i possessori di ranch. Gli eventi si macchiarono di sangue il 18 febbraio 1878, quando Tunstall disarmato venne sorpreso allo scoperto e ucciso mentre stava pascolando la mandria. L’omicidio di Tunstall fece infuriare McCarty e gli altri lavoratori del ranch i quali formarono un gruppo chiamato «I regolatori», guidato da Richard “Dick” Brewer, che cominciò a dar la caccia a Bill Morton e Frank Baker, due degli assassini di Tunstall: li catturarono il 6 marzo e li uccisero tre giorni dopo. Successe vicino Agua Negra e mentre tornavano verso Lincoln ammazzarono anche uno del loro gruppo, un uomo chiamato McCloskey, sospettato di essere un traditore.
Il 4 aprile inseguirono e uccisero un vecchio cacciatore di bisonti noto come Buckshot Roberts, che sospettavano fosse coinvolto nell’omicidio di Tunstall, ma non prima che Roberts sparasse e uccidesse Dick Brewer, che era stato il capo dei Regolatori fino a quel momento. Altri due Regolatori vennero feriti durante la sparatoria, che avvenne al mulino dei Blazer.
Il giorno 11 aprile, i Regolatori – ovvero Jim French, Frank McNab, John Middleton, Fred Waite, Henry Newton Brown e William McCarty – tesero un’imboscata allo sceriffo William J. Brady e al suo vice, uccidendoli entrambi. William venne ferito mentre tentava di recuperare un fucile che gli apparteneva, e che era stato confiscato da Brady in un precedente arresto.
Da allora McCarty prese su di sé il comando dei Regolatori che, sotto accusa per l’uccisione di Brady, passarono i mesi seguenti nascondendosi. Furono intrappolati, insieme a McSween, a Lincoln il 15 luglio 1878. Dopo un assedio durato cinque giorni, la casa di McSween venne data alle fiamme. McCarty e gli altri Regolatori fuggirono. Questo episodio sostanzialmente segnò la fine della guerra del bestiame nella Contea di Lincoln.
Con l’avvento del nuovo governatore del Nuovo Messico, Lew Wallace (ex generale dell’Union Army, ex esercito confederato) per riportare la pace nella contea si ricorse all’amnistia generale. Secondo molte McCarty aveva intenzione di arrendersi, così Lew Wallace lo esortò a ritornare a Lincoln.
Il pistolero si presentò con un revolver in una mano e la carabina nell’altra. Vennero ascoltate le testimonianze degli abitanti, poi gli fu concessa l’amnistia.
Secondo l’accordo McCarty doveva sottostare a un arresto simbolico. Così non fu e William (ormai tutti lo chiamavano Billy) fu rimandato in prigione nel giugno 1879 ma riuscì a liberarsi delle manette e fuggì.
Sopravvisse per un anno e mezzo rubando bestiame, scommettendo e uccidendo. Nel gennaio 1880, durante un litigio – ben documentato – uccise un uomo chiamato Joe Grant nel saloon di Fort Sumner. Grant si stava vantando che avrebbe ucciso Billy the Kid se l’avesse visto, non sapendo che l’uomo con cui stava giocando a poker era proprio lui. All’epoca le persone caricavano i revolver solo con cinque colpi sui sei disponibili, dato che non c’erano sicure e capitavano un sacco di incidenti. Billy chiese a Grant di vedere la sua pistola con il manico d’avorio e fece ruotare il cilindro così che allo sparo successivo il cane sarebbe caduto sulla camera vuota. Poi fece sapere a Grant chi fosse. Quando Grant tirò il grilletto il colpo non partì e McCarty allora gli sparò. Quando gli fu chiesto dell’incidente disse: «Era un gioco per due, e io sono arrivato primo».
A quel tempo Billy fece amicizia con un ambizioso barista locale, che era stato cacciatore di bisonti, di nome Pat Garrett. Eppure quando venne eletto sceriffo della Contea di Lincoln nel novembre 1880, impegnandosi a ripulire l’area dai rapinatori, Garrett ai primi di dicembre mise insieme un gruppo di volontari per arrestare McCarty, ora conosciuto solo come Billy the Kid e mise una taglia di 500 dollari sulla sua testa.
Il gruppo di volontari guidato da Garrett se la cavò bene e Billy fu avvicinato molto presto. Il 19 dicembre scappò a malapena da un’imboscata degli uomini di Garrett presso Fort Sumner e in quell’occasione un uomo della sua banda fu colpito e ucciso. Il 23 dicembre Billy venne inseguito fino a un edificio abbandonato situato in un posto remoto chiamato Stinking Springs.
Mentre McCarty e la sua banda dormivano all’interno, gli uomini di Garrett circondarono l’edificio e aspettarono l’alba. La mattina successiva uno di loro (un ladro di bestiame di nome Charlie Bowdre) uscì fuori per dare da mangiare al suo cavallo. Scambiato per Billy fu ucciso. Subito dopo qualcuno da dentro l’edificio cercò di raggiungere le briglie del cavallo, ma Garrett sparò e uccise la bestia che così bloccò l’unica uscita. Quando lo sceriffo cominciò a cucinare la colazione su un fuoco da campo, pare che Garrett e McCarty si scambiassero battute. Più tardi, comprendendo di non avere speranza di fuga, i fuorilegge si arresero.
Si arriva cosi al famoso 13 aprile, con il processo a Billy Kid, che era stato imprigionato nella città di Mesilla dove passò il tempo rilasciando interviste ai giornali e tempestando il governatore Wallace con lettere in cui chiedeva clemenza. Wallace rifiutò di intervenire. Il processo durò solo un giorno e ne risultò la sua colpevolezza per l’omicidio dello sceriffo Brady, unica incriminazione mai confermata contro i combattenti della “guerra del bestiame” nella Contea di Lincoln.
William McCarty fu condannato all’impiccagione. L’esecuzione era fissata per il 13 maggio e venne mandato a Lincoln per attendere questa data, tenuto sotto controllo da due vice di Garrett, James Bell e Robert Ollinger, nel piano più alto del palazzo di giustizia della città. Il 28 aprile, mentre Garrett era fuori città, McCarty stupì tutti uccidendo entrambe le guardie e fuggendo.
I dettagli della fuga sono poco chiari. Alcuni storici credono che un amico o un “Regolatore” abbia lasciato una pistola nella latrina che Billy era autorizzato a usare sotto scorta, ogni giorno. Un’altra teoria suppone che William McCarty sia riuscito a far scivolare le manette alla cima delle scale, abbia colpito con queste Bell sulla testa quindi gli abbia preso la pistola di Bell.
Come che sia andata, Billy Kid imbracciò poi la doppietta calibro 775 di Ollinger e aspettò alla finestra che quello venisse in aiuto di Bell. Non appena lo vide puntò il fucile contro di lui gridando «Ciao Bob!» e lo uccise. Gli abitanti del posto apparentemente gli diedero un’ora di respiro che lui usò per togliersi i ceppi dalle gambe, forse come ringraziamento per il suo lavoro come “Regolatore”. Dopo essersi tolto i ceppi alle gambe con un’ascia, il giovane fuorilegge prese in prestito (o rubò) un cavallo e cavalcò senza fretta fuori dalla città, a quanto viene riferito cantando. Il cavallo fu restituito due giorni dopo.
Dopo soli 34 giorni dopo, Billy The Kid venne ucciso in circostanze mai del tutto chiarite.
Fu seppellito il giorno successivo il decesso nel vecchio cimitero militare di Fort Sumner, fra i suoi compagni Tom O’Folliard e Charlie Bowdre. Una sola lapide fu eretta più tardi sulle tombe, dando un nome ai tre fuorilegge e incidendo la parola “pals” (compagni).
La sua figura ha ispirato notevolmente la cultura di massa. Ecco alcuni film dedicati a lui:
“Billy the Kid” del 1911 diretto da Laurence Trimble
“Billy the Kid” del 1930 diretto da King Vidor, con Johnny Mack Brown nella parte di Billy e Wallace Beery nel ruolo di Pat Garrett
“Terra selvaggia” (Billy the Kid) del 1941 diretto da David Miller, remake del film del 1930, con Robert Taylor e Brian Donlevy
“Il mio corpo ti scalderà” (The Outlaw) del 1943 di Howard Hughes, con Jack Buetel nel ruolo di Billy the Kid e Thomas Mitchell in quello di Pat Garrett
“Bill il sanguinario” (The Kid from Texas) del 1950, con Audie Murphy
“La legge contro Billy Kid” (The Law vs. Billy the Kid) del 1954 diretto da William Castle, con Scott Brady nel ruolo di Billy e James Griffith in quello di Garrett
“Furia selvaggia” (The Left-Handed Gun) del 1958 diretto da Arthur Penn con Paul Newman
“I due volti della vendetta” (One-Eyed Jacks) del 1961 diretto e interpretato da Marlon Brando
“Chisum” del 1970 diretto da Andrew V. McLaglen, con John Wayne, Geoffrey Deuel nel ruolo di Billy the Kid e Glenn Corbett in quello di Pat Garrett
“Dirty Little Billy” del 1972 di Stan Dragoti, con Michael J. Pollard
il famosissimo “Pat Garrett & Billy the Kid” del 1973 diretto da Sam Peckinpah, con la colonna sonora di Bob Dylan
“Young Guns – Giovani pistole” del 1988 diretto da Christopher Cain, con Emilio Estevez
“Young Guns II – La leggenda di Billy the Kid” del 1990 diretto da Geoff Murphy, con Emilio Estevez; è il seguito del film girato due anni prima.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – che viene postata, di solito, con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”; il che non impedisce che talvolta il tema sia più leggero (sorridere non fa male, anzi giova assai).
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 13 aprile avevo, fra l’altro, ipotizzato: 1059: sinodo di Niccolò II; 1493: Milano, bando anti-zingari; 1598: editto di Nantes; 1769: Cook a Tahiti; 1808: nasce Meucci; 1885: nasce Lukacs; 1922: nasce Nyerere; 1943: trovate fosse a Katyn; 1947: vicino Catanzaro la polizia spara sui contadini, 2 morti; 1954: Oppenheimer estromesso; 1961: prima di «Intolleranza 60» di Nono; 1971: Stitz incrimina Freda; 1975: Beirut esplode; 1981: Buzzi ucciso in carcere; 2002: Maria Trimarco sparisce; 2004: rapito Enzo Baldoni; 2007: legge contro femminicidio in Costarica ; 2011: tragedia in mare e provocazioni di Speroni… e chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)