Scor-data: 17 agosto 1935
Charlotte Perkins Gilman si uccide
di Fiorella Iacono (*)
Ho una vecchissima copia di «Terradilei» (La Tartaruga, 1980) nella mia libreria: è la storia di un’utopia femminista, scritta da Charlotte Perkins Gilman nel 1915 (fu pubblicata a puntate sul mensile “Forerunner”) che anticipa di molti anni la tematica di una società femminile/femminista ripresa con forza dalle scrittrici di fantascienza (e non ) in anni più recenti.
Tre uomini capitano per caso in questa società completamente femminile, dove i maschi non esistono: alcune donne “altamente specializzate” svolgono la professione della maternità, i bambini non hanno nome…tutto è in comune e condiviso liberamente.
Il romanzo è squisitamente ironico, a esempio quando il sociologo Jennings elenca i limiti delle donne e non riesce a capacitarsi che una società possa aver bandito la figura maschile e funzionare così bene. La società femminile di «Terradilei» dimostra di essere una società libertaria, in cui non esistono parole come “possesso”, “amante”, “moglie” e tanto meno esiste il matrimonio come vincolo e ostacolo alla realizzazione di sé. Anche il sesso è naturalmente poco “interessante”: d’altra parte la Gilman sosteneva che la liberazione sessuale altro non era che «un’ennesima forma di sfruttamento delle donne». I tre uomini sono spesso protagonisti di situazioni imbarazzanti e soprattutto costretti a riflettere sugli stereotipi della società dell’epoca in cui vivono, pervasa da discriminazioni, luoghi comuni, una organizzazione insomma che vuole la donna “fragile e femminile”, dimenticando la centralità della parola «persona» prima di tutto.
La Gilman – della quale il 17 agosto ricorre l’anniversario della morte – si dedicò alla scrittura e alla poesia, scrisse saggi e si occupò di sociologia, tenendo conferenze in giro per gli Usa. Fu molto interessata alle idee di Edward Bellamy, che in un suo libro immaginava il mondo del 2000 in cui il Nazionalismo, una sorta di socialismo utopico, era largamente diffuso.
Colpita da un male incurabile, Gilman finì di scrivere la sua autobiografia, fece testamento a favore della figlie e si tolse la vita con il cloroformio, sostenendo con queste parole anche il diritto all’eutanasia e precorrendo i tempi anche riguardo a questo diritto: «non c’è dolore, pena o disgrazia che giustifichi il togliersi la vita fino a che si può essere utili. Ma quando questa possibilità ci è tolta, quando la morte è vicina e inevitabile, è un elementare diritto umano scegliere una morte facile e veloce al posto di una lunga e orribile […] Ho preferito il cloroformio al cancro».
Charlotte fu una femminista in anni in cui esserlo era davvero difficile: nell’America tardo- vittoriana divorziò dal marito, abbandonò la figlia e sostanzialmente condusse una vita nomade da “conferenziera” in quello che Ann Lane ha chiamato «esilio volontario».
I suoi libri ebbero all’epoca un notevole successo mentre oggi è pressoché sconosciuta. Oltre a «Terradilei», scrisse «La carta da parati gialla» anche se il suo libro più famoso resta «Women and Economcs», pubblicato nel 1898 e tradotto in sette lingue.
(*) «Terradilei» è stato ristampato da poco da Donzelli con il titolo «La terra delle donne», curato da Anna Sacchi, con «La tappezzeria gialla» e 9 racconti inediti in italiano. «The Yellow Wallpaper» – che ha per protagonista una donna che, dopo una difficile crisi nervosa, viene rinchiusa “a fin di bene” cioè a mo’ di cura dal marito per tre mesi in una stanza – ha avuto varie traduzioni italiane e con diversi titoli, fra cui una edizione in una collana intitolata«I capolavori dei maestri dell’horror» (mah).
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)