Scor-data: 17 dicembre 1969
Piazza Fontana e un appunto dell’Aginter Presse
di Saverio Ferrari (*)
Il nome dell’Aginter Presse era già emerso nel corso delle indagini sulla strage di piazza Fontana. Solo poche ore dopo il tragico evento, il Sid, sulla base di informazioni raccolte dal maresciallo Gaetano Tanzilli, indicava in Stefano Delle Chiaie e Mario Merlino i responsabili degli attentati a Roma, su ordine di Yves Guérin Sérac e Robert Leroy dell’Aginter Presse. Nella stessa nota si faceva anche esplicito riferimento all’infiltrazione nelle fila anarchiche, in specifico nel circolo «22 marzo», di esponenti di Avanguardia nazionale con il proposito di addebitare al movimento libertario la colpa delle azioni terroristiche. Le notizie provenivano da Stefano Serpieri di Europa civiltà (un’organizzazione neofascista), confidente della questura e del Sid come tantissimi altri in quegli anni nel mondo dell’estrema destra.
Il rapporto venne inviato alla sezione I del controspionaggio di Roma. Passò attraverso diverse mani. Certamente in quelle del capitano Mario Santoni, del capitano Antonio Agrillo, del maggiore Antonio Ceraolo, del colonnello Giorgio Genovesi, per concludere la sua corsa sulla scrivania del colonnello Antonio Cacciuttolo, capo del raggruppamento.
Lungo questo tragitto, fino alla sua definitiva stesura, il 17 dicembre, la nota fu rimpolpata e rimaneggiata. Nell’ultima versione giunta al colonnello Federico Gasca Queirazza, responsabile dell’ufficio D del Sid, la ragione per cui Mario Merlino si era infiltrato tra gli anarchici era scomparsa, mentre Yves Guérin Sérac e Robert Leroy, ex combattenti dell’Oas, erano addirittura stati trasformati in pericolosi anarchici.
Che l’appunto fosse stato manipolato di proposito risulterà da un altro documento interno al Sid, diretto al Raggruppamento centri controspionaggio, in cui, l’11 aprile 1970, si troverà scritto: «Sia Guérin Sérac, sia Leroy non sono anarchici, ma appartengono a un’organizzazione anticomunista. Si suggerisce di tacere questa notizia alla pubblica sicurezza e ai carabinieri». Vale dire anche alla magistratura. Fu il primo depistaggio del Sid. Ne seguiranno molti altri.
[…] Nell’ottobre del 1974, in Portogallo, la Commissione per lo smantellamento della Pide (cioè la Polícia Internacional e de Defesa do Estado del regime fascista portoghese) permise agli inviati del settimanale «L’Europeo» – Corrado Incerti, Sandro Ottolenghi e Piero Raffaelli – di visionare gli incartamenti ritrovati. L’autorizzazione durò un solo giorno, poi fu revocata, causa la presenza, sotto mentite spoglie, di un agente dei servizi segreti francesi che aveva a sua volta ottenuto il permesso di spulciare i faldoni sequestrati e sottrarre materiale. Il tempo di fotografare non più di 500 documenti, poi utilizzati per alcuni servizi giornalistici.
Questi materiali, che dimostravano l’esistenza di rapporti con le organizzazioni di estrema destra italiane, in particolare Ordine nuovo, furono messi a disposizione dei pubblici ministeri Emilio Alessandrini e Rocco Fiasconaro, che insieme al giudice istruttore Gerardo D’Ambrosio conducevano le indagini sulle bombe del 12 dicembre 1969. Ma, come è noto, proprio mentre gli stessi stavano per avanzare formale richiesta di rogatoria alle autorità portoghesi, l’inchiesta venne trasferita a Catanzaro.
(*) Riprendo questi brani da «I denti del drago» ovvero «Storia dell’Internazionale nera fra mito e realtà», Bfs edizioni (l’ho recensito qui in blog il 12 agosto) di Saverio Ferrari. Come lui stesso documenta, dietro una finta agenzia di stampa – appunto la sedicente Aginter Press – operava a Lisbona l’organizzazione internazionale più pericolosa dell’estrema destra negli anni ’60 e ’70.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)