Scor-data: 17 agosto 1893
Il massacro di Aigues-Mortes
di Remo Agnoletto (*)
«Acque-Morte ci addita l’orrenda / ecatombe di vittime inulte! / No, jamais, sì ferale tregenda. / In Italia obliata sarà»: questi versi – dal titolo «Il grido d’Italia per le stragi di Aigues-Mortes» – furono scritti da Alessandro Pagliari, nel 1893, a ridosso del massacro di Aigues-Mortes.
Fu una feroce caccia all’italiano nelle saline della Camargue, alle foci del Rodano, che vide la morte di un numero imprecisato – almeno una decina – di emigrati piemontesi, lombardi, liguri e toscani, operai linciati da una folla inferocita il 17 agosto 1893.
Un episodio incredibile nella storia dei rapporti fra Italia e Francia.
Quanto la tragedia di Aigues-Mortes sia stata dimenticata nel nostro Paese lo spiega bene il giornalista Gian Antonio Stella nella prefazione del libro «Morte agli Italiani! Il massacro di Aigues-Mortes 1893» (Infinito Edizioni) dello scrittore nonchè docente di lingua e letteratura francese Enzo Barnabà che da anni anima su questo tragico episodio un sito bi-lingue.
Così scrive Stella: «Basti dire che, stando all’archivio del “Corriere della Sera”, le (rapide) citazioni della carneficina dal 1988 a oggi sui nostri principali quotidiani e settimanali sono state otto. Per non dire degli articoli dedicati espressamente al tema: due. Due articoli in vent’anni. Contro i 57 riferimenti ad Adua, i 139 a El Alamein, i 172 a Cefalonia. Eppure, Dio sa quanto ci sarebbe bisogno, in Italia, di recuperare la memoria».
Stella non è nuovo ai temi dell’emigrazione italiana («L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi» e «Odissee. Italiani sulle rotte del sogno e del dolore» sono alcuni dei suoi libri) riporta i comunicati diffusi dall’allora “sindaco-sceriffo” della cittadina francese, Maurice Terras, che «cercò non di calmare gli animi ma di cavalcare le proteste xenofobe dei manovali francesi contro gli “intrusi italiani”. Uno di questi comunicati, affisso sui muri del paese dopo la strage, diceva: “Gli operai francesi hanno avuto piena soddisfazione. Il sindaco della città di Aigues-Mortes invita tutta la popolazione a ritrovare la calma e a riprendere il lavoro, tralasciati per un momento. Cessiamo ogni manifestazione di strada per mostrarci degni della nostra patria; è col nostro atteggiamento calmo che faremo vedere quanto rimpiangiamo le deplorevoli conseguenze degli incidenti. Raccogliamoci per curare le nostre ferite e, recandoci tranquillamente al lavoro, dimostriamo come il nostro scopo sia stato raggiunto e le nostre rivendicazioni accolte. Viva la Francia! Viva Aigues-Mortes!».
Poi traccia un paragone fra quanto successo allora e quanto sta accadendo oggi in Italia. «È vero – scrive Stella – da noi non sono mai state registrate esplosioni di violenza xenofoba così. È fuori discussione, però, che i germi dell’aggressività verbale che infettarono le teste e i cuori di quei francesi impazziti di odio nelle ore dell’eccidio somigliano maledettamente ai germi di aggressività verbale emersi in questi anni nel nostro Paese. Anzi, sembrano perfino più sobri». Se infatti allora «Le Mémorial d’Aix» scriveva che gli italiani «presto ci tratteranno come un Paese conquistato» e «fanno concorrenza alla manodopera francese e si accaparrano i nostri soldi», oggi in Italia «il sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini ha tuonato che “gli immigrati annacquano la nostra civiltà e rovinano la razza Piave” e occorre “liberare l’Italia da queste orde selvagge che entrano da tutte le parti senza freni” per “rifare l’Italia, l’Italia sana, in modo che non ci sia più inquinamento». E ancora: «il quotidiano “Le Jour” sosteneva che il governo di Parigi doveva proteggere i francesi “da questa merce nociva, e peraltro adulterata, che si chiama operaio italiano”» mentre qui il quotidiano «la Padania» – ricorda Stella – «è arrivata al punto di pubblicare con grande risalto lo sfogo di un razzista (subito appoggiato dalla pasionaria leghista Rosy Mauro) che invocava: “Quando ci libererete dai negri, dalle puttane, dai criminali, dai ladri extracomunitari, dagli stupratori color nocciola e dagli zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite, le nostre menti? Ne abbiamo le palle piene. A dir poco. Sbatteteli fuori questi maledetti».
Conclude Stella: «il libro di Enzo Barnabà sul massacro dei nostri emigranti ad Aigues-Mortes è una boccata di ossigeno. Perché solo ricordando che siamo stati un popolo di emigranti vittime di odio razzista – come ha fatto il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo denunciando “segni di paura e di insicurezza che talvolta rasentano il razzismo e la xenofobia, spesso cavalcati da correnti ideologiche e falsati da un’informazione che deforma la realtà» – si può evitare che oggi, domani o dopodomani si ripetano altre cacce all’uomo. Mai più Aigues-Mortes. Mai più». Barnabà parte da un’analisi accurata del contesto in cui il massacro avvenne, quella dell’emigrazione italiana alla fine dell’Ottocento, e poi passa a narrare i fatti: Aigues-Mortes e la produzione del sale, la tensione nelle saline, i primi incidenti, la “caccia all’orso”, l’assedio alla Fangouse e il massacro. Senza dimenticare quali furono le reazioni della stampa francese, con tutti gli stereotipi sull’Italia e gli italiani, e le ripercussioni che l’accaduto ebbe sulla politica interna italiana e sulle relazioni tra i due Paesi. Infine Barnabà raccoglie alcune testimonianze di operai italiani sfuggiti alla tragedia.
Sulla strage esiste anche un libro francese: «Le massacre des Italiens. Aigues-Mortes, 17 aout 1893» (2010) di Gerard Noiriel. Docente all’Ecole Normale Superieure di Parigi.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 17 agosto avevo, fra l’altro, queste ipotesi: 1389: «miracolo» di san Gennaro; 1807: primo battello a vapore; 1862: rivolta dei Sioux; 1867: nasce Romeo Frezzi (in blog se n’è parlato); 1887: nasce Marcus Garvey; 1959: «Kind of blue» di Miles Davis; 1969: Woodstock; 2010: Iran, salta in aria Reza Burani. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it ) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)