Scor-data: 13 gennaio 2005
Muore Franca Ongaro Basaglia
un ricordo del «Centro di ricerca per la pace e i diritti umani» di Viterbo (*)
Franca Ongaro Basaglia, intellettuale italiana di straordinario impegno civile, pensatrice di profondità, finezza e acutezza straordinarie, insieme al marito Franco Basaglia è stata fra i protagonisti del movimento di psichiatria democratica; è deceduta nel gennaio 2005. Tra i suoi libri segnaliamo particolarmente: Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982; Manicomio perché?, Emme Edizioni, Milano 1982; Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo, Editori Riuniti, Roma 1987; in collaborazione con Franco Basaglia ha scritto La maggioranza deviante, Crimini di pace, Morire di classe, tutti presso Einaudi; ha collaborato anche a L’istituzione negata, a Che cos’è la psichiatria e a molti altri volumi collettivi. Ha curato l’edizione degli Scritti di Franco Basaglia. Dall’antologia di scritti di Franco Basaglia, L’utopia della realtà, Einaudi, Torino 2005 (da Franca Ongaro Basaglia curata) riprendiamo la seguente notizia biobibliografica, redatta da Maria Grazia Giannichedda, che di entrambi fu collaboratrice: «Franca Ongaro è nata nel 1928 a Venezia dove ha fatto studi classici. Comincia a scrivere letteratura infantile e i suoi racconti escono sul “Corriere dei Piccoli” fra il 1959 e il 1963 insieme con una riduzione dell’Odissea, Le avventure di Ulisse, illustrata da Hugo Pratt, e del romanzo Piccole donne di Louise May Alcott. Ma sono gli anni di lavoro nell’ospedale psichiatrico di Gorizia, con il gruppo che si sta raccogliendo attorno a suo marito Franco Basaglia, a determinare la direzione dei suoi interessi e del suo impegno. Nella seconda metà degli anni ’60 scrive diversi saggi con Franco Basaglia e con altri componenti del gruppo goriziano e due suoi testi – «Commento a E. Goffman. La carriera morale del malato di mente» e «Rovesciamento istituzionale e finalità comune» – fanno parte dei primi libri che documentano e analizzano il lavoro di apertura dell’ospedale psichiatrico di Gorizia, Che cos’è la psichiatria (1967) e L’istituzione negata (1968). E’ sua la traduzione italiana dei testi di Erving Goffman Asylums e Il comportamento in pubblico, editi da Einaudi rispettivamente nel 1969 e nel 1971 con saggi introduttivi di Franco Basaglia e Franca Ongaro, che traduce e introduce anche il lavoro di Gregorio Bermann La salute mentale in Cina (1972). Dagli anni ’70 Franca Ongaro è coautrice di gran parte dei principali testi di Franco Basaglia, da Morire di classe (1969) a La maggioranza deviante (1971), da Crimini di pace (1975) fino alle Condotte perturbate. Nel 1981 e 1982 cura per Einaudi la pubblicazione dei due volumi degli Scritti di Franco Basaglia. Franca Ongaro è anche autrice di volumi e saggi di carattere filosofico e sociologico sulla medicina moderna e le istituzioni sanitarie, sulla bioetica, la condizione della donna, le pratiche di trasformazione delle istituzioni totali. Fra i suoi testi principali, i volumi Salute/malattia. Le parole della medicina (Einaudi, Torino 1979), raccolta delle voci di sociologia della medicina scritte per l’Enciclopedia Einaudi; Una voce. Riflessioni sulla donna (Il Saggiatore, Milano 1982) che include la voce “Donna” dell’Enciclopedia Einaudi; Manicomio perché? (Emme Edizioni, Milano 1982); Vita e carriera di Mario Tommasini burocrate scomodo narrate da lui medesimo (Editori Riuniti, Roma 1987). Fra i saggi, Eutanasia, nella rivista «Democrazia e Diritto», nn. 4-5 (1988); Epidemiologia dell’istituzione psichiatrica. Sul pensiero di Giulio Maccaccaro, in Conoscenze scientifiche, saperi popolari e società umana alle soglie del Duemila. Attualità del pensiero di Giulio Maccacaro, Cooperativa Medicina Democratica, Milano 1997; Eutanasia. Libertà di scelta e limiti del consenso, in Roberta Dameno e Massimiliano Verga (a cura di), Finzioni e utopie. Diritto e diritti nella società contemporanea, Angelo Guerrini, Milano 2001. Dal 1984 al 1991 è stata, per due legislature, senatrice della Sinistra indipendente e in questa veste è stata leader della battaglia parlamentare e culturale per l’applicazione dei princìpi posti dalla riforma psichiatrica, fra l’altro come autrice del disegno di legge di attuazione della “legge 180” che diventerà, negli anni successivi, testo base del primo Progetto obiettivo salute mentale (1989) e di diverse disposizioni regionali. Nel luglio 2000 ha ricevuto il premio Ives Pelicier della International Academy of Law and Mental Health, e nell’aprile 2001 l’Università di Sassari le ha conferito la laurea honoris causa in Scienze politiche. E’ morta nella sua casa di Venezia il 13 gennaio 2005».
Nel corso dell’incontro sono stati letti e commentati alcuni suoi testi da Salute/malattia. Le parole della medicina (1979), da Una voce. Riflessioni sulla donna (1982), e da varie altre opere pubblicate in collaborazione con Franco Basaglia e altre/altri.
Concludendo l’incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato ancora una volta come Franca Ongaro Basaglia sia stata la più importante pensatrice del movimento della psichiatria democratica, con una straordinaria capacità di cogliere ed enunciare – con sguardo e con voce di donna – gli intrecci cruciali e flagranti (e nondimeno complessi) tra la prassi di liberazione del movimento di lotta contro le istituzioni totali e della concreta presa in carico politica ed esistenziale della solidarietà con chi soffre, e le altre prese di coscienza, le altre lotte di liberazione: contro il maschilismo, contro il razzismo, contro il colonialismo, contro la violenza delle classi, delle ideologie e degli apparati dominanti.
Ma Franca Ongaro Basaglia è stata anche una straordinaria traduttrice delle esperienze e delle riflessioni del movimento in attività legislativa; la sua azione parlamentare da senatrice della Sinistra indipendente è stata di una concretezza, una coerenza ed un’efficacia esemplari.
Ed è stata altresì costruttrice di incontri e sinergie fra culture ed esperienze diverse, fra movimenti di lotta spesso attraversati da contraddizioni (inter ed infra: nelle loro relazioni reciproche e al loro stesso interno) riuscendo sovente a proporre sintesi chiarificatrici che hanno fortemente contribuito all’illimpidimento e alla crescita dei movimenti, e alla conquista di decisivi risultati pratici di solidarietà e di liberazione: risultati sociali, politici, organizzativi e legislativi, ma anche culturali, di consapevolezza e di civiltà.
Franca Ongaro Basaglia è stata e resta una fondamentale maestra della teoria e della pratica della nonviolenza in cammino.
(*) Riprendo questo testo dal resoconto dell’incontro di studio (il 25 luglio 2013 a Viterbo) su Franca Ongaro Basaglia. Per contattare il «Centro di ricerca per la pace e i diritti umani»: nbawac@tin.it oppure centropacevt@gmail.com.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”. Talvolta il tema è più leggero che ogni tanto sorridere non fa male, anzi.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 13 gennaio fra l’altro avevo ipotizzato: 1435: Eugenio IV condanna la schiavitù; 1610: Galileo battezza Ganimede; 1890: nasce Primo Mazzolari; 1898; «J’accuse» di Zola; 1914: arrestato Joe Hill [era la «scor-data» dell’anno scorso]; 1915: ad Avezzano 30mila morti; 1956: a Venosa «sciopero a rovescio», la polizia uccide Rocco Girasole; 1998: Alfredo Ormando si uccide in piazza san Pietro; 1999: alla Camera dei Lords il conte di Carlisle chiede perdono per tutti i fucilati della prima guerra mondiale. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)