Scor-data: 26 febbraio 1918
Il 90% di tutto è merda ma probabilmente Theodore Sturgeon è più che umano
di Fabrizio («Astrofilosofo») Melodia (*)
La dura legge di Theodore Sturgeon: «Il novanta per cento della fantascienza è spazzatura (in inglese, crud o crap, letteralmente merda, molto più forte), ma in effetti il novanta per cento di tutto è spazzatura». Mi piace pensarla così, nell’anniversario della sua nascita, per sottolineare l’esser effimero di tutto, spazzatura, nell’immensità del mondo e del cosmo.
Al novanta per cento siamo spazzatura, anzi, merda. Al 10 per cento… creature meravigliose, forse cristalli sognanti.
Dal letame, un poeta menestrello genovese affermava che nascono i fiori, o come ricorda qualcuno, dal fango delle ostriche nascono le perle.
Theodore Sturgeon (New York, 26 febbraio 1918 – 8 maggio 1985) fu un filosofo prestato alla fantascienza, come Fabrizio De Andrè fu un poeta casualmente finito nella canzone. E penso che nella fantascienza, similmente a Platone, avesse trovato la via maestra al dialogo e all’espressione.
«Giunge sempre il momento in cui certe cose che giacciono sepolte nella mente di un individuo diventano troppo pesanti, e allora sorge la necessità di liberarsene. Non è possibile però gettarle nella spazzatura o impacchettarle e metterle in soffitta, poiché per la loro stessa natura possono smettere d’essere un grave fardello soltanto se le si affida a un’altra mente umana»: così Theodore Sturgeon nel racconto «A pluribus unicorn».
Nato a New York come Edward Hamilton Waldo, assunse il nome del patrigno con cui sua madre si risposò dopo il divorzio, tale William Sturgeon. Lavoratore fin da giovanissimo, atipico se non precario, fece una miriade di mestieri, coltivando la passione per la scrittura e la fantascienza. Appena ventunenne vide un suo racconto dal titolo «Ether Breather» pubblicato da «Astounding». Nella stessa rivista – e in altre come «Unknown» e «Argosy Magazine» – furono pubblicati i suoi lavori successivi, principalmente racconti.
Sturgeon si distinse subito nel muoversi controcorrente e per l’approccio diretto con tematiche scottanti (diversità, sesso, dolore, tenerezza, pacifismo) ma anche per il tentativo di capire davvero ciò che gli esseri umani comunemente definiscono forme viventi.
Temi caldi, affrontati nella miriade dei suoi racconti – alcuni piuttosto lunghi, in effetti romanzi brevi – come nei suoi pochi romanzi: «Cristalli Sognanti» (1950, “The Dreaming Jewels” o “The Synthetic Man”, varie edizioni italiane, soprattutto Urania); «Nascita del superuomo» o «Più che umano» (1953, “More Than Human”, varie edizioni); «I figli di Medusa” (1958, “The Cosmic Rape”, varie edizioni) e forse il più sconvolgente fra tutti «Venere più X» (1960, “Venus plus X”, varie edizioni) più «Qualche goccia del tuo sangue» (1961, “Some of your Blood”) che qualcuno non considera fantascienza ma horror.
«Il bambino fu sorpreso a fare quella cosa disgustosa sotto le gradinate dello stadio del liceo e fu mandato a casa dalla scuola, che era dall’altra parte della strada. Aveva otto anni allora. E faceva quella cosa disgustosa da molto tempo. Per certi versi, era un peccato. Era un bambino gentile e persino grazioso, anche se non aveva niente di straordinario. Alcuni dei compagni e dei maestri lo trovavano abbastanza simpatico; altri compagni e altri maestri la trovavano abbastanza antipatico; ma non appena il fatto si seppe in giro, tutti gli si scagliarono contro, amici e nemici. Si chiamava Horty… Horton… Horty Bluett. Naturalmente, quando tornò a casa, lo sgridarono duramente»: sono le prime righe – divenute celebri – di «Cristalli sognanti»: la “cosa disgustosa” era mangiar formiche…
Dove si discute di nuove forme di vita che ridisegnano completamente il significante su ciò che è vita e cosa non lo è.
In molti racconti e in «Venere più X» Sturgeon mette alla berlina e/o problematizza i tabù e le idiosincrasie della società in cui vive, un mondo puritano e perbenista, dove il sesso è visto come sporco e colpevole. Una proposta di liberazione sessuale quando ancora le riforme sociali, la disobbedienza diffuse e le tematiche forti del ’68 (ma negli Usa si diffusero, almeno nelle università, 2-3 anni prima) erano ancora da venire. Era l’epoca del primo rapporto Kinsey (quello sugli uomini): squassante ma in qualche modo “digerito”; verrà poi il secondo rapporto di Kinsey (sulle donne) e no… quello non si poteva neppure pensare.
«Da parte della civiltà la tendenza a limitare la vita sessuale appare non meno evidente della spinta a estendere la propria cerchia […]; la civiltà segue in queste cose la costrizione della necessità economica dato che deve sottrarre alla sessualità un grande ammontare di energia psichica che deve adoprare lei stessa […]; il timore dell’irruzione di ciò che è represso spinge a severe misure precauzionali. La nostra civiltà europea occidentale è giunta all’apice di tale sviluppo»: così Sigmund Freud in «Il disagio della civiltà».
Ecco come uno dei fili conduttori di Sturgeon si dipana sottile ma ben chiaro: far emergere il rimosso e ridare forma all’inorganico, all’alieno aspramente e duramente represso.
Un afflato per aprire le visioni a una più ampia comprensione, questa è la sua forza: ancora adesso – nonostante in Italia gli editori lo abbiano penalizzato (e spesso mal tradotto) – riscuote un grande favore in un certo ambito ma incontra ancora la “repulsione” delle persone benpensanti.
Un autore considerato di nicchia, on ha avuto la popolarità tardiva che invece è stata tributata a Philip K. Dick, ripescato dagli studenti statunitensi, dagli intellettuali francesi e infine da tutti, compresa Hollywood (ma alcuni film ispirati alle sue storie lo hanno tradito quasi in tutto). Rispetto a Dick, Sturgeon affronta tematiche più squisitamente sociali, mette ancor più il dito nelle piaghe della politica e delle convenzioni.
Non è un autore sempre facile a leggersi – filosoficamente, scientificamente e intellettualmente – come sapeva essere spesso Dick. Ma soprattutto Sturgeon fu odiato negli Usa perché nulla perdonava alla bigotta e sessuofobica società dominante wasp, cioè dei bianchi protestanti. Ovviamente non ha goduto di trasposizioni filmiche, il veicolo naturale per far conoscere la fantascienza oltre il “muro” della parola scritta.
E’ un discorso lunghissimo quello su Sturgeon che non si può sintetizzare in una “scor-data” (in blog se n’è parlato ma… sempre troppo poco).
Io voglio ricordarlo ancora per un grande merito. Come sceneggiatore di serie televisive, partecipò alla serie originale di «Star Trek», introducendo il concetto di “Prima Direttiva” e vendendo effettivamente due sceneggiature trasposte in episodi cioè «Licenza di sbarco» (TOS, prima stagione, titolo originale “Shore Leaves”, 1966) e «Il duello» (TOS, seconda stagione, titolo originale “The Amok Time”, 1967). La Prima Direttiva sancisce l’assoluto obbligo da parte di tutte le astronavi della Federazione dei pianeti uniti a non interferire in alcun modo con le civiltà extraterrestri o extrasolari con cui vengono in contatto. Rispettare le diversità, le convinzioni, gli ordinamenti giuridici e le usanze sociali: tutti temi cari a Sturgeon e che spesso nella serie televisiva e nelle sue incarnazioni successive saranno ampiamente discussi e problematizzati.
Non a caso lì si propone una filosofia pacifista e di apertura massima, dove la guerra viene bandita senza alcun appello, come in questo passo, ancora di Freud. «[…] credo che la ragione principale per cui ci indigniamo contro la guerra è che non possiamo fare a meno di farlo. Siamo pacifisti perché dobbiamo esserlo per ragioni organiche: ci è poi facile giustificare il nostro atteggiamento con argomentazioni. […] Orbene, poiché la guerra contraddice nel modo più stridente a tutto l’atteggiamento psichico che ci è imposto dal processo civile, dobbiamo necessariamente ribellarci contro di essa: semplicemente non la sopportiamo più; non si tratta soltanto di un rifiuto intellettuale e affettivo, per noi pacifisti si tratta di un’intolleranza costituzionale, per così dire della massima idiosincrasia. E mi sembra che le degradazioni estetiche della guerra non abbiano nel nostro rifiuto una parte molto minore delle sue crudeltà» (in «Perché la guerra? Carteggio con Einstein e altri scritti», traduzione di Cesare L. Musatti, Silvano Daniele, Sandro Candreva ed Ermanno Sagittario, editore Boringhieri, 1975, pagine 85-87).
Affrontare la realtà per mezzo della fantascienza, un modo per usare la fantasia mirando a risolvere problemi, pulsioni e repressioni violente della società nei riguardi della psiche. Non è reprimendo – Sturgeon ne è convinto – che si potranno risolvere i problemi, le nevrosi, le ingiustizie del nostro mondo, ma solo con il dialogo aperto, senza remore ne tabù, sempre pronti a mettersi in gioco, pronti ad andare là, dove nessuno è mai giunto prima.
«Zena, i pensieri sono amorfi, in codice… impulsi senza forma, né sostanza, né direzione – finché non li comunichi a qualcun altro. Allora precipitano e divengono idee che puoi poggiare sul tavolo ed esaminare. Tu non sai quello che pensi finché non lo dici a qualcuno»: così Sturgeon in «Cristalli sognanti».
Solo nel dialogo si va avanti.
Siamo merda al 90 per cento ma nel restante 10 per cento c’è evoluzione, speranza, amore, una spinta oltre l’umano.
(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata», di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione la gente sedicente “per bene” ignora, preferisce dimenticare o rammenta “a rovescio”.
Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 26 febbraio avevo ipotizzato: 964: inizia l’anno dei «tre papi»; 1266: muore Manfredi (di Sicilia): 1802: nasce Victor Hugo; 1852; in Italia prima legge organica di Ps; 1885: a Berlino si «smembra» l’Africa; 1902: nasce Vercors; 1903: nasce Giulio Natta e lo stesso giorno muore Gatling; 1910: nasce Josef Mayr-Nusser; 1937: discorso del cardinale Schuster in difesa dei fascisti; 1953: inizia l’era Dulles alla Cia; 1965: la polizia uccide Lee Jackson; 1972: 125 morti a Buffalo Creek Holow; 1979: esperimento di sangue artificiale; 1987: si chiude il processo per l’assassinio di Valarioti; 1988: scandalo delle «lenzuola d’oro»; 1991: carneficina Usa in Kuwait; 1993: attentato dimenticato al World Trade Center; 2007: la Corte dell’Aja definisce genocidio il massacro di Srebrenica; 2009: nuove scoperte paleontologiche in Kenia. E chissà, a ben cercare, quante altre «scor-date» salterebbero fuori su ogni giorno.
Molte le firme e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevissimi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)
Lessi ‘Cristalli sognanti’ e ‘Nascita del superuomo’ da ragazzo e per un pezzo nulla mi sembrò più illuminante e ‘progressista’ di quei romanzi, il cui respiro significò un tassello importante della mia formazione.
Un nome che mi riaffiora: il titolo “I figli di Medusa” rientra nei miei ricordi di quando avevo 14 anni (o giù di lì)…….