Scor-data: 24 luglio 1922
Olga Rossi uccisa a Rimini dai fascisti
di Fabrizio Melodia (*)
Anarchica e dunque antifascista, Olga Rossi viene viene uccisa dagli squadristi neri insieme al suo compagno.
Una delle tante vittime del regime, un’altra donna che non volle accodarsi al nascente partito di Destra che nella penisola, a parte rare eccezioni, avrebbe ben presto spadroneggiato con la prepotenza, l’illegalità ma purtroppo anche con tanto consenso popolare.
Fra il 1919 e il 1922 molte antifasciste furono non soltanto vittime ma anche protagoniste degli scontri, in quanto militanti delle organizzazioni di sinistra o del movimento fiumano. Erano soprattutto delle classi popolari come Alba Bartolini, una giovane donna arrestata e processata per aver preso parte alla rivolta di Ancona nel 1920 o quella «anonima ragazza di diciassette anni» che, nell’agosto 1922 a Parma, «tenendo levata in alto una scure e agitandola» da una finestra aveva gridato ai compagni delle barricate «Se vengono, io sono pronta!».
Molte donne furono uccise, tante altre subirono la punizione dell’olio di ricino, come ricorda Emilio Lussu, altre ancora lo spregio del viso sporcato con il nerofumo e le violenze carnali.
Contrariamente a molti maschi, le militanti furono più lucide nei confronti di un fascismo che prima, per bocca del Duce, aveva affermato di volere il suffragio universale “anche per le donne”, per poi ritrattare: «Non darò il voto alle donne. È inutile. In Germania e in Inghilterra le elettrici votano per gli uomini».
Il fascismo prima mostra un volto “benevolo” per il mondo femminile, per aumentare i consensi, poi vira verso un’impronta maschilista. Così il suffragio per le donne si ridusse a una possibilità di voto per appena un milione di donne (su 12 milioni) e solo per quanto riguardava le amministrative.
Di breve vita, soprattutto quando mostrarono una spiccata tendenza all’autonomia, furono i Fasci Femminili (con a capo Ines Donati) che vennero sciolti d’autorità.
«Resta provato essere il femminismo esagerato nient’altro che del chiaro e preciso antifascismo» dichiarò Benito Mussolini nel 1933, sulle pagine della «Critica fascista».
Le donne socialiste ben se ne resero conto, contestando duramente la linea rinunciataria e del loro partito: in un articolo redazionale comparso sul giornale «La Difesa delle Lavoratrici» del 30 luglio 1921 veniva sostenuto che «la “resistenza passiva” da parte del proletariato non ha fatto altro che imbaldanzire i nemici e creare, con la complicità del Governo, innumerevoli vittime».
Olga Rossi vive in questo periodo di forte subbuglio rivoluzionario. Di lei poco si sa: era una donna coraggiosa, convinta delle sue idee e purtroppo fu una delle molte che pagarono con la vita la loro opposizione allo squadrismo fascista.
La prima vittima fu un’operaia “sovversiva”, Teresa Galli, uccisa a Milano nell’aprile 1921 dagli squadristi e Mussolini parlò del «primo episodio della guerra civile».
Fra il 1921 e il 1922, a Bologna, due gli episodi in cui i fascisti ebbero decisamente la peggio, come raccontano i resoconti redatti di loro pugno: un gruppo di donne bastonò un fascista e in un altro «numerose donne» misero in fuga squadristi che stavano diffondendo «L’Assalto». Nell’aprile 1921, la contadina Luisa Bracciali fu uccisa a revolverate in quanto accusata di aver ferito un fascista con un forcone durante l’agguato di Foiano della Chiana; nel giugno seguente, a San Vincenzo (Livorno), l’anarchica Anita Ristori difese coraggiosamente la bandiera della Lega femminile, aderente all’Usi, durante una spedizione punitiva fascista.
I fascisti trovarono “streghe sovversive” e popolane sulle barricate a Sarzana, Parma, Novara, Roma, Civitavecchia, Bari, Napoli, Livorno, Firenze, Empoli. Proprio a Empoli, tre donne, fra le quali una quattordicenne, vennero denominate “Le tre furie” e subirono un processo farsa per aver partecipato ai “disordini” del 1921.
«Ed anche qui, come a Empoli come a Foiano, le donne sono state l’anima del delitto, sono state le prime a dare il segnale dell’attentato, sono state viste armate di rivoltelle tirare anche esse nel vano di una finestra o di una porta. Madri? No! Impossibile. Megere abbrutite nell’alcool nel fumo nel vizio e nella prostituzione» ebbero modo di riportare i fascisti livornesi subito dopo la morte dello squadrista Moriani, avvenuta in seguito a una spedizione punitiva nel quartiere proletario di Borgo Cappuccini nel 1921.
Un’inchiesta fascista governativa, del 1921, arriverà a concludere: «Il sesso femminile del basso ceto è quanto di peggiore si possa immaginare, per l’odio sempre nutrito contro le classi sociali più elevate, e quindi contro tutto ciò che abbia sapore o parvenza di borghesia e i fascisti».
DONNE UCCISE PER MANO FASCISTA 1919-1922 (da «A rivista anarchica», numero 373 dell’estate 2012)
15 aprile, Milano. Teresa Galli, operaia. 1920 9 settembre, Trieste. Angela Cremese, uccisa durante funerale del socialista Foragioni. 1921 23 febbraio, Minervino Murge. Uccisa una donna in sparatoria contro la folla. 1922 2 gennaio, Milano. Primizia Tronetto. |
PER APPROFONDIMENTI:
Aa.Vv., «Piccole italiane. Un raggiro durato vent’anni», Anabasi, 1994.
Mimmo Franzinelli, «Squadristi», Mondadori, 2004.
Mirella Alloisio – Giuliana Beltrami, «Volontarie della libertà», Mazzotta, 1981.
Sandra Artom – Anna Rita Calabrò, «Sorelle d’Italia», Rizzoli, Milano, 1989.
Franca Pieroni Bortolotti, «Femminismo e partiti politici in Italia 1919-1922», Editori Riuniti, 1978.
Franca Pieroni Bortolotti, «Socialismo e questione femminile in Italia», Einaudi, 1963.
Franca Pieroni Bortolotti, «Le origini del movimento femminile in Italia», Mazzotta, 1974.
Marco Rossi, «Un altro genere di arditismo» su «A rivista anarchica», numero 373, estate 2012.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 24 luglio avevo, fra l’altro, ipotizzato: 1115: muore Matilde di Canossa; 1731: a Cuba rivolta degli schiavi nelle miniere di El Cobre; 1783: nasce Bolivar; 1967: sul «Times» 64 personaggi pubblici si dichiarano per legalizzare la marjuana… E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.
Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.
Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su http://www.radiazione.info .
Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… è un’impresa più complicata del previsto, vi aggiorneremo. (db)