Scor-data: 18 settembre 1969
Chi dava soldi ai neofascisti
di d. b. (*)
Alla vigilia della strage di piazza Fontana arrivano un po’ di soldi al fascista Pino Rauti; vengono dall’industriale Attilio Monti. Impossibile sostenere, sulla base di prove, un legame diretto con le bombe fasciste eppure questa piccola (relativamente) vicenda è interessante in un quadro più generale di finanziamenti alle destre estreme: dunque vale riassumerla.
Ogni volta che si è messa in evidenza la complessità (alti costi inclusi) delle “imprese” fasciste, la prima domanda – la più logica – è sempre: «Ma chi li paga?». Dare una risposta è insieme facile e difficile anche perché ci sono alcuni problemi preliminari.
[…] Sinteticamente – in base ai dati di cui si dispone – si potrebbero dividere i finanziamenti ai neofascisti (e dintorni) degli ultimi anni in 5 diverse categorie e cioè:
- chi ha finanziato Valerio Borghese (e simili);
- chi ha finanziato la «maggioranza silenziosa» ed Edgardo Sogno;
- chi è disponibile a finanziare, in varie forme, Msi e Cisnal;
- chi finanzia «tutto» e quindi anche i fascisti;
- i finanziamenti internazionali (servizi segreti stranieri, Paesi fascisti, gruppi di destra europei).
Non è detto che i personaggi di ciascuna di queste categorie siano sempre intercambiabili. […] Chi «finanzia tutto» non sborsa i soldi per assicurarsi i servizi di un Valerio Borghese. Nei capitoli che seguono si parlerà di questi finanziamenti […] tenendo presente che – nella ricostruzione storica – siamo all’inizio del 1969, che cioè sta per iniziare l’ondata di bombe che culminerà nella strage di piazza Fontana. Non è detto che i soldi per i timers di Franco Freda siano venuti dai nomi che stiamo per fare: ma è certo che talvolta i confini si accavallano.
[…] Sui mesi che precedono piazza Fontana si ignora molto, specie a livello dei finanziamenti arrivati alle casse fasciste. Proprio per questo i tre episodi di cui si è a conoscenza meritano di essere riferiti estesamente. Non esauriscono certo il discorso sui soldi che arrivarono allora ma sono – fino a oggi (1975) – le uniche tre circostanze sufficientemente suffragate da poter essere riferite senza incertezze.
[…] Il terzo episodio si riferisce a un personaggio che sempre più fa parlare di sé: Attilio Monti.
Nel corso dell’inchiesta su Freda, Ventura e Rauti si ha testimonianza, attraverso una lettera, di un finanziamento ricevuto dal capo di Ordine Nuovo (Rauti) due mesi prima della strage: sono assegni per 18 milioni e mezzo versati dal direttore dell’agenzia Montecitorio, Lando Dell’Amico, per conto di Monti a Rauti. Le perizie dicono che il documento è autentico e l’omonimia è da escludere. La lettera dice:
«18 settembre 1969 – Egr. Sign. Comm. Bruno Riffeser [è il genero di Monti], direttore generale Sarom – grattacielo Galfa – Milano
Caro Riffeser, ho versato come d’accordo lire 18.500.000 (diciottomilioni-cinquecentomila) al giornalista Pino Rauti con assegni Credito Italiano del 16 u. s. Se debbo conteggiare l’uscita per la Montecitorio dovrei reintegrare la somma con la procedura normale di fine mese in conto Eridania. Va da sé, come ho fatto notare stamani per telefono al Cav. Monti, che per esborsi straordinari di questa entità non sono (ancora) attrezzato. […] Lando Dell’Amico».
[…] Ma chi è Attilio Monti? […] Proprietario, come si è detto, dell’Eridania zuccheri, di giornali. […] Sui suoi giornali scrivono giornalisti come Guido Paglia, uno dei leader di Avanguardia Nazionale. […] Se quindi Monti annovera tra gli amici anche il socialdemocratico Luigi Preti […] e se, nel 1974, nell’inchiesta sui soldi dei petrolieri ai partiti si difese dicendo che aveva finanziato tutti i partiti, con la solita eccezione del Pci, questo non è in contraddizione con il suo rapporto organico con i neofascisti. […]
(*) Questa è una sintesi di alcuni paragrafi (da pagina 128 a pagina 150) del libro «Agenda nera», ovvero «30 anni di neofascismo in Italia» che ho pubblicato (nel 1976) da Coines e che oggi è introvabile: un libro sicuramente invecchiato ma anche prezioso per notizie che, dopo un altro trentennio, forse scuoterebbero la memoria labile (e compiacente?) di presunti antifascisti che considerano gli estremisti di destra poco più di innocue macchiette invece che picchiatori, terroristi e stragisti come furono, in particolare nei decenni ’60 e ’70.
Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 18 settembre fra l’altro avevo ipotizzato: 1587: nasce Francesca Caccini; 1810: indipendenza Cile; 1858: terribili parole di Lincoln contro i «neri»; 1860: battaglia di Castelfidardo; 1906: 23 morti in Messico durante uno sciopero; 1918: muore il soldato Peter Pan (una vicenda ritrovata da Matteo Moder); 1938: «l’uomo appartiene totalmente alla Chiesa» dice Pio XI; 1942: sterminio degli «asociali» in Germania; 1943: Mussolini annuncia la Rsi; 1954: Attilio Piccioni si dimette per il caso Montesi; 1970: muore Jimi Hendrix; 1996: Maroni «resiste» a una perquisizione; 2008: a Castel Volturno uccisi 6 immigrati e Maroni annuncia nuovi lager (quando si dice gioco di squadra); 2012: muore Santiago Carrillo. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)